Che cosa accomuna Ottavio Missoni e Marc Chagall, due grandi del secolo scorso? Forse il colore che tinge la vita, anche la più grigia, forse la propensione a considerare la vita come un sogno, a vivere in una dimensione parallela dove (il colore la tinge) l’animus ludens che ciascuno ha in sé, a volte sopito a volte attivo, la intride e trasforma luoghi e situazioni rendendoli accattivanti in una giocosità creativa… È questa duplice interpretazione che ha spinto il Museo archeologico di Sesto Calende ad affidare a Luca Missoni il compito di organizzare, insieme a Sara Pallavicini e Giovanni Lettini, la mostra ‘Sogno e colore’ che si avvale di una cinquantina di opere di Marc Chagall dialoganti con arazzi e ‘prove tessili’ e ‘bozzetti d’autore’ di Ottavio Missoni.
I due artisti sono accomunati dall’essere entrambi profughi dalla terra natia, per ragioni legate alla follia razionale della politica e della guerra e dall’aver conservato del loro ’nido’, della terra d’infanzia, una visione magica trasognata mai nostalgica o triste, che lasciano emergere in una poetica lontana dalle consuetudini, in realizzazioni dal sapore fiabesco, sia esse delle prove tessili o narrazione dei testi sacri.
Pochi tratti bastano ad illuminare le loro vite. Chagall nasce nel 1887 a Vitebsk, in Bielorussia, da una famiglia ebrea, acquisita la nazionalità francese è costretto a emigrare negli Stati Uniti a causa della persecuzione nazista. Ottavio Missoni nasce nel 1921 a Ragusa trascorre l’adolescenza a Zara, in una Dalmazia terra veneziana che, dopo la prima guerra mondiale, è territorio d’Italia. Combatte nella seconda guerra mondiale, è prigioniero di guerra in Egitto e poi è costretto all’esilio dall’Istria dopo il 1945.
“C’era la possibilità di esporre le opere della Fondazione Chagall – spiega Luca Missoni – e il comune di Sesto Calende mi ha proposto di esporle insieme ad alcune opere di mio padre, vedendo una affinità tra i due personaggi… Io ho sempre apprezzato la componente fantastica dell’opera di Chagall, la sua realtà fiabesca, gli elementi figurativi della memoria che si scompongono in un mondo colorato comunicando una dimensione ottimistica della vita. Lo stesso posso dire dell’opera artistica di mio padre Ottavio Missoni: i suoi arazzi sono composti da ritagli di maglia colorata che illustrano memorie. Una dimensione poetica e felice”.
Gli arazzi sono prova della capacità artistica di creare con qualunque materiale si abbia a disposizione, purché si abbia qualcosa da esprimere, insieme al desiderio alla gioia di farlo. Missoni usa filati con accostamenti texture e combinazioni diverse, li mescola come le note in uno spartito mostrando la padronanza della materia e della tecnica che concretizza in tessuti e maglie uniche sofisticate ricercate, frutto di un lavoro che è in primis l’espressione giocosa di una ricchezza interiore. I tessuti sono la concretizzazione del suo modus operandi zingaresco, fuori dalle regole, di creare motivi a zig-zag, strisce, onde, patchwork, geometrie e motivi floreali, con vivacità gioiosa. “Il colore è parte integrante del mio Dna” diceva Ottavio Missoni. “Dalla Dalmazia, da Ragusa ho portato con me il blu e il rosso e l’arancione dei tramonti sul mare Adriatico. Caldo discorso giallo e marrone su rocce e sabbie, eroso dalle onde; neri non possono mancare, si amalgamano e poi il viola, il mio colore preferito, in tutte le sue sfumature. Anche se non si nota a prima vista, è sempre presente”.
Anche Chagall elabora una poetica giocosa, a tratti onirica, a tratti fanciullesca per riscrive pagine della Bibbia, scrive: “Nelle nostre vite c’è un solo colore che dona senso all’arte e alla vita stessa. Il colore dell’amore”. E di amore è ammantata la sua produzione. Esemplari le litografie dalla serie dell’Esodo, realizzate con tecniche surrealiste.
Chagall è uno dei pochi artisti, del XX secolo, infatti, che si sono cimentati nella realizzazione di soggetti a carattere religioso. Inizia nel 1930 quando accetta di illustrare pagine della Bibbia: oltre cento acqueforti create con la collaborazione di Raymond Haasen, accompagnate da versetti del testo sacro. Poi le litografie che illustrano in particolare le pagine dell’Esodo. Gli episodi mostrano la volontà dell’autore, intrisa di forte religiosità, di aderire quanto più possibile al testo: le figure rappresentano personaggi biblici, angeli e animali riprodotti con sprazzi di colore che esacerbano le scene. Tra le opere in esposizione ‘Il roveto ardente’: la luce divina proiettata dall’alto senza generare ombre illumina il rosso del fuoco spanto a larghe gettate di colore cui si oppongono i colori freddi dell’abito di Mosè inginocchiato tra le bianche pecore.
Nel ‘Sacrificio di Isacco’ è palpabile il pathos del momento: l’amore del padre per il figlio, che per un volere divino dev’essere ucciso. Isacco è colorato in giallo, Abramo ha il volto drammaticamente rosso. La lettura dell’opera è simbolica: per Chagall Abramo che immola il figlio è il Cristo che grida: “Padre non la mia ma la tua volontà sia fatta!”. Nell’opera ‘Il vitello d’oro’ la scena si compone in una circonferenza che vede al centro l’idolo osannato su cui convergono gli sguardi fissi e idioti di una folla delirante: Israele ha abdicato alla ragionevole religiosità dei popolo eletto. L’autore istituisce un parallelismo tra il racconto biblico e l’immagine che assume valore didattico didascalico, pur mantenendo il valore artistico della resa formale e dell’uso spregiudicato e infantile al tempo stesso di una infinità di sfumature di colore e, nelle opere in bianco e nero, nel ricercato uso di sfumature di luce.
Una nota importante da sottolineare è la collocazione delle opere in un Museo archeologico che espone preziosi manufatti, monili, anfore, contenitori, armi di uomini vissuti migliaia di anni fa: reperti che sottolineano la preziosità della vita e delle sue manifestazioni artistiche in ogni tempo.
La mostra rimarrà aperta sino al 31 dicembre 2016.
Sogno e colore Sale del Museo di Sesto Calende, Palazzo Comunale in Piazza Mazzini Lunedì – Apertura su Prenotazione per Aziende Martedì, Mercoledì, Giovedì e Venerdì – dalle ore 10 alle 13.00 e dalle 15 alle 18.00
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