Dell’inquinamento a Gavirate e a Bardello si è parlato nel corso di una settimana fa a ottobre nell’aula consiliare del comune di Gavirate. C’erano, tra gli altri, i due portavoce dei residenti toccati dal problema (che hanno raccolto poco meno di quattrocento firme, tutte consegnate al sindaco di Gavirate), il sottoscritto, nella veste di presidente di Amici della Terra, e il professor Leonardo Salvemini, cattedratico di diritto ambientale. Tra il folto pubblico interessato e partecipe (e vittima dell’inquinamento atmosferico e acustico giornaliero e notturno), hanno preso la parola il vicesindaco di Bardello e il vicesindaco di Gavirate.
Il pubblico dibattito ha avuto due scopi ben precisi: fare presente la presenza dell’inquinamento che perdura incessantemente dal 2004 (malgrado ripetute denunce e raccolte di firme) e cercare soluzioni non solo per discuterne ma soprattutto per cercare di affrontare in tempi contenuti e risolvere una volta per tutte il problema. Al termine di questo, ho subito scritto al sindaco del comune di Gavirate facendo presente che cercavo il suo aiuto anche e perché non avrei per nulla smesso di occuparmi di questo problema davvero esasperante per chi si trova a subirlo.
Al sindaco ho ribadito quanto già le avevo chiesto per lettera in passato e quindi una corretta applicazione della Dgr Lombardia 3018 del 15 febbraio 2012 (le linee guida emanate dalla Regione Lombardia per caratterizzare le emissioni odorigine che sono un utile strumento per rispondere in modo oggettivo alla domanda di contrastarle) e la implementazione del tavolo istituito dal sindaco per contrastare l’inquinamento al quale siedono i sindaci dei comuni interessati e Arpa Varese. Per potere essere completo, questo tavolo deve infatti comprendere come indicato nel vigente Testo unico sulla materia ambientale (primi tre articoli subalterni compresi), i cittadini interessati e le associazioni interessate a farne parte (come lo è appunto Amici della Terra).
Ho scritto non solo di una sua opportunità ma di un suo obbligo giuridico, e ciò a principiare dalla sessione del tavolo già convocata in tempi molto contenuti, senza quindi indugio. Ho chiesto anche che questo tavolo continui la sua attività fino alla risoluzione del problema e ho fatto inoltre presente come, per una ragione di completezza, sia opportuno che all’azione di Arpa, sia affiancata anche quella di Ats Insubria che deve fornire risposte sanitarie come richiesto dalla popolazione anche nel corso del dibattito.
Le linee guida lombarde prevedono che si attivi un’indagine preliminare conoscitiva del fenomeno di disturbo, ogni qualvolta ci siano ricorrenti e significative segnalazioni da parte della popolazione residente nel territorio circostante, lo o gli insediamenti produttivi potenziali causa di odori, come in questo caso. Dalla elaborazione delle segnalazioni, opportunamente integrate con i dati sugli insediamenti produttivi esistenti e su eventuali ulteriori verifiche territoriali disposte d’ufficio, si potrà pervenire ad una identificazione e quantificazione delle fonti inquinanti, a base di ulteriori provvedimenti correttivi, in clima di trasparenza e condivisione.
Al pubblico dibattito, non c’è stata la partecipazione di Arpa e Ats, seppure invitate a fare presente il proprio parere scientifico. Ciò è molto grave, perché nessuno voleva renderle oggetto di una inquisizione, ma avrei desiderato che avvenisse quanto la Legge pone tra gli scopi di codesti enti: tranquillizzare la popolazione e dare una certezza scientifica sugli adempimenti che è opportuno prendere.
Nel corso del convegno è stato pure detto come il compito del sindaco sia anche quello di essere un coordinatore generale e quindi di mettere a sedere attorno al tavolo sull’inquinamento (quindi con i rappresentanti di Amici della Terra Varese e con i cittadini) i rappresentanti della Associazione industriali, dei piccoli industriali e dei sindacati.
Come ha affermato il professor Salvemini è, del resto, interesse di tutti poter trovare una composizione ai problemi, prima che scattino delle denunce alla magistratura, che in caso di immobilità delle istituzioni avrebbe ragione di potersi muovere. Prima insomma del Codice penale è giusto cercare di fare uso del Codice civile e del Diritto amministrativo. Mi hanno telefonato il sindaco e il vicesindaco del comune di Gavirate per convocare la mia persona e i due portavoce dei residenti toccati dal problema.
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