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Cultura

IL VERBANO DI CARLO ALBERTI

SERGIO REDAELLI - 09/09/2016

L’editore-libraio Carlo Alberti

L’editore-libraio Carlo Alberti

“Carlo Alberti è stato la molla propulsiva dello sviluppo degli studi sul lago Maggiore e gli vanno riconosciuti grandissimi meriti”: così lo storico luinese Pierangelo Frigerio sull’editore e libraio di Intra scomparso la sera del 26 agosto a novantun anni. Con Pier Giacomo Pisoni, Franco Vercelotti e don Claudio Mariani, il “nume” delle indagini sulle origini di Intra, Alberti e Frigerio fondarono nel 1979 la rivista Verbanus, organo ufficiale della Società dei Verbanisti, che Alberti avrebbe presieduto per oltre quindici anni.

Prima che nascesse Verbanus, il lago Maggiore era un bacino culturale quasi inesplorato. Il Bollettino storico della provincia di Novara trascurava le vicende del lago, Aquilino Zammaretti approfondiva gli studi esclusivamente su Cannobio e a Luino si pubblicava La Rotonda di Vittorio Sereni e Piero Chiara a cui sarebbe seguito Il Rondò. Molto vivace era la Val d’Ossola con don Tullio Bertamini e la rivista storica Oscellana che pubblicava quattro fascicoli l’anno. Sul Cusio non c’era niente.

Con Alberti arrivano i libri, i convegni, le sponsorizzazioni di banche e di enti pubblici e un gruppo di autori in rapida espansione. Alberti è un amante del lago col fiuto degli d’affari. Nel 1973 divulga Elogio del lago Maggiore, un prezioso volume a cura di Franco Vercelotti voluto dalla Banca Popolare di Intra per il centesimo anniversario di fondazione. È il catalogo ragionato delle antiche stampe con la cronistoria delle vedute d’arte, degli editori, degli incisori, il contributo della Civica Raccolta Bertarelli e un saggio di Piero Bianconi sui grandi viaggiatori.

Il libro, indispensabile per i collezionisti, è impresso a Milano dalle Officine Grafiche Esperia con zinchi di Piero Balcaro in duemila esemplari. Alberti pubblica la ristampa fotografica di una pittoresca incisione ottocentesca lunga due metri. Chi ama le eleganti sponde che accolsero Manzoni, D’Azeglio e Toscanini non può dimenticare le ristampe anastatiche della Historia della nobiltà et degne qualità del Lago Maggiore del frate milanese Paolo Morigia (1603) e di altre rarità editoriali come Le rive del Verbano del Vagliano (1710) e Il Lago Maggiore, Stresa e le Isole Borromee di De Vit (1877), testo fondamentale per lo studio della storia locale.

Nel 1975 Frigerio, Pisoni e Alessandro Mazza propongono all’editore di ripubblicare Verbani Lacus del Macaneo. Non è una semplice ristampa anastatica ma un’opera che mette insieme i testi dell’antica corografia, la revisione del Cotta e le osservazioni del Molli da un raro manoscritto conservato nella biblioteca Marazza di Borgomanero, con traduzioni dal latino. Il volume vince il Premio Lago Maggiore, istituto un paio d’anni prima su suggerimento di Piero Chiara.

La pubblicazione fa notizia tra gli studiosi. Si sapeva che l’originale del Macaneo era corredato da una carta topografica del lago Maggiore, la più antica esistente e la si vuol riprodurre nel libro. Si cerca all’Ambrosiana, al British Musem, a Firenze, Bergamo, ovunque. E nella biblioteca di Fermo, nelle Marche, si scoprono non una ma due copie dell’antica carta topografica, diverse tra loro perché la prima, viziata da un errore, era stata rifatta all’epoca del Macaneo. Dunque il libro rivela una curiosità di stampa ignota anche agli esperti.

Ancora una volta c’è lo zampino di Alberti che nel 1977 pubblica una nuova edizione del Morigia in doppio volume (copia anastatica e commentario di Frigerio e Pisoni), un successo da cui nasce l’idea di pubblicare una rivista storica specializzata, Verbanus appunto. Alberti cura l’edizione dei primi due numeri, poi nasce la Società dei Verbanisti e i libri usciranno griffati da Alberti stampatore per conto della Società dei Verbanisti con bilanci propri, il contributo della Regione e il patrocinio della presidenza del consiglio.

L’editore è sempre pronto a divulgare storie e personaggi verbanesi e nel 1992 pubblica Laura Solera Mantegazza, la garibaldina senza fucile che ricostruisce la figura di una quasi dimenticata patriota milanese con casa di villeggiatura a Cannero, amica di Mazzini e Garibaldi, cospiratrice in tempo di guerra e fondatrice di asili per bambini poveri e scuole professionali femminili in tempo di pace. I due autori, cronisti alla Notte di Milano, sono sconosciuti agli storici del lago, ma egli non esita a dare alle stampe il libro in triplice edizione, brossura, cartoncino e pelle, col patrocinio di banche ed enti pubblici e tanto di medaglia del Comune di Cannero. Il suo modo di amare il lago.

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