Nella Valganna, al confine tra Cunardo e Ghirla, lungo il fiume Margorabbia, c’è un Mulino: è un mulino antico, la cui costruzione si perde nel passato. Nel 1787 è diventato proprietà della famiglia Rigamonti e da allora, macina macina, è stato testimone del trascorrere del tempo e delle vite degli uomini. Il suono dell’acqua che i “facchini” della ruota rovesciano e trasformano in energia, parla di momenti difficili, di fatiche, di abitudini e di necessità, oltre che del valore della famiglia. Parlano di chi ha vissuto prima di noi. Poco prima della sua scomparsa Alma Pizzi, della dinastia Rigamonti e sorella dell’attuale mugnaio Riccardo, aveva iniziato a scrivere una storia del mulino e della sua famiglia.
Cinque anni dopo la figlia Cecilia e la cugina Dorotea hanno deciso di riprendere in mano il lavoro di Alma Pizzi e di fissare il ricordo del loro Mulino. Hanno chiesto aiuto a Chiara Zangarini – esperta di tradizioni, leggende – che ha ideato una modalità molto fresca per raccontare dell’antica casa della famiglia Rigamonti, oltreché della funzione del mulino negli anni passati. La storia si sviluppa quindi a partire da un gruppo di sei bambini, cuginetti ed eredi della dinastia, tra gli otto e i dodici anni. La comitiva raggiunge la Valganna per trascorrere qualche giorno al Mulino col nonno Riccardo, ritrovandosi poi a vivere un viaggio affascinante tra torchi, cinghie e macine, ma anche tra episodi di un passato che a volte sembra lontanissimo e si carica di magia. I personaggi che si muovono tra le pagine sono tratteggiati evocando un’idea di calore, di affetto e anche di un tempo lontano. E i brevi inserti in dialetto nel racconto lo arricchiscono di realismo. Oltre al nonno Riccardo e a nonna Renata – custode di antiche tradizioni culinarie capaci di incantare con il sapore della polenta concia e dei brüscìtt – c’è un altro personaggio che viene dalla realtà: il pittore Carmagnola, che, insieme con il nonno, sarà la guida dei giovani ospiti. I bambini, citando “Il signore degli anelli” lo chiamano Gandalf: per lo strano cappello a punta che indossa, la barba e l’aria saggia e proprio lui spiegherà loro il funzionamento delle ruote mosse dall’acqua del Margorabbia, delle macine, delle tramogge, del torchio per l’olio (l’olio di noci) e della forgiatura del ferro fatta con il maglio. Il nonno e gli zii raccontano ai bambini come si viveva una volta, come si lavorava, cosa si mangiava nella grande cucina dominata dal camino. E i piccoli scopriranno, incantati, la leggenda del Castelvecchio di Cunardo e la storia di San Gemolo, il cui corpo è conservato nella Badia di Ganna. Percorreranno, pedalando sulla ciclabile, la strada dell’antica tramvia della Valganna, visiteranno la torbiera del Pralugano e scenderanno nell’orrido di Cunardo. Scopriranno la storia delle “ceramiche di Ghirla” e anche un segreto che sottolinea l’atmosfera tra fiaba e leggenda di questo percorso. Tra tante avventure i giovani ospiti capiscono come si viveva quando l’acqua era la fonte di energia per ogni attività, quando “lungo il Margorabbia, in quindici chilometri di fiume c’erano trentacinque attività lavorative con ruota idraulica”. Frattanto il Mulino Rigamonti continua a funzionare ed è forse l’unico mulino ad acqua ancora attivo nella provincia di Varese. Interessante un intervento del mugnaio Rigamonti, che spiega ai bambini: “Qui da noi il mais viene macinato intero, con ancora il germe che è il cuore del chicco. Nei mulini moderni invece il germe viene staccato prima e usato per produrre l’olio di mais. La nostra polenta contiene anche l’olio di mais e la crusca: è integrale, certo che è più buona e nutriente!”.
Nel trascorrere degli anni la famiglia Rigamonti ha sempre rispettato il verde che circonda il mulino, tanto che nel 2010 l’area è stata inserita nel Parco regionale Campo dei fiori. Nello stesso anno la Regione Lombardia ha riconosciuto al Mulino Rigamonti la qualifica di “negozio di storica attività”, perché ancora oggi il mugnaio Riccardo produce e vende farina integrale, crusca e farina da polenta. Inoltre nel 2011, nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, l’attività Rigamonti è stata inserita tra le 150 imprese storiche d’Italia premiate a Roma durante la cerimonia “Italia 150. Le radici del futuro”. Sono tanti i pregi di questo volume, rivolto a grandi e piccini, con il quale l’editore Pietro Macchione, offrendoci uno scorcio coinvolgente e colorato della Valganna, vuole inaugurare una nuova linea di pubblicazioni che, grazie alla bellezza dei testi e delle illustrazioni, possano valorizzare il nostro meraviglioso territorio. E tutti coloro che lo desiderano potranno visitare il mulino, guidati proprio dal Carmagnola.
“Il segreto del mulino della Valganna” di Chiara Zangarini, in appendice una ricerca inedita di Alma Pizzi, Pietro Macchione Editore
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