Cerchiamo di evitare due atteggiamenti da luogo comune: ‘dove andremo a finire’ e ‘Io l’avevo detto’. Ma se non si fa qualcosa subito e di molto importante, i problemi attuali ce li ritroveremo elevati all’ennesima potenza e non avremo parole abbastanza grosse per lamentarci.
Lasciatemi ripetere: la disintegrazione della società europea sta correndo più velocemente dell’integrazione. Non mi riferisco solo all’afflusso di nuovi immigrati da integrare, ma al dis-integrarsi delle seconde e delle terze generazioni. E penso anche ad una pur diversa forma di dis-integrazione che colpisce giovani e meno giovani autoctoni. Ripeto anche che il mio ideale non è l’assimilazione del diverso, la fusione che faccia prevalere un’identità dominante e cancelli quelle più deboli o le confini in “riserve” come i pellerossa. Vorrei però trovare un concetto che esprima qualcosa di più di ‘armonia’ o ‘dialogo’. Ci vorrebbe una posizione oggettiva e concreta, che non cada nel manicheismo, ma che al manicheismo di certe ideologie sappia resistere.
E’ vero quanto hai accennato la volta scorsa, che l’occidente è insieme attrattivo e repulsivo, specie per l’islamico: vita materiale migliore, ma costumi, se non vogliamo parlare di vita spirituale, riprovevoli. Perciò ha due ragioni per combatterci duramente. Appropriarsi del nostro benessere e costringerci a rinunciare alle nostre idee, alla nostra libertà. Io ne concluderei che dovremmo avere anche noi una doppia ragione per resistere. Invece…
Invece certe sparate, fatte solo per rubare voti fanno più male che bene. Rafforzano il manicheismo degli estremisti. Non penso solo a chi le spara grosse in casa nostra: se putacaso in Francia, si prendessero solo misure repressive, l’appello alla spietatezza di un ex-presidente, mica della solita populista ne è un esempio, il livello dello scontro, sia sociale, sia violento, sarebbe destinato a salire vertiginosamente.
Meno velocemente dell’incazzatura della gente. E lo vedi Sarkozy che si mette a fare il moderato, giusto per lasciar spazio alla Le Pen?
Per questo l’orizzonte dell’azione e il grosso dei fondi deve essere europeo. Ci vorrebbe un leader transnazionale, non preoccupato delle prossime elezioni, o anche sì, se sapesse almeno organizzare la distinzione tra rifugiati politici e aspiranti al benessere economico. Dovrebbe dire chiaro che i primi sono una priorità, i secondi no. E per rattoppare il tessuto sociale degli immigrati anche non recenti, dovrebbe puntare su scuola e formazione professionale, per esempio sulla scuola dell’infanzia obbligatoria e gratuita (o quasi) e qualcosa di analogo alle famose 150 ore degli anni ’60 per gli adulti, collegato in questo caso al mantenimento del permesso di soggiorno. Il tutto secondo il metodo della sussidiarietà, sia per dimezzare i costi, sia per creare responsabilità intermedie, punti d’incontro veri, non solo erogazione di soccorsi.
Mi sembrano idee totalmente fantastiche, considerando la dimensione statalista delle nostre istituzioni e la loro incapacità di creare, o almeno suggerire, un’identità condivisa. A proposito di istituzioni e di identità nazionale, non avremmo dovuto da tempo iniziare a riflettere sulle riforma della Costituzione e sul relativo referendum?
Lo faremo da settembre, sperando di non essere costretti a occuparci ancora di tragedie. Anticiperei questo concetto: è necessario evitare di trattare, oggi, la Costituzione come una specie di DNA identitario, almeno non in tutte le sue parti. C’è una analogia, in fondo, con i temi trattati nelle ultime settimane. Vedrei male se ciò che deve essere la garanzia della promozione sociale, politica e umana di tutti i cittadini diventasse il certificato identitario di una maggioranza. Forse occorreva maggiore prudenza, prima di farla diventare l’oggetto di una incerta scommessa politica.
Agosto diventi per tutti non solo il tempo dello svago, ma soprattutto quello di una serena riflessione, poi verrà settembre e allora mi faccio aiutare da Guccini:
“Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull’ età,
dopo l’ estate porta il dono usato della perplessità, della perplessità…
Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità,
come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità, le possibilità…”
(Visto il peso degli argomenti, non me la sono sentita di ripetere il giochetto delle identità fittizie. Ripensamento e perplessità siano davvero un dono per tutti)
Buone vacanze da Sebastiano Conformi, Onirio Desti, Costante Portatadino!
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