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In Confidenza

LA GIOIA DEL VANGELO

Don ERMINIO VILLA - 11/11/2016

Enjoying the sunAl convegno di Firenze è apparso agli occhi del mondo il volto di una Chiesa dialogante, gioiosa, unita. Tanto è stato l’entusiasmo durante i lavori e grande la voglia di camminare insieme su sentieri antichi e nuovi.

La gioia è un sintomo: il sintomo che si sta camminando bene, sui sentieri che portano verso il cuore ardente della vita. Perché “nella sua sostanza – diceva Nietzsche – il problema della felicità coincide con il problema dell’esistenza”.

Papa Francesco, citando un testo sorprendente (Figlio, per quanto ti è possibile, tràttati bene… Non privarti di un giorno felice – Siracide 14,11.14) rilancia a noi l’invito affettuoso di Dio Padre ai suoi figli [Evangelii Gaudium, 4].

Il volto di Dio, che ci è stato rivelato da Gesù, con le sue parole ispirate e i suoi gesti d’amore, è attraente, bello, solare. Il suo obiettivo non è di essere obbedito, pregato, venerato dai suoi figli molto spesso ribelli e insoddisfatti, ma di adoperare tutta la sua pedagogia per crescere figli felici, insegnandoci le condizioni per una vita buona e beata.

Scopo di tutta la Bibbia, di tutta la storia sacra, di tutto il lungo dialogo tra cielo e terra è generare uomini gioiosi, liberi, capaci di amare davvero.

Tràttati bene” non è un invito a vivere in modo avido o narcisistico, ma con venerazione per l’opera di bellezza e di grazia che il creatore ha compiuto e continua a compiere in te: vògliti bene, non privarti mai dell’umile piacere di vivere, vivi bene le piccole e grandi gioie della vita.

Secondo una tradizione rabbinica, nell’ultimo giorno il Santo porrà a ciascuno due domande. Nella prima non chiederà “Perché non sei stato santo come Abramo o Mosè?”, ma semplicemente “Perché non sei stato te stesso?”. Con i tuoi talenti e i tuoi limiti.

La seconda sarà: “Perché non hai goduto di tutte le cose belle che ho posto sulla tua strada e ti sei privato di felicità, facendomi sprecare i doni della creazione?”.

Dunque il primo esercizio spirituale per mantenere in buona salute la nostra anima ha a che fare con la gioia. La prima domanda di tutto il cammino spirituale non riguarda peccati o virtù, ma questo sentimento. Verifichiamoci: sono contento di come vivo? che cosa mi fa felice?

“L’uomo segue quella strada dove il suo cuore gli dice che troverà la felicità” (S. Agostino). E il Vangelo ne possiede la chiave.

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