Scorre placida la navigazione della giunta di centrosinistra nel capoluogo Varese: è ancora presto per giudicare i risultati, mentre l’opposizione pare non si sia ancora ripresa dalla batosta elettorale e non trovi di meglio di accusare il sindaco di importare criminalità e stranieri, fatti peraltro del tutto estranei alle volontà dei primi cittadini di Palazzo Estense (a proposito, i mendicanti sono sempre ai semafori nonostante tutti i candidati sindaci avessero promesso la loro cacciata, ovviamente).
Ma sotto la cenere arde il fuoco, diceva Piero Chiara, e in realtà la giunta si trova già alle prese con le prime difficoltà. I primi cento giorni hanno portato in sostanza l’avvio della sosta gratis ma solo in alcune delle vie del centro, una misura peraltro di difficile fruizione, e la riorganizzazione del Comune con un valzer di dirigenti che sa di “spoil system”, secondo i desiderata del primo cittadino, che si occupa in prima persona del personale. Due finora i progetti davvero avviati. La variante del PGT, che sta viaggiando a pieno ritmo con l’avvio del procedimento; e l’iter del nuovo parcheggio di via Sempione, anche se quest’ultimo è un progetto della giunta Fontana approvato dal precedente Consiglio Comunale ma confermato da Galimberti.
Uno snodo davvero importante sarà invece il 30 novembre, quando sapremo l’entità del finanziamento del fondo periferie per la sistemazione delle stazioni ferroviarie (non si tratta però delle stazioni unificate, come erroneamente confuso da qualcuno). I soldi arriveranno, ma vedremo quanti: Galimberti ha chiesto 18 milioni di euro. L’aspetto più importante è la mega passerella pedonale che unirà le due stazioni, e solo con un cospicuo finanziamento si potrà realizzare. Mentre il nuovo parcheggio dell’ospedale Del Ponte sarà realizzato da un privato che aveva già concordato con la giunta precedente l’utilizzo dell’area. Palazzo Estense d’altronde punta tantissimo sui fondi statali ed europei: anche un nuovo progetto di ristrutturazione della stazione funicolare del Campo dei fiori viaggia su una richiesta di finanziamento.
A che punto siamo con i grandi progetti? Sacro Monte, lago, l’accesso e la viabilità, e piazza Repubblica? Galimberti per buona parte di queste opere chiede i soldi a Renzi e al Cipe. Vedremo. La prima grande incertezza è sul progetto di Piazza Repubblica, dove i soldi li deve mettere Maroni: la giunta ha abbandonato l’idea di rifare il teatro e costruire palazzi sulla collina del rettorato universitario abbattendo l’ex collegio ma vorrebbe procedere con la rottamazione della Caserma Garibaldi per trasformarla presumibilmente in una biblioteca. Galimberti sta in sostanza dicendo, senza dirlo apertamente, che è colpa delle Regione che sta ritardando le riunioni del collegio di vigilanza dell’accordo di programma, ma in verità ci si sarebbe aspettati un’accelerazione su questo fronte. L’aria che tira è incerta e su piazza Repubblica non si intravede per ora una scelta precisa e ben organizzata.
Il contesto politico infine ha il suo peso: il sindaco si è guadagnato molta simpatia con i giovedì di ricevimento, ma i problemi della città rimangono aperti e soprattutto manca un’impronta che dia l’impressione di un cambiamento di passo vero rispetto al passato. Al suo interno, inoltre, la maggioranza sta covando le divisioni emerse con le scelte di Galimberti di costituire una giunta composta solo di fedelissimi o esterni di sua fiducia.
Gli assessori al bilancio e al commercio ad esempio sono praticamente scomparsi dai radar, e appaiono solo delle comparse sotto l’ala protettrice dal sindaco. Interessante invece il ruolo del raffinato assessore alla cultura Roberto Cecchi, l’attivismo del giovane assessore all’urbanistica e lavori pubblici Andrea Civati e anche l’iper attivismo di Daniele Zanzi, vero factotum cittadino, sempre a caccia di buche da tappare o emergenze della sicurezza. Proprio Zanzi è apparso in questi mesi come l’anima più generosa e civica della giunta, mentre il sindaco Galimberti si sta invece scoprendo politico molto abile nelle stanze del potere, ad esempio nel suo partito, dove pare stia sfacendo valere con una certa decisione chirurgica il suo ruolo di capo.
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