Il 31 ottobre prossimo a Lund in Svezia papa Francesco si incontrerà con gli esponenti della Federazione luterana mondiale per celebrare i 500 anni della Riforma. Già durante il ritorno dal viaggio in Armenia ha tessuto un elogio di Lutero, dichiarando che il suo distacco traumatico dalla Chiesa fu per questa un’autentica medicina e in più occasioni ha affermato che “la vita è più grande delle spiegazioni e interpretazioni “.
I contrasti di dottrina è meglio lasciarli alle discussioni dei teologi, “che confinerebbe volentieri in un’isola deserta”. Contrario ai festeggiamenti si è palesato invece il cardinale Gerhard Müller, prefetto della Congregazione della dottrina della fede, temendo un “altro passo verso la protestantizzazione della Chiesa cattolica”.
All’inizio dell’ultimo sinodo una lettera di tredici cardinali provenienti dai cinque continenti metteva in guardia papa Francesco dal portare la Chiesa al collasso delle Chiese protestanti, accelerato dal loro abbandono della fede e della pratica cristiana in nome dell’adattamento pastorale (le due ultime righe peraltro venivano cancellate). Pace e riconciliazione in un mondo lacerato dai conflitti e dalla violenza ispirano ecumenicamente questi pur difficili e ardui ravvicinamenti.
Già è intervenuta il 31 ottobre 1999 ad Augusta una Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione. Un documento del 2013 “Dal conflitto alla comunione” fa presente la necessità di descrivere insieme, luterani e cattolici, la storia della Riforma.
Cominciando dal problema del papato la Chiesa cattolica nella “Ut unum sint” propone di mutare le forme di esercizio del primato, mentre per i protestanti un reale mutamento deve invece riguardare la sostanza, né può mancare una comprensione non autoritaria dei rapporti intraecclesiali. In merito al ministero vige per i protestanti la dottrina del sacerdozio universale dei credenti (vedi le classiche formulazioni di Lutero: “Tutti i cristiani appartengono letteralmente allo stato sacerdotale e non c’è tra loro alcuna differenza, che non sia quella del compito proprio di ciascuno, come dice Paolo in 1 Cor.12, che tutti insieme siamo un unico corpo, ma ogni membro ha un suo ufficio particolare. con cui essere utile agli altri… Noi tutti infatti siamo consacrati sacerdoti mediante il battesimo… Ne deriva che tra laici e preti, principi e vescovi e – com’essi dicono – clero e laicato, non c’è in fondo e in verità differenza alcuna, se non quella propria all’ufficio e all’opera di ciascuno e non già al suo stato” (uguaglianza dei membri della Chiesa senza subordinazione).
Il Concilio Vaticano II asserisce invece che tra i due sacerdozi – sacerdozio in comune dei fedeli in virtù del battesimo (vedi Lumen Gentium 10) e sacerdozio ministeriale o gerarchico – c’è una differenza di essenza e non solo di grado. Per i protestanti pertanto la teologia del laicato ne esalta la consapevolezza e la centralità. Mentre nel cattolicesimo romano l’autorità conciliare o sinodale è stata dogmaticamente subordinata a quella del Pontefice, il Protestantesimo intende il sinodo come assemblea rappresentativa della Chiesa nella pluralità dei suoi ministeri e nella totalità dei suoi membri.
Per concludere vale per i cattolici il principio della comunione gerarchica in termini prevalentemente sacramentali, mentre per i protestanti “la Chiesa è la comunità di fratelli e sorelle, in cui Gesù Cristo è presente e agisce come Signore nella Parola e nel sacramento per mezzo dello Spirito Santo”(dichiarazione teologica di Barmen tesi 3, Barmen 1934).
Lutero ha affermato la sovranità della grazia senza il valore delle opere dell’uomo (esclusa la teologia dei meriti e dell’intercessione dei santi, le indulgenze ecc.) e per l’essere umano la libertà stessa comunicata nella sua incondizionatezza e quindi nella sua gratuità.
Nell’atto di coscienza della presa di responsabilità viene tolta al peccato una valenza deterministica o fatale. Il pecca fortiter di Lutero non va tradotto con forza, ma essendo forte. L’innocenza è il substrato di ogni atto, ma in quanto c’è una colpa lavata, un’assunzione della realtà del peccato, che va oltre la dimensione antropologica di responsabilità, per diventare l’opera unica e infinita di Cristo.
Qui il contrasto tra l’ottimismo antropologico di umanesimo e Cattolicesimo di fronte al pessimismo antropologico protestante. Nel De servo arbitrio di Lutero, contrapposto al De libero arbitrio d’Erasmo, sono contemplate solo le scelte contingenti della vita, mentre nella questione fondamentale della salvezza l’uomo rimane prigioniero del suo peccato e non sceglie rettamente, se non è liberato da Dio stesso.La predestinazione,dogma fondamentale per i calvinisti, denuncia la reale incommensurabilità tra il piano della scelta di Dio e quello della storia umana.
Il soggetto umano non è arbitro della scelta, ma si trova nel pieno del contrasto, che solo Dio può risolvere. Quanto ai contenuti essenziali della fede cristiana i protestanti rimangono fedeli ai grandi Simboli della Chiesa antica (Simbolo Apostolico, Simbolo ecumenico Niceno-Costantinopolitano del 381, Simbolo d’Atanasio). Si tratta di una teologia dichiaratamente trinitaria, in cui lo Spirito Santo attua la sua dinamica.
Per quanto attiene ai sacramenti, amministrati dalla Chiesa in termini di servizio (preminenza assoluta di battesimo ed eucaristia biblicamente fondati) sono per i protestanti segni, non cosa in sé, non materializzazione della cosa. Gli altri sacramenti appartengono alla dimensione dell’invocazione e dell’attesa nella vita cristiana, pur nella certezza dell’esaudimento.
La famiglia non è legata al sacramento, il matrimonio non ne fa parte. Quanto alla Cena del Signore dopo l’incontro di Marburgo del 1529 si è affermata la tesi della consustanziazione (il corpo di Cristo è unito al pane). Nel pensiero di Zwingli si ha una concezione simbolica della presenza reale di Cristo. Vale invece per i cattolici il principio della transustanziazione e della Messa come sacrificio (nel sacramento è il veicolo principale della grazia). Questo è sull’altro versante riferito esclusivamente alla croce di Cristo e il veicolo principale è ravvisato nella parola di Dio. Comunque il sacramento non possiede una realtà più forte di quella della Parola; quello che la Parola annuncia è lo stesso identico contenuto del sacramento. Il contenuto di Parola e sacramento è identico.
La Chiesa si comprende come “creatura Verbi”, figlia della Parola e non più come Chiesa del sacramento.
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