Abbiamo potuto accertare ufficialmente la presenza a Varese di due corvi dal volo basso e radente: la prima in occasione della deprimente vicenda del reparto di cardiochirurgia dell’ospedale di Circolo, vicenda che ha confermato la debolezza istituzionale del sistema accademico e sanitario che emerge, una volta di più, quando si convince di essere depositario dell’infallibilità; la seconda è stata riscontrata nella recente vicenda delle discusse operazioni finanziarie dei vertici della Fondazione Molina.
Aldilà dei due episodi va ricordato che i corvi non riscuotono simpatia, anzi