Rispettare i bambini ovvero “Maxima debetur puero reverentia”, espressione attribuita a Giovenale, poeta e retore romano del I secolo dopo Cristo; che tradotta letteralmente afferma che al fanciullo si deve il massimo rispetto.
Fine anno, tempo di bilanci. Rifletto su quanto abbiamo fatto, o mancato di fare, o fatto male, nel corso dei dodici mesi passati, per l’infanzia. Mi chiedo se siamo migliorati, quanto ci siamo mossi, quale attenzione abbiamo dedicato a chi rappresenta il nostro futuro. Cioè, quanto rispetto abbiamo tributato a coloro a cui lasceremo il mondo di cui siamo titolari provvisori oggi?
Purtroppo prevalgono alcuni ricordi di orrore, legati ad alcuni fatti di cui siamo stati spettatori impotenti. Orrori lontani, orrori vicini dentro l’anno che se ne va.
Un ricordo vivissimo: Califfato islamico, Isis.
Leggo un reportage che fa rabbrividire. Migliaia di bambini vengono a forza istruiti all’odio e alla violenza, e i nuovi libri messi nelle loro mani anziché veicoli di cultura si trasformano in veri strumenti di morte.
Consigli e prescrizioni pedagogici mirano a incidere odio puro nel corpo e nell’anima dei bambini. Per formare guerriglieri preparati militarmente e motivati spiritualmente, niente favole della buonanotte, ma solo i racconti delle imprese dei guerriglieri jihadisti e dei fasti dello Stato islamico. Bandita la TV, portatrice di menzogne, fautrice di indebolimento fisico e spirituale; niente Internet se non per l’accesso a video, film, immagini con scene di addestramento militare. Esercizio fisico con sacchi da boxe, pistole a gommini per sviluppare la mira e la coordinazione oculo – manuale.
Un testo di matematica propone esercizi di calcolo che, al posto delle mele o di altri oggetti presi come modello per insegnare le operazioni matematiche, fanno riferimento alle armi. Un esempio? “Quanto fa un razzo più un altro razzo, una pallottola sommata a un’altra pallottola?” con relativo disegno. Una lettura descrive il “gioco delle sette pietre”, che, indirettamente, fornisce dettagli su come eseguire una lapidazione.
Un altro ricordo disturbante: Italia del sud, Caivano in provincia di Napoli.
Orrore è l’infanzia rubata ai bambini, nei paesi sottomessi all’Isis, orrore è aver negato in tanti l’infanzia alla piccola Fortuna, nata e vissuta in una irrealistica zona chiamata “Parco verde” che, agli abusi sessuali ripetuti, ha dovuto sommare l’indifferenza e il silenzio della propria madre. Una piccola che, a dispetto del nome augurale fornitole alla nascita, nei suoi pochi anni di vita ha sperimentato il silenzio assordante della comunità circostante e la cecità delle persone di famiglia, asservite ai prepotenti per debolezza, o per ignoranza o per connivenza, o per tutte le tre cose insieme.
Ma oltre i fatti eclatanti citati, girando lo sguardo verso l’intero paese, ci troviamo sotto gli occhi una brutta fotografia risultante dalle ricerche delle più attive associazioni che si occupano di infanzia. “Save the Children” ha pubblicato un Atlante sulla situazione italiana dell’infanzia e dell’adolescenza nell’anno 2016. Emerge un ritratto preoccupante della realtà italiana: quasi un minore su 3 è a rischio povertà ed esclusione sociale, più di uno su 10 si trova in uno stato di povertà assoluta, vale a dire appartiene a una famiglia che vive al di sotto della soglia di consumi considerati essenziali.
I bambini risultano essere la fascia d’età più esposta all’indigenza: su 100 persone anziane, quattro sono in povertà assoluta; su 100 adulti lo sono in sette, mentre tra i bambini la cifra sale a 11.
Un’accurata analisi dei dati sull’argomento potrebbe regalarci solo pensieri tristi da cui vorremmo essere sollevati almeno per pochi giorni.
Allora proviamo a rivolgerci verso il futuro, al dopodomani del nuovo anno che è alle porte e impegniamoci per offrire ai bambini la speranza di una vita più degna.
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