La più importante conquista del pacifismo mondiale nel dopoguerra è in dirittura d’arrivo lanciata dal gruppo di lavoro ONU di Ginevra sul disarmo nucleare.
Gli Stati non nucleari hanno lanciato il cuore oltre l’ostacolo ed il 19 agosto hanno deciso che, essendo maggioranza, l’ONU dovrà, con un Trattato, persino con le potenze nucleari in disaccordo, dichiarare fuori legge le armi nucleari, così come ha già fatto con le armi chimiche e biologiche.
Il Trattato aprirà la strada a negoziati per una Convenzione che elimini effettivamente gli ordigni atomici: si può bene capire che negoziare per distruggere armi dichiarate “criminali” è ben altra cosa che farlo per armi “legalizzate” dal Trattato Internazionale per la Non Proliferazione (TNP), anche se in via provvisoria! (Per approfondire l’argomento si veda l’articolo di Luigi Mosca apparso sul sito di Massa Critica)
La “buona novella” per la sopravvivenza di tutta l’Umanità è stata annunciata in Italia durante un convegno il 23 settembre a Palermo nel quale i nonviolenti hanno avanzato le loro proposte su “Pace, difesa e sicurezza nel Mediterraneo”.
Considerato che la grande stampa non ha dedicato ad essa – la buona novella della messa al bando giuridica delle armi nucleari – un rigo, a mio avviso, vale la pena di seguire l’esito del convegno non foss’altro che per questo motivo.
Ma la discussione ha avanzato nuove proposte sulla difesa nonviolenta, che, per quanto riguarda in particolare ambasciate di pace e corpi civili di pace, non nascono da semplici sogni accademici, o dalla progettazione “pacifista” sul servizio civile, ma dalle rischiose ed esemplari esperienze della Casa per la Pace a Bagdad (1990-1991), dall’Ambasciata di Pace a Pristina (1995-1997), eredi della Resistenza nonviolenta di Comiso.
La proposta nonviolenta per la sicurezza nel Mediterraneo è basata sulla cooperazione nella conversione energetica ed ecologica (a partire dall’attuazione degli accordi sul clima di Parigi su cui in questo blog ho trattato diffusamente) e su un concetto di difesa basata sulla forza dell’unione popolare, che ricerca la pace per la via della pace. Il diritto della pace è un caposaldo della nostra Costituzione, – che si vorrebbe purtroppo cambiare senza un approfondito dibattito – che corrisponde ad una straordinaria opportunità per affrontare il futuro, onde evitare guerre di cui si fa garante con leggerezza il nostro Governo senza un adeguato coinvolgimento del Parlamento e dell’opinione pubblica. Quello che sta avvenendo a Ginevra e in sede ONU deve spingerci a considerare la pace e il rifiuto dell’arma nucleare il più importante di tutti i diritti.
You must be logged in to post a comment Login