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In Confidenza

UN DIO “SVUOTATO”

Don ERMINIO VILLA - 16/09/2016

lebbrosoSan Francesco stesso ci ricorda che l’episodio dell’incontro col lebbroso nella piana di Assisi – spesso sottaciuto, perché troppo provocante – segna nella sua vita come un giro di boa, un gesto che ha qualificato la sua scelta vocazionale.

Tommaso da Celano – lui pure frate francescano – nella  biografia per noi posteri, scritta a pochissimi anni dalla morte del santo, racconta: “Nel tempo in cui aveva già cominciato, per grazia e potenza dell’Altissimo, ad avere pensieri santi e salutari, mentre era ancora mondano, un giorno incontrò un lebbroso: fece violenza a se stesso, gli si avvicinò e lo baciò”.

Stando a quel che si dice, qui non c’è nulla di miracoloso; solo l’incontro con una persona particolare e un gesto spontaneo, fatto a suo favore. Man mano che passano gli anni e aumentano le testimonianze per tener viva la memoria del Poverello, si amplifica l’atmosfera spirituale e straordinaria che aleggia attorno a quell’episodio.

È lo stesso autore, una ventina di anni dopo, che abbellisce così il suo commento: Francesco, dopo aver baciato il lebbroso e avergli dato un denaro, “subito risalì a cavallo, guardò qua e là – la campagna era aperta e libera tutt’attorno da ostacoli – ma non vide più il lebbroso”.

Un altro autorevole biografo francescano, san Bonaventura, qualche tempo dopo ancora, ci spiega che per Francesco il lebbroso è Cristo crocifisso, che “ha assunto l’aspetto spregevole di un lebbroso”. Morale della favola: Francesco ha baciato Cristo.

Il giudizio su un incontro così significativo comprende più di un valore. Davvero quel lebbroso, costretto a vivere al di là dei margini stessi della vita civile, ha toccato il cuore di un giovane sano e forte, bello e ricco, che ha superato il disprezzo e vinto la paura presenti in molti suoi concittadini.

Ma è anche vero che quel bacio fa diventare quel lebbroso Cristo, come per risvegliarlo in lui. Cristo era già lì, nel lebbroso, nella condizione di un uomo umiliato, svuotato della sua dignità.

Succede come in un gioco di specchi: all’interno della nostra avventura umana, se tu ti chini su di me, vedrai il tuo volto; ma anche se io mi chino su di te, vedrò il mio vero volto!

“Francesco ci impegna a far sbocciare fiori in carne ed ossa attorno a noi, sfiorando con le labbra e accarezzando con lo sguardo gli uomini e le donne che incrociamo sul nostro cammino, trasformando poveri uomini in poveri cristi” (Fra Fabio Scarsato).

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