Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Sport

IL BASKET PERDUTO

ETTORE PAGANI - 11/02/2012

Dall’universo basket è letteralmente svanita l’aria che si respirava una volta. Più o meno è stato questo il senso della valutazione che Dino Meneghin ha – recentemente e senza mezzi termini – effettuato.

Il grande campione del basket varesino e azzurro ha voluto più che altro puntualizzare la situazione dei rapporti di simpatia, di amicizia, di colleganza insomma che, a suo dire, non sono più gli stessi di un tempo per via di una netta prevalenza del mestiere sulla passione sottolineando, altresì, la tipicità del fenomeni non solo relativamente alle squadre di club ma anche della nazionale. Non si riferiva, Meneghin, quindi, ai risvolti tecnici del basket ma a quelli strettamente relativi ai rapporti umani.

Ma anche volendo spostare il discorso sulla componente tecnica di questo sport la critica non cambia, semmai, anzi, si accentua. Si vuol dire, insomma, che il basket così come giocato attualmente ha ben poco da spartire con quello di una volta pur senza, naturalmente, riferimenti – come punto di paragone – ad epoche preistoriche ma a tempi di già eccellente sviluppo come potrebbero essere quelli che vedevamo contendersi i successi la “grande” Ignis ed i suoi migliori antagonisti Simmenthal, Virtus, Motomorini, Gira e via dicendo.

Il gioco era, allora, rigorosamente basato (e noto) su schemi studiati dal coach sulla base delle caratteristiche della squadra o dei singoli giocatori a disposizione, schemi che potevano variare – soprattutto in difesa – di partita in partita a seconda delle specifiche necessità di paralizzare gli avversari.

Oggi il basket è del tutto diverso basato come è quasi in maniera assoluta sulle prestazioni più fisiche e individuali che sulla tecnica e sul collettivo fatto, dunque, di lunghe corse da un capo all’altro del parquet e di conclusioni sostanzialmente senza schemi e con gioco decisamente meno spettacolare, in quanto meno studiate. Si corre e si tira, insomma.

Vero che il basket americano (meglio statunitense) che vanta radici certo non meno gloriose delle nostre in fondo si è sempre giocato ponendosi a base l’individualità espressa su corsa e tiro. Resta il fatto, però, che negli altri paesi europei (soprattutto nei maestri dell’est) il basket di un tempo con le sue elaborazioni di manovra, continua a godere del massimo rispetto con ottimi risultati non solo quanto a spettacolo, ma anche a concretezza.

È evidente che l’andirivieni di stranieri (che in quei paesi viene attuato – quando esiste – in misura largamente inferiore che da noi) è stato alla base di tutto il sovvertimento delle regole del nostro basket.

Ed è anche evidente come non dipenda solo da nostalgia rimpiangere la pallacanestro dei tempi andati. Semmai, dunque, nostalgia concreta di forma e di sostanza.

E Dino, il campionissimo è in assoluto accordo.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login