(O) Finalmente qualche medaglia d’oro anche dalle Paralimpiadi; mi rattristava vedere vincere tanti altri, di nazioni che come la Gran Bretagna hanno una grande tradizione, ma anche di nazioni povere, che alle Olimpiadi “normali” non fanno di solito una gran figura.
(C) Un po’ di tristezza a me rimane comunque, per molte cause. Nel vedere fatiche eccessive, che mi sembrano sproporzionate. Credevo che qui albergasse ancora potente lo spirito dei De Coubertin: “l’importante è partecipare”, mentre vedo che in qualche caso c’è qualcosa che assomiglia troppo al professionismo. Mi riferisco a certi sport, specie di squadra, quando sento che certi campioni giocano in squadre di altre nazioni e anche di altri continenti. Mi auguro che accada solo per ricevere cure migliori.
(S) Rassegnati, è un mercato anche questo, muove gente, interessi spettacolo. Per i risultati sono felice senza ombra di tristezza, specie per i nostri varesotti, che testimoniano il brillante impegno della POLHA. Ci dobbiamo piuttosto chiedere se gli aiuti pubblici ai disabili in questo campo, come in altri più importanti della vita quotidiana, dal lavoro alla scuola alle barriere nei trasporti e città, siano davvero sufficienti.
(C) No che non lo sono! Per esperienza posso parlare della scuola, sia come genitore, sia come gestore di scuole paritarie. Ho già sollevato il problema della mancanza di insegnanti di sostegno in un’altra Apologia, ma oggi lo voglio ribadire con particolare riguardo alla Scuola dell’infanzia, dove un intervento precoce, prima di ricognizione, poi di aiuto gioverebbe a tante famiglie e forse, grazie alla prevenzione, ridurrebbe tante spese pubbliche successive.
(O) Nel mio, come dite voi, inguaribile ottimismo di sognatore mi limito a guardare il positivo della rappresentazione, anche spettacolare, di queste Paralimpiadi. L’ottimismo mi deriva dal vedere gente come Zanardi, capace di vincere nel ciclismo a 49 anni, ma soprattutto di dedicare la vittoria ad uno sfortunato atleta normodotato, ma infortunato per Rio, il saltatore Tamberi. Leggete i suoi pensieri: “Che bello. Ringrazio mia madre che mi ha messo al mondo, mia moglie che mi ama, mio figlio, il mio allenatore. Dove prendo tutta questa forza? Ma non serve, puoi fare quello che vuoi. Tante persone credono di aver già dato tutto e ancora non hanno tirato fuori il loro potenziale. Sono tre anni che ci dò dentro e sono contento di essere riuscito a costruire qualcosa di speciale” ha concluso.” Mi riconosco, ahimè, nella figura di chi crede di aver già dato tutto e, aggiungo, ritiene di aver avuto meno di quello che meritava. Così, quando rivedo ‘I MiserAbili’ interpretato dai disAbili dell’Anaconda, che lo veda in teatro o nel video, non posso non commuovermi, vedendo quanto possono dare di più le persone che in apparenza hanno di meno.
(S) A questo proposito devo dire a tutti che ci sarà una rappresentazione il prossimo 30 settembre al teatro di Abbiate Guazzone. Sarà la terza o la quarta volta, ma non me la perdo.
(O) Onirio Desti (S) Sebastiano Conformi (C) Costante
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