Sport

CALCIO VIOLENTO

ETTORE PAGANI - 02/12/2016

Neanche il tempo di assegnare il lodevole titolo di mascalzoni a quelli di Siviglia che hanno trovato di gradevole gusto l’aggressione ai tifosi juventini che a Napoli si è deciso di replicare. Par condicio, insomma. È un principio del momento e perché mai dovrebbe commettersi un’ingiustizia non rispettandolo. Anzi perché mai non passare in vantaggio visto che, a quel che pare, a Siviglia gli Hooligans all’Ospedale ne hanno mandato uno e a Napoli i partenopei di ucraini ne hanno spediti due?

Insomma se tempo di violenza deve essere che lo sia anche nello sport. Scazzottate toste a far da contorno a bullismo, omicidi di vario genere, colpi di pistola, ovviamente, non a salve, anche in città, ed in quartieri in precedenza immuni da contaminazioni al riguardo e via dicendo. Lasciandosi da parte le guerre e diventate quasi un’esigenza da spartire su territori più disparati. Si vuole dire, insomma, che su un piano di brutalità generale si è ben collocato anche lo sport. Quello sport che pur è così bello da vedersi in amicizia in esultanza pur di parte.

Non sono forse meglio i tifosi del ciclismo sia pure con le loro magari iniziative esageratamente focose ma sempre nella sportività? E non sono meglio quelli di più o meno tutti gli altri sport?

Volendo, persino al pugilato che potrebbe suggerire violenze sugli spalti e che invece fila liscio senza eccessi di sorta.

Ma perché proprio il calcio non possa rinsavire? Poi e allora non ci si lamenti se a evitare guai si proibisce l’accesso a determinate curve se non addirittura l’ingresso ai tifosi.