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Apologie Paradossali

MEZZE VERITÀ

COSTANTE PORTATADINO - 16/12/2016

filosofo(S) Questa uscita della settimana scorsa sulla prevalenza del GRIGIO proprio non mi è andata giù. Intanto vedi un po’ come siamo conciati, più grigi di così, non avendo voluto seguire l’indicazione, di una chiarezza lampante, del cambiamento. Ma ti sei reso conto del grigiume del tuo commento, che nessuno dei miei amici ha apprezzato o nemmeno capito? Molto meglio ricordare, come ha fatto il direttore, quegli interventi dell’ex-premier a favore della città di Varese o la lucidità del commento del tuo amico Spatola, che mi piace citare alla lettera: “le opinioni sottostimate dai sondaggi erano quelle a favore del NO, di chi non entra nel merito del quesito referendario perché non è culturalmente e intellettualmente in grado di farlo e/o emotivamente non vuole farlo. E più avanti: “non c’è stata occasione di dibattito televisivo in cui gli esponenti del SI non abbiano stracciato i rivali del NO. Come non c’era alcuna considerazione razionale che potesse portare a votare NO, se minimamente si approfondivano gli argomenti di presunta critica”. Infine l’altro amico tuo Adamoli, un moroteo, mica un comunista: “Intanto ci terremo l’enorme spreco di efficienza di Camera e Senato con identiche funzioni, non cambierà la sovrapposizione delle competenze Stato-Regioni, conserveremo un ente inutile come il Cnel e, il cielo non voglia, potrebbero tornare le Province elette dai cittadini formando ancora un’altra rigonfia classe politica fra Comuni e Regioni sotto la spinta soprattutto del centrosud. Per quanto tempo? Una generazione, c’è da temere”. Ma la conclusione che ti descrive benissimo la lascio ancora a Spatola: “La gran parte ha ragionato di pancia, con un voto di protesta cieca al limite della rivolta, la stessa riottosa testardaggine del mulo che rifiuta di affrontare il nuovo sconosciuto sentiero ed recalcitra rabbioso per il fieno insufficiente. In democrazia il popolo ha sempre ragione, ovviamente, anche in veste di mulo; ma sarebbe poco rispettoso verso la democrazia ed il popolo stesso doversi adeguare per forza alle idee sbagliate della maggioranza, rinunciare ad essere minoranza virtuosa per puro conformismo”. Capito? Il conformista sei tu, oltre che populista.

(C) Sinceramente non ho nessun interesse a replicare. Riconosco il pieno diritto ad essere totalmente bianco o totalmente nero o di qualsivoglia colore, l’ho detto e lo ripeto. Il valore del ‘grigio’ lo riscopre Gentiloni, che ne fa un salvagente per la legislatura; un politico ingrigito non solo nei capelli, così commenta Capanna, dai tempi in cui lo conobbe come leader del Movimento Studentesco tra i liceali di Roma. Ma mi solleva poter chiudere l’argomento referendum con il commento di Valerio Onida, costituzionalista, non certo un mio sodale politico, un ‘mulo’ testardamente sostenitore del NO ma avverso alla politica ‘muscolare’ e ad una concezione in cui “l’importante è ‘uno che vinca’, anche se non rappresenta la maggioranza del Paese. In nome della Costituzione, segno di unità, può svilupparsi invece la ricerca paziente, dal basso, di una politica meno arrogante, meno sicura di sé, più ‘umile’, anche più orientata alla ricerca dell’incontro al di là dello scontro, della convergenza possibile al di là della contrapposizione, più capace, anche per questo, di parlare il linguaggio della verità, magari scomoda, dell’unità e della solidarietà… Questa sarebbe la strada vera per uscire dalla ‘palude’ in cui si dice che siamo invischiati”. (Corsera, 14, 12, 2016).

Voglio ora riprendere il tema del ‘grigio’ in generale, perché Onirio mi ha rimproverato, vero?

(O) Certo! Puoi aver dato l’impressione che in politica valgano le mezze verità, il relativismo, il ‘tutto è possibile’, che nel ‘grigio’ ci sia spazio per ragion di Stato e stato di necessità, ma non per uno Stato di Ragione e per una Ragione necessaria.

(C) Niente affatto, sostengo invece che la ragione procede per gradi, per passaggi in cui tiene conto di fattori solo in apparenza estranei o contrari (domani mi accuserai di essere hegeliano), che occorre pazienza e rispetto. Chi è portatore di una mezza verità, (in politica sarebbe già moltissimo) non deve cercare d’imporla a chi ne ha solo un quarto, o un ottavo, ma deve cercare di recuperare anche quella parte che finora gli era sfuggita. In questo è maestra la storia e mi fatto piacere leggere, nello stesso numero del Corsera, un articolo di Paolo Mieli, di cui citerò solo titolo e sottotitolo. “Cattolici diffamati. – Il protestante Rodney Stark smentisce le ‘leggende nere’ sulla Chiesa di Roma”. Siccome mi vanto di aver ricevuto in passato qualche nozione di Storia della Chiesa, sarei il primo a riconoscere che in quelle ‘diffamazioni’ ci poteva essere una mezza verità, talvolta solo un quarto, ma che il loro uso ‘politico’ le faceva diventare da mezze menzogne, menzogne intere.

(O) Non ho capito.

(C) Tale è la natura della verità, che non può mai essere posseduta interamente e per sempre, deve essere alimentata e rivissuta di continuo; se cerchi di usare il tuo pezzettino come se fosse l’intero lo distruggi, lo fai diventare solo un pregiudizio da usare in dialettica. Verità e ragione non sono l’algoritmo perfetto che, una volta costruito o decifrato, può essere applicato ad ogni caso, mi sembrano piuttosto due modi di apertura alla realtà, rispettivamente lo sguardo e la visione. Questo consente al credente, al filosofo, al politico, di dire sì o no con chiarezza, in ogni contingenza; persino al tifoso, caro direttore, di dire bianco al bianco, nero al nero, rigore o deviazione. Basta essere consapevoli che può venire il momento in cui si deve dire, anche delle costruzioni più massicce, come disse san Tommaso d’Aquino della propria opera, pur monumentale: ‘tutta paglia’. Paglia, cosa di poco valore, ma non una nullità, un gradino, una sfumatura, un grigio; c’è sempre un ‘oltre’ in ogni ricerca umana. Guai fermarsi. Ricordo il mio antico professore di liceo che citava sant’Agostino: “Amicus Plato, amicus Cicero, sed magis amica veritas”.

(S) Traduci!

(C) La mezza verità, quella cui è arrivato chi ti ha preceduto e ti ha svelato una parte della realtà, ti diventa addirittura nociva se non vai oltre, se non continui la ricerca. Vale per la filosofia, vale per la politica, vale per la storia, vale per la fede, vale per tutta la realtà. Se ti fermi su te stesso, anche la mezza verità diventa mezza menzogna.

(S) Sebastiano Conformi (C) Costante (O) Onirio Desti

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