Il territorio del Comune di Varese potrà fregiarsi tra poco tempo di due nuove aree a parco. Questo annuncio è stato dato dagli organi di informazione che hanno riportato un annuncio dell’assessore alla Tutela ambientale del Comune di Varese.
Di ciò sono chiaramente gioioso e contento. Lo è, certamente, anche l’assessore. Ora, come gli ho da poco detto, è da raggiungere il traguardo più importante: fare in modo che le aree a parco vengano vissute dai cittadini, sorvegliate e valorizzate. I progetti confido vengano dati in visione alle Associazioni ambientaliste come al corpo sociale prima di una decisione definitiva. Non ci sarà nulla da obiettare ma, come ho detto ancora, è giusto che la popolazione interessata venga informata adeguatamente quando la discussione al riguardo dei progetti sia ancora aperta. Se vi fossero decisioni già chiuse (perché già perfezionate dalla passata amministrazione), sarebbe in ogni caso opportuno informare il corpo sociale di quanto sia stato fatto a suo uso e consumo. La popolazione deve essere, infatti, chiamata da subito a darsi da fare in modo che i parchi non possano perdere di valore e di attrattività.
Perché, allora, non organizzare da parte del Comune riunioni dedicate, nei quartieri interessati, almeno due volte all’anno, e promuovere la nomina di sentinelle scelte all’interno del corpo sociale… Bisogna dare un segno ai tanti che non votano alle elezioni e che pensano che le istituzioni guardino solo a se stesse. I cittadini devono poter avere momenti per chiedere, a cui devono corrispondere, in tempi rapidi, risposte pratiche e pertinenti da parte delle istituzioni competenti.
Per quanto riguarda il primo parco (a San Fermo), esso sarà realizzato in un’area verde, adagiata tra i palazzi, di 10.000 m quadri che presto verrà attrezzata. L’assessore ha anticipato alcune delle caratteristiche che avrà il nuovo giardino pubblico: giochi per bambini, nuove panchine, una mini-pista ciclabile, qualche pianta in più. Il progetto presentato in Giunta comunale sarà solo un elaborato preliminare. Andrà dunque trasformato in definitivo ed esecutivo, prima che venga dato il via agli interventi. L’ipotesi è di riuscire a valorizzare l’area nella prossima primavera. Attualmente la stessa non è recintata.
Il secondo parco (un maxi-parco) da oltre 40.000 m² tra Giubiano, Biumo Inferiore e Belforte, sarà raggiungibile da via della Guaralda. Questa è una grande area aperta ai varesini che il Comune ha acquisito a lotti, nel corso degli anni, soprattutto negli anni ’70, come compensazione dei palazzi che venivano costruiti in città da privati. L’utilizzo è sempre stato agricolo-campestre: raccolta fieno, ingressi per camminate o per fare jogging. Ora si procederà a fare il salto di qualità: il parco sarà attrezzato con giochi, panchine e illuminazione; saranno preservati gli alberi e inoltre ne verranno aggiunti duecento, tra cui gelsi, carpini e altri, realizzando così un percorso per camminate all’ombra delle piante. I lavori sono affidati a un’impresa siciliana, vincitrice dell’ appalto. Il parco multifunzioni (rurale, divertimento e jogging) dovrebbe essere inaugurato in primavera.
Ho chiesto anche all’assessore di fare qualcosa di più che costruire aree a parco ben fruite dalla popolazione (che non è certo un’operazione scontata, anzi). È ottimale ragionare in questo senso, ma facciamo inoltre una capillare attività promozionale per cercare di promuovere nella popolazione anche comportamenti attivi, volti alla collaborazione tra cittadini e ad una gestione attiva dello spazio verde e delle abitazioni prossime ai parchi; perché ogni sfruttamento di energia avvenga con il più alto risparmio possibile.
Mi spiego. Guardando alla sharing economy, il comune di Varese avrebbe l’opportunità di valorizzare e creare le condizioni affinché le iniziative e le spinte che partono dai cittadini e dalle imprese diventino opportunità di crescita per la città; di fare dunque un passo in avanti verso una nuova concezione di rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini, basato sulla collaborazione, che preveda processi innovativi aperti che comprendano anche fasi di consultazione con soggetti privati.
La cooperazione – grazie alla forte tradizione mutualistico-cooperativa dell’Italia – ha un ruolo centrale nel facilitare l’incontro tra persone, interpretare bisogni e generare servizi utili allo sviluppo della green economy. L’economia collaborativa ha le sue radici nella cooperazione che al proprio interno ha già sviluppato forme associative in grado di accompagnare e sostenere le iniziative che partono dal basso che in questi anni si stanno sviluppando.
Il Comune regalando alla collettività un meraviglioso spazio verde (anzi due) potrebbe: promuovere comportamenti idonei ad aumentare la consapevolezza dei cittadini sui vantaggi ambientali ed economici derivanti dalla razionalizzazione dei consumi; sviluppare e testare strumenti per aiutare le famiglie a valutare e ridurre i propri consumi e sperimentare azioni di risparmio collaborative tra cittadini (che vivono insieme o che condividono spazi e interessi); conseguire una effettiva riduzione dei consumi nelle abitazioni e negli edifici; sostenere l’adozione di piccole tecnologie e soluzioni smart in grado di favorire il risparmio delle risorse (acqua, energia, rifiuti); valorizzare le tecnologie innovative per supportare lo sviluppo della green economy a livello locale; promuovere aggiornamenti delle politiche pubbliche ambientali a sostegno delle famiglie e della green economy.
Ci vuole un impegno maggiore rispetto a quello solitamente mostrato da parte degli amministratori e dei tecnici comunali. Però è un impegno che va richiesto.
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