Diciamo basta alle autovetture sulla montagna varesina. Per una ragione ambientale (ci troviamo all’interno di un parco regionale) e per evitare stancanti, inutili, pericolose code di autoveicoli in un’area che non ha strutture e spazi per ospitarli e che neppure può essere urbanizzata a questo fine.
Servono invece tutti quegli strumenti che sono necessari per ospitare le persone e quindi deve essere noto ai turisti dove mangiare, dove siano i bagni pubblici e il servizio di pronto intervento.
Spero di essere convincente nell’affrontare la questione dell’accessibilità alla montagna varesina da parte delle persone. Il tema è complesso. Amici della Terra Varese (di cui sono Presidente pro tempore) è stata tra le poche associazioni, se non la sola, che hanno affrontato con continuità in trent’anni questo problema e che ha in archivio lettere di critica riguardo alle scelte fatte dal Comune di Varese a proposito di questo argomento.
Come pubblicato sul quotidiano locale La Prealpina, e su questo giornale on line, Amici della Terra Varese aveva fatto presente al Comune la propria contrarietà a fare dei parcheggi sulla montagna sacra. Ha quindi più di una lettera, anche per posta certificata, per invocare, come ha fatto, il non rispetto da parte dello stesso della Convenzione di Aarhus e dei primi tre articoli subalterni compresi dal vigente Testo Unico sull’Ambiente. Il Comune infischiandosene ha detto invece a me di non avere titoli idonei.
Ho scritto “complessa “ perché trovo che la questione della accessibilità e del movimento presso la montagna varesina non debba ridursi solo al fare un parcheggio in località Piazzale Montanari o alla Prima Cappella.
Se veramente si volesse cambiare qualcosa in merito all’accesso alla montagna varesina sarebbe necessario fuoriuscire da due discorsi contrapposti: essere favorevole all’utilizzo dell’auto privata ovvero contrario alla stessa.
L’opinione mia sarebbe quella di riflettere sulle scelte compiute e di porre soluzione ai problemi. Non è possibile più fare scelte parametrate all’uso dell’automobile privata come se fosse una realtà imprescindibile.
Non è più possibile nemmeno non pianificare almeno in un bacino intercomunale, riflettendo sui bisogni dell’uomo e dell’ambiente naturale, senza considerare i bisogni dell’automobile. Questa deve arrivare ad un certo punto, ma bisogna porre dei limiti: non può arrivare dovunque.
Certamente ci sarà maggiore lavoro da fare, ma i costi della politica, ritengo siano tali e tanti che gli amministrati abbiano diritto di poter avere più di quello che hanno ora. Hanno diritto finalmente ad essere al centro delle scelte urbanistiche. È l’uomo che deve essere il punto focale della pianificazione e non l’automobile che è solo un complemento.
L’ho detto: guardiamo al passato vincente e imitiamolo. La gente saliva alla montagna direttamente dal centro e sempre dal centro c’era un collegamento con la funicolare.
Secondo noi chi in passato aveva dato proposte costruttive e ideato piani di movimentazione credibili era stato il Centro studi traffico di Milano: si prenda un appuntamento con il responsabile di questo ufficio privato e si veda quali possano essere delle proposte da discutersi con il corpo sociale e da attuarsi dalle istituzioni, comunque, con determinazione. Noi siamo disposti a partecipare.
Proponiamo, poi, che si parli, non solo di mezzi di locomozione, ma, anche, di contenuti: perché un turista che proviene dal territorio o fuori da esso deve essere incentivato ad accedere alla montagna varesina?
Va fatto un piano di valorizzazione e di recupero dell’edificato esistente, sia storico, che artistico.
Va fatto un piano del traffico, collegato con un piano degli eventi. Eventi di qualità che devono rispettare la sacralità dei luoghi e gli altri aspetti vocazionali della montagna varesina: in primis l’eccellenza ambientale e l’alta qualità artistico monumentale. Eventi che devono avere carattere periodico.
Chi paga? Perché possa farsi tutto questo, occorre che la politica chiami a raccolta tutti gli interessati, che si stabilisca un piano, che si diano dei compiti precisi e, soprattutto, dei tempi di attuazione. Tra gli interessati ci sono tutti gli attori economici ma ciascuno deve poter partecipare ad un progetto del quale potrebbero gloriarsi tutti i cittadini dell’area varesina.
