Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Divagando

RINASCERE INSIEME

AMBROGIO VAGHI - 25/11/2016

 

Natale, andar per presepi. Un divertimento per piccoli e grandi che vogliono tornar piccoli, e non solo: anche un pellegrinaggio per prepararsi al giorno di una nascita che da oltre duemila anni affascina le genti. Presepi di ogni fattura, di ogni dimensione. Dai più ricchi realizzati con materiali di pregio e alto senso artistico, spesso più preteso che ottenuto, ai più modesti frutto del riciclo, della fantasia dei singoli e di tanta passione.

Chi volesse godersi la affascinante allegoria del Natale che si avvicina non ha che andare ad Induno Olona nella moderna casa di riposo comunale dell’Asfarm.

Qui per una brillante idea di chi dirige la struttura, la rappresentazione della nascita del Redentore ha voluto sposare la dolorosa attualità che colpisce tante genti del nostro Paese. La grotta della nascita e tutta la rappresentazione natalizia è stata ambientata a Norcia e nel vicino borgo di Castelluccio. Si vedono le rovine prodotte da un terremoto senza fine in un paese di dignitose antiche povertà. Artigiani e popolo lavorano impegnati nei loro mestieri con realistica semovenza meccanica. Come il falegname, il mugnaio, la lavandaia, il ciabattino… Un ricordo di ciò che era la vita in questo borgo o un auspicio di ciò che dovrà tornare grazie a chi ha una voglia di vivere unica al mondo ? La risposta è lasciata alla sensibilità di ogni visitatore ma il messaggio è chiaro: ripartire insieme ed in armonia per rinascere insieme

Si sente tutta la disperazione di coloro che hanno visto crollare i tetti sulle loro teste od il terreno squarciare smisurate ferite ai loro piedi. Il dramma del terremoto. Una immensa, funerea forza della natura che l’Uomo, che pure ha raggiunto le stelle, è incapace di dominare.

Si pensa al perché dell’aggrapparsi a quei ruderi che fino a ieri hanno rappresentato la loro vita. Lasciare e come? La casa e i poveri animali? Sono stati e sono parte della famiglia. Pollame, conigli, pecore, tanti animali domestici come quella mucca dalle gambe spezzate dal crollo. Aveva dato latte burro e formaggio ma ha dovuto essere abbattuta.

Ripartire insieme per rinascere insieme. Lo stesso messaggio che sperano di trasmettere i bravi curatori del presepio dell’Asfarm di Induno: realizzare una creatività nuova in armonia di intenti per concorrere a superare i danni ed i dolori del sisma. Partendo dal basso, dalla comunità locale, raccogliendo l’invito del capo del Governo, Renzi, di dare una unitaria solenne risposta di solidarietà di tutta la nostra Nazione al di là delle divisioni di parte e delle polemiche di ogni giorno. Il tutto non si ferma al presepio. Come già avvenuto al tempo del terremoto emiliano quando vennero venduti per solidarietà quintali e quintali di formaggio grana anche questa volta all’Asfarm non sono stati con le mani in mano. Contattato un produttore locale venderanno rinomati salumi norcini e lenticchie, aiutando concretamente chi laggiù soffre.

Norcia attende l’Evento e nella gigantografia del Presepe incombe su di noi il magnifico frontone della Basilica e il campanile ormai distrutto. Sulla piazza la grande statua di San Benedetto il cui braccio teso in avanti più che benedicente sembra indicare la volontà e la strada della rinascita. Con lo spirito dei benedettini ora ed labora, quello spirito che ha portato nei secoli in Italia e in gran parte di Europa la creatività di questo ordine monastico. Non rinchiuso nei conventi, ma volutamente aperto al territorio, per bonificare terre, innovare le coltivazioni, allevare armenti, in una parola: portare lavoro e ricchezza laddove regnava miseria e disperazione.

La piazza maggiore di Norcia maledettamente torturata da un terremoto che pare non voglia mai concludere il suo drammatico sussultare. L’abbiamo visto in passato questo luogo transitando in automobile alla ricerca delle bellezze ambientali e artistiche dell’Umbria minore. Ci è rimasto un nitido ricordo. L’entrata in una pizzicheria per acquistare qualche celebrato salume locale.

“Siete di Varese? Benvenuti. Siete venuti per le lenticchie?” Le lenticchie? Celiamo. Il gentile pizzicagnolo ignora che questi legumi non hanno mai entusiasmato i nostri palati. Non sono un nostro piatto locale. Al più le gustiamo con zampone o cotechino a Capodanno, in senso augurale perché le lenticchie sono tonde come i soldi e la dea Fortuna dovrebbe portarcene tanti.

Qui per la prima volta abbiamo sentito parlare di Castelluccio e del suo oro. In quei giorni le lenticchie erano in fiore. Non solo da città e regioni vicine giungevano a frotte migliaia di turisti per godersi uno spettacolo unico offerto dalla natura. La fama di questo evento deve essere corsa lontano se tanti stranieri, persino dagli Stati Uniti d’America, arrivavano per ammirarlo.

 Noi eravamo già qui, come non approfittarne? Decidemmo di abbandonare il lungo percorso programmato sulla comoda strada statale e di raggiungere il versante marchigiano passando per il borgo di Castelluccio su una strada appena segnata sulle mappe. Uno stretto serpente sterrato, in macadam che lambiva tutto l’immenso colorato mare di fiori. Una meraviglia con emozioni forti. Un infinito, sparso lungo una grande conca montana mentre la brezza trasformava in onde leggere e fluttuanti la cima di quelle piantine. Il borgo spuntò come una sentinella a vigilare che quella magnificenza creata dall’uomo e dalla natura non venisse perduta. Per alcuni chilometri avanzammo estasiati ma col cuore in gola. Mancavano indicazioni stradali, niente parapetti sulle curve. Non pochi i pericoli appena sfiorati ma valeva veramente la pena passare dove siamo passati. Un ricordo incancellabile.

Ora comprendiamo meglio tutte le ansie di quelle genti abbarbicate alla loro terra. Come comprendiamo gli appelli dei sindaci dei luoghi terremotati. Non lasciateci Non abbandonateci dopo i validi aiuti dei primi momenti. Il timore di essere tra non molto dimenticati è grande e non del tutto ingiustificato. È già successo altre volte in occasioni simili. Il Presidente del Consiglio Renzi, ha promesso a quelle genti che tutto sarà ricostruito come prima: case, scuole e chiese. Promessa impegnativa – speriamo – ma di soldi ce ne vogliono molti. Anche dai piccoli rivoli di solidarietà quali offerti dalla visita di un piccolo Presepe o un acquisto di poche lenticchie può venire quell’aiuto di cui la rinascita ha bisogno.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login