Molti varesini sembrano essersi risvegliati dall’interminabile letargo civico degli ultimi tre decenni e, giustamente, chiedono attenzione e rapidità risolutiva per tanti problemi grandi e piccoli di manutenzione. Quello della scarsa o addirittura inesistente illuminazione di alcuni angoli del centro come i portici di via Volta, via Dazio Vecchio, il retro del Teatro, largo Edgardo Sogno cioè lo slargo abitualmente intasato di automobili antistante la multisala Impero, è una magagna antica. Come una magagna antica è il mancato funzionamento delle luci sotto i portici di via Aldo Moro che sfugge ancor oggi alla tenebre solo grazie alle lampade di alcuni negozi che tengono le vetrine accese fino a notte fonda.
Peggior sorte ha peraltro avuto via Walter Marcobi semi spenta per almeno tre anni in seguito a un misterioso guasto che mise fuori combattimento le lampade sul lato destro della strada per chi la risale da Piazza Monte Grappa. Un disastro. Si entrava nella penombra per rivedere la luce solo in via Sacco dopo l’incrocio semaforico ancor’oggi privo di una illuminazione adeguata. E che dire di alcuni quartieri e castellanze dove gli impianti scambiano il giorno per la notte: accesi quando dovrebbero essere spenti e viceversa.
In complesso ormai da molti anni l’intero sistema cittadino risulta insufficiente e obsoleto e la giunta Fontana ha in effetti avviato un piano di totale rifacimento arrivato in porto solo qualche settimana fa dopo un faticoso cammino. Benissimo, ma nell’attesa dell’auto nuova di zecca, anziché riparare alla bene e meglio la vecchia si preferiva andare a piedi. E così a scacchiera si sono spente luci un po’ ovunque mentre negli “uffici preposti” distrazione e disinteresse crescevano esponenzialmente in attesa di tempi migliori.
Va dato atto invece alla nuova amministrazione, in particolare al vice sindaco Daniele Zanzi, di essere intervenuta con alcune misure di pronto soccorso elettrico in galleria Manzoni, nei portici di via Volta antistanti la Banca Nazionale del lavoro, in piazza Monte Grappa, nel famigerato passaggio di piazza Ragazzi del ’99 che di notte andrebbe comunque chiuso. Questo in poco più di cinque mesi di attività a fronte di anni di lassismo e accidia amministrativa. Guasti e inadempienze che vengono da lontano – e sono ancora tante – non possono essere risolti in un baleno, posto che la velocità delle pubbliche amministrazioni non è esattamente quella di Usain Bolt sui 200 metri piani.
Impazienze e denunce ci stanno, ma vanno ricondotte in capo alla ex maggioranza che, pur avendone la possibilità e i mezzi, ben poco ha fatto per garantire a Varese livelli di manutenzione adeguati alle tanto proclamate ambizioni di decoro, pulizia, bellezza ed efficienza rimaste per lo più lettera morta.
Altre contestazioni all’attuale giunta che hanno dell’incredibile sono quelle riguardanti le aree dismesse da anni presenti nel tessuto cittadino. Come l’ex Enel di Viale Belforte ripulita solo nei giorni scorsi dopo un blitz della Polizia locale e ora in fase di chiusura a prova di vandali. Altre situazioni simili sono presenti in città e saranno affrontate. Qualche anno fa a Giubiano in una piccola fabbrica abbandonata si consumò persino un drammatico fatto di sangue. Chi chiude attività economiche, spesso costretto dalle difficoltà del momento, e lascia stabili incustoditi deve farsi carico dei costi relativi al mantenimento di livelli minimi di sicurezza: recinzioni in buona salute e chiusura ermetica di tutti gli accessi. È inaccettabile che tali costi ricadano sulla comunità dal momento che molto spesso non è per niente agevole risalire all’effettiva proprietà degli immobili.
Per questa ragione in tempi rapidi il Comune dovrebbe allestire una mappa accurata del degrado e delle aree abbandonate. Un’occasione utile è senz’altro la revisione, ormai avviata, del PGT, il piano di gestione del territorio su cui da tempo si è cominciato a discutere.
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