Il campionato se lo prende la Juve. E non se ne parli più. Se lo prende (“panchina” permettendo) senza neppure lasciare il posto a quelle incertezze di organizzazione di gioco che avevano messo in difficoltà, lo scorso anno. Allegri chiaramente impacciato nel mettere assieme la squadra all’inizio facendo, addirittura, temere il peggio agli juventini e facendo sperare agli altri. Difficoltà fin troppo non previste prima dell’inizio del campionato e che erano, invece, prevedibilissime anche secondo il parere, chiaramente espresso allora, da chi scrive.
Beppe Marotta non ha, certo, avuto difficoltà nella sua mietitura del grano migliore in ogni campo accingendo spiga su spiga alla sua raccolta. Fin troppo facile per lui munito di una borsa meglio di un finanziere che più florida non potrebbe essere, per lui, il Beppe che poteva certo, anche essere capace di scelte più ponderose. Ma non gli serve. Il “quant al custa” di Giovanni Borghi è tornato in auge fortemente rinforzandosi in quel di Torino.
E che a Marotta le cose vadano bene a Varese non spiacerà a nessuno juventini e no. Insomma con il suo bagaglio di campioni la squadra bianco-nera ha ben poco (o nulla) da temere ma è ancor meno da temere pensando a quell’intramontabile difesa che è il reparto più completo di tutta la squadra cui è consentito di giocare in totale tranquillità.
La Juve, dunque, al galoppo sempre, però con il pensiero a quella Coppa diventata qualcosa come un incubo.
Per il resto, quanto al campionato, Roma, Milan e soprattutto Napoli devono ancora rinsaldarsi.
Nel Milan la cosa più interessante è quel ragazzino sedicenne che si chiama Donnarumma addirittura convocato per la Nazionale con tanto di risonanza mediatica nella chiamata.
Si è visto lo spirito di scopritore di Ventura considerata l’abbondanza di eccellenti portieri in Italia è quanto meno dubbio che Conte avrebbe fatto la stessa scelta. Un ragazzino questo che ricorda l’arrivo a Varese di tale Michelangelo Rampulla autentico fuoriclasse che pur percorrendo una strada felicissima anche dopo Varese, meritava una più splendente.
Comparì una prima volta nella porta biancorossa negli ultimi quindici minuti di un allenamento disputato dalla squadra biancorossa, non ricordo se a Malnate o a Venegono. Fulminò il sottoscritto che al termine si rivolse a Fascetti, mister di allora della squadra, con testuali parole: “Ma chi è quel fenomeno in porta?”.
Un Fascetti stupefatto non meno di chi scrive rispose con poche parole “Visto che roba?”. E, purtroppo per lui, non ebbe parole neppure il pur bravissimo Zunico che destinato a titolare dovette farsi da parte.
Se fosse finito in una squadra importante Rampulla sarebbe stato non meno bravo dell’attuale campioncino del Milan.
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