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In Confidenza

CRISI DI ENTUSIASMO

Don ERMINIO VILLA - 09/12/2016

pretiLa crisi di oggi è una crisi di entusiasmo: non mancano i mezzi, sono carenti i fini. S. Agostino diceva: “Nutre non quel che si vede, ma ciò che si crede”. E di fatto ogni futuro si accende nel cuore aperto e traspare nel volto luminoso e nella parola viva!

Ci sono modello le figure di Maria e di Giuseppe: da essi si impara l’amore alla povertà, l’applicazione alla preghiera e alla meditazione, l’obbedienza pronta anche nelle cose difficili contrarie alla natura, l’amore di Dio alla cui gloria unicamente ci si deve applicare e l’amore del prossimo, il cui bene spirituale va procurato anche a spese della propria vita.

Sta qui la radice della vita spirituale di un cristiano entusiasta. Ha ben ragione allora Papa Francesco quando spiega ai giovani il termine ‘entusiasmo': “È contagioso, perché la parola, che viene dal greco, vuol dire ‘avere qualcosa di Dio dentro’ o ‘essere dentro Dio’”.

L’entusiasmo ha tanti volti. Come quello dei consacrati/e, che hanno volti sereni e forti, specchio di quell’Oltre che gli occhi da soli non vedono. Non è certo l’abito o la grata a dimostrare che si appartiene a Dio solo, ma la luce che traspare dagli occhi, segni di una fede salda in quel Padre che nutre gli uccelli del cielo e riveste di colori i gigli dei campi.

Volto di entusiasmo è – in tutt’altro contesto – quello di quei giovani che hanno trovato lavoro in una cooperativa, in cui collaborano con impegno appassionato. Lo si capisce da come parlano di quel che fanno, quando sono interpellati su come va il lavoro: “Ottimo, perché abbiamo puntato sulla qualità e sulla diversificazione del prodotto”. Bello quell’ “ottimo” in tempo di crisi! Il futuro si costruisce così: puntando gli occhi su ciò che ancora non si vede, gettando una luce oltre il buio della crisi.

Volti di entusiasmo sono quelli degli operatori pastorali, che alle responsabilità di famiglia o di lavoro, aggiungono anche quelle di servizi diversi resi nella propria comunità. Amano il loro paese, la realtà di Chiesa in cui sono inseriti, e servono secondo le varie necessità (bambini e anziani, poveri e disoccupati, famiglie e malati…). Sono sentinelle di Vangelo, sempre disponibili a seminare entusiasmo.

Se smettiamo il facile entusiasmo della retorica, molto facile quando si commemorano guerre passate, e riconosciamo che ogni violenza è stata un’inutile strage, conveniamo che oggi servono sguardi evangelici, menti aperte, mani libere, cuori entusiasti!

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