Gli operatori economici sono chiamati a stare assieme e a diventare dei veri e propri promoter culturali. Non può più essere percorsa la strada, ormai perdente, stando alla quale a fare tutto sia il Comune: progettazione e realizzazione delle opere necessarie. Il Comune dovrà essere cofinanziatore e organizzatore, non avendo né le forze economiche né quelle progettuali per fare tutto in via esclusiva.
Nel citato piano del traffico, occorre che si faccia una valutazione dei mezzi disponibili per la movimentazione delle persone e che si predisponga una differenziazione evento per evento. Ritengo che la funicolare debba essere il mezzo principe per poter risalire la montagna varesina (potendo così funzionare ed essere economicamente un’ iniziativa in attivo).
Certamente, non ci deve essere la contemporanea concorrenza degli autobus. Il prezzo deve essere più contenuto. Ci deve essere un collegamento con la città, senza le attuali rotture di carico. Deve essere fatto un altro piano di movimentazione degli utilizzatori delle funicolari una volta arrivati alla stazione di arrivo. L’attuale politica dei parcheggi pare essere, secondo me, un retaggio dell’azione politica degli ultimi 20 anni: senza visioni, inconcludente e distruttiva.
Basta fare buche, come se da sole risolvessero i problemi che assillano i gitanti. Ci vuole intraprendenza politica, apertura al territorio, visione e di lungo periodo. L’ho già detto da vera e propria inascoltata Cassandra, in tempi non sospetti, al Direttivo Parco Naturale Campo dei Fiori, dopo il miope voto favorevole del Consiglio Comunale di Varese: per poter riattivare la funicolare che per me era (ed è) il sistema più sostenibile per poter salire alla montagna varesina, occorreva assumere delle decisioni univoche che ancora adesso sono possibili. Decisioni, che, però, vanno prese (ora che è evidente il bubbone pestilenziale della funicolare scollegata) senza tentennamenti. Decisioni da assumersi possibilmente a seguito di un dibattito almeno d’area (perché il Campo dei Fiori interessa non solo Varese). Nel corso dello stesso, con pari dignità, vanno ascoltate tutte le forze economiche e sociali; perché tutte possono e devono essere d’accordo e, perché, solo un progetto condiviso di ampio respiro e a vantaggio di un ampio territorio, può essere vincente e rivoluzionario.
Solo un piano con queste caratteristiche può partecipare ambiziosamente a più bandi di concorso sia nazionali che internazionali per il suo finanziamento. Si cominci per esempio a lavorare insieme attraverso i bandi annuali riguardo alla valorizzazione dei siti Unesco.
Faccia il Sindaco del Comune di Varese operare l’associazione Varese Europea a cui sono associati sia il Comune che Amici della Terra Varese con un mandato forte e deciso.
Sarebbe opportuno riprendere il progetto fatto da Giuseppe Panza di Biumo, di porre nella già esistente Via Monte Tre Croci (completamente separata dalla Via Sacra seicentesca) installazioni che permettano un dialogo tra la rigogliosa e avvincente natura e panorama esistenti e il visitatore senza che le medesime siano in qualsiasi modo offese. Installazioni che permetterebbero anche la continuazione del dialogo che i gitanti potrebbero iniziare frequentando Villa Panza a Biumo Superiore di Varese.
Questa sarebbe la strada giusta da percorrere senza remore: cercare collegamenti tra le preziosità della città. Per salire su questi treni non dobbiamo aver paura di guardare alto e di fare e di promuovere degli investimenti. Fermeremmo allora ogni possibilità di sviluppo della città e anche un possibile coinvolgimento di terzi e di altre forze anche nostrane. Diciamo meglio: la politica, a vantaggio dei più e a prescindere dagli schieramenti, deve fare delle scelte alla base delle quali vi sia univocità.
Basta con le sterili contrapposizioni che regolarmente hanno a sorgere su questi temi. Vanno scelti i mezzi di movimentazione delle persone caso per caso e senza una scelta preordinata.
Dico “Forza Sindaco Galimberti”: potrebbe essere la persona giusta a guidare la politica locale, purché non faccia gli errori del passato che troppo hanno frenato lo sviluppo della nostra città e della sua area e che hanno impedito rinascesse quel prodotto Varese, sinonimo di qualità, di ospitalità e di efficienza che ha illuminato in passato la nostra città e che pretendo ne sia sinonimo ancora a pieno diritto.
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