Credo che non si possa ancora rimanere senza risposte che affrontino finalmente i problemi di Varese. Abbiamo bisogno di riorganizzare una città che riflette sul suo ruolo in un ambito territoriale più vasto, comprendente numerosi Comuni: la città reale varesina.
Il progetto della città reale deve essere necessariamente considerato attraverso una collaborazione intercomunale che promuova i rapporti sociali, le prospettive economiche, la valorizzazione della particolare bellezza di questi nostri monti, dei laghi, delle sue valli. Ma nell’ambito strettamente comunale, oggetto della revisione del PGT vigente, occorre finalmente affrontare situazioni fin qui trascurate. Come la permanente e inaccettabile incidenza delle radiali che continuano a costituire la penetrazione diretta, senza nuovo ruolo loro attribuito, nel tessuto originario della città. Che consentono oggi una eccessiva velocità veicolare e presentano scarsità di immagine urbana significante. Che richiedono interventi adeguati.
Viale Belforte, viale Borri, via Sanvito, viale Aguggiari, viale Valganna, via Vanetti attendono la riprogettazione della qualità dei loro percorsi, la protezione della pedonalità e della ciclabilità.
L’impatto diretto dell’autostrada sul centro cittadino deve essere rimosso utilizzando la nuova uscita prevista all’incrocio tra il viale Europa e la via Gasparotto. Il viale Europa assumerebbe un ruolo distributivo migliore, anche se non del tutto soddisfacente, di accesso meridionale al centro città. Con la indispensabile riduzione della velocità consentita ai veicoli, oggi di inaccettabili 70 km/ora. Sui viali Europa e Chiara occorre rivedere le garanzie pedonali e ciclabili, oggi insufficienti o inesistenti.
Il sistema ferroviario ottocentesco va con decisione aggiornato, per assumere anche funzioni urbane: con accessibilità non solo centrale, per la quale è in atto una programmazione di raccordo delle stazioni Trenord e FS, in vista del prossimo collegamento con Stabio, ma anche con accessibilità periferica: da viale Belforte presso l’ex macello, da viale Borri presso il Campus universitario, da viale Europa e da Calcinate degli Orrigoni.
Altri problemi incidono sulla nostra vita di ogni giorno e vanno con urgenza affrontati.
Il primo, più generale, riguarda la mobilità urbana generale del tutto soggetta all’imperio dell’automobile. Riaffermare e riorganizzare di conseguenza la città sul diritto primario della pedonalità protetta e della ciclabilità difesa è obbligo immediato della nuova Amministrazione civica. Ciò richiede una riflessione sui luoghi e i caratteri dei percorsi e della sosta veicolare, coordinata con un riconsiderato sistema di trasporto urbano a integrazione del nuovo ruolo che possono assumere le ferrovie.
L’accesso a S.Maria del Monte deve essere riaffidato prevalentemente al trasporto urbano e alla
funicolare. Il parcheggio dei veicoli può essere previsto in zona Stadio, affrontando finalmente la desolante condizione dei grandi lasciti di un turismo perduto, non definitivamente, che ci guardano ogni giorno dal Campo dei Fiori e dal suo Hotel. Vanno restaurati la stazione di arrivo della funicolare per il Campo dei Fiori, vera opera d’arte che stiamo perdendo, e il magnifico ristorante abbandonato. E riattivati il percorso e l’attività della funicolare.
Il rinnovato PGT deve poi affrontare il riordino del tessuto urbano che si è sviluppato disordinatamente nei primi decenni del secondo dopoguerra. I centri storici non costituiscono più un riferimento sufficiente per le relazioni sociali. Occorre individuare e integrare nuove polarità: anzitutto presso le sedi culturali, religiose, educative esistenti. La diffusione e l’affermazione dei grandi supermercati ci impegna a creare alternative in queste nuove polarità, con l’impianto di piccoli esercizi per l’offerta di prodotti che assicurino la spesa quotidiana degli anziani e dei meno abili sempre più numerosi come le statistiche e la nostra osservazione quotidiana verificano.
Queste attività non possono essere affidate solo alla loro autosufficienza commerciale, ma debbono essere sostenute anche dal supporto economico pubblico e rese accessibili con percorsi protetti. Nei loro pressi sono da rafforzare presenze di servizio attrattive e il verde pubblico.
Questa attenzione coinvolgerebbe estese disponibilità, anche volontaristiche da parte di anziani pensionati ancora attivissimi, da parte di giovani senza occupazione stabile in cerca di esperienze gratificanti.
Anche queste disponibilità costruiranno una città diversa che dovrà riprendere con una nuova consapevolezza il suo rapporto con il Canton Ticino per l’importanza, economica, culturale, sociale che esso riveste. Sarà solo la rilevanza della città reale che consentirà di affrontare questa fraternità storica, in una prospettiva di convenienza reciproca.
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