Giovedì 13 ottobre, presso la Chiesa parrocchiale di san Maurizio a Vedano Olona, L’Associazione Fiera di San Pancrazio ha promosso l’evento “Restaurare il Cielo”, ospitando la conferenza sui restauri della Basilica della natività di Betlemme, iniziati tre anni fa e ancora in corso.
Sono intervenuti Mariella Carlotti, insegnante e curatrice della mostra, e Marcello Piacenti, in rappresentanza della Piacenti S.p.a, la ditta italiana che ha vinto il bando internazionale per il restauro della Basilica.
La mostra (esposta presso la Chiesa di San Giorgio a Venegono Superiore, dal 12 al 15 ottobre- nella sala ACLI in Piazza Ss. Giacomo e Filippo a Venegono Inferiore dal 16 al 18 ottobre- nella Chiesa di San Pancrazio a Vedano Olona dal 19 al 24 ottobre, con visite guidate nei pomeriggi di sabato e domenica) vuole essere il racconto di una storia di pace e collaborazione di uomini di diverse nazionalità e religioni che in una zona da sempre segnata dalla guerra, collaborano alla cura e alla salvaguardia di un luogo di autentica bellezza, testimonianza presente di uno dei fatti fondamentali della storia dell’umanità: la nascita di Cristo.
“L’eccellenza italiana non è solo la qualità del prodotto, ma saper mettere insieme l’impossibile”, così Mariella Carlotti commenta le abilità dei restauratori italiani e di Marcello Piacenti, che per mandare avanti questo cantiere al meglio ha ricorso alla collaborazione di cinquanta aziende e 169 consulenti, ha lavorato di notte per non disturbare le celebrazioni di giorno e non si è fermato neppure durante il periodo dei bombardamenti sulla striscia di Gaza. È ancora Mariella Carlotti a sottolineare che non possiamo avere futuro se non insieme. I luoghi dove si costruisce questo “insieme” sono i cantieri e le scuole, lì si può e si deve imparare a vedere nel vicino una risorsa e una ricchezza. Se riusciremo a trasformare il nostro sguardo avremo in premio la pace, altrimenti l’umanità potrà vivere solo di tregue.
Con questo modo di pensare un cantiere dall’aspetto medievale, per l’eterogeneità e la diversità di competenze dei suoi componenti, la cui età media è di circa trent’anni, ha restaurato il tetto, danneggiato a tal punto da far piovere dentro la Basilica e il nartece, togliendo i contrafforti e permettendo di ammirare la porta di legno, che reca due scritte in armeno e in arabo, a lode del Dio dei Cristiani e di Allah.
Infine, il restauro dei mosaici: più di un milione e mezzo di tessere analizzate e misurate una a una. Storie della vita di Cristo, Santi, gli Angeli dell’annuncio e i Concili della Chiesa che prende coscienza di sé.
Dei ventiquattro angeli originari, prima dei restauri, ne restavano visibili purtroppo solo sei. I restauri hanno permesso di portarne alla luce un settimo. Quando papa Francesco è stato informato di questo ritrovamento ha commentato che anche le nostre comunità ecclesiali sono oggi “incrostate” da uno strato di guerre, violenze, persecuzioni e problemi morali. Tuttavia, sotto questo strato che sembra impenetrabile, si nasconde una luce luminosa come il volto dell’Angelo ritrovato, che riflette la Gloria di Cristo. Tutti noi con le nostre azioni e progetti, possiamo collaborare al restauro della Chiesa perché essa rifletta la luce dell’incarnazione di Cristo.
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