Il Vangelo è pieno di paradossi; ciò significa che la realtà è sempre più ricca e complessa di ciò che riusciamo a vedere, e che non sempre ciò che più conta è anche ciò che è più visibile.
Per questo Gesù mostra sempre anche “l’altra faccia”. Come ha notato Enzo Bianchi, il cristianesimo è una delle religioni che fanno più ricorso al paradosso: il Dio fatto uomo, il crocifisso risorto, amare l’inamabile, salvare la propria vita perdendola…
Ma questo andare contro il senso comune non vuole affatto confondere, ma educare: Gesù disorienta per orientare, perché ci rimettiamo in cammino anziché accomodarci nelle piccole certezze acquisite.
Se “la fede vede nella misura in cui cammina” (Lumen Fidei 9), “chi non si mette in cammino non trova il volto di Dio”, ha detto papa Francesco. Come chi non ama non dà gloria a Dio.
La logica paradossale di Gesù è uno stimolo a “uscire”. Ma è anche un modo di rifiutare le semplificazioni mortificanti: la realtà è ricca e piena, e dalla prospettiva di Gesù tutto può essere ricompreso, evitando le false alternative (la legge e l’amore) e le inutili rinunce dualistiche (al corpo per lo spirito).
Ma soprattutto la logica di Gesù ci mostra il “di più” dell’amore: al senso comune dell’ “occhio per occhio” Gesù risponde con una logica eccedente e libera, che rinnova la realtà e la rigenera: la logica vitale della generosità e della grazia scalza così quella asfittica e mortifera dell’equivalenza e della ripetizione dell’identico (compreso il peccato) e ci rigenera come esseri nuovi.
Con l’ossimoro più alto e più lontano dal senso comune – la potenza della croce – Gesù ha sottratto alla violenza la pretesa di essere l’ultima parola, inaugurando una vita nuova: dal principio della forza, della potenza e della guerra al principio della fraternità, dell’amicizia e della misericordia.
Il nostro Dio è un Dio incarnato, che ha scelto di farsi piccolo e fragile per condividere appieno la nostra condizione umana.
Solo seguendo il suo cammino paradossale e controcorrente noi possiamo resistere alle seduzioni di un mondo dove la scelta sembra ridotta alle due alternative di potenza o di impotenza, dominio o sudditanza.
Gesù ci mostra una via diversa: la forza dell’amore, che non ha paura della fragilità, ma si lascia educare da essa. Così, in un mondo in cui vale solo la velocità, siamo invitati ad “assumere il ritmo salutare della prossimità” [Evangelii Gaudium, 169].
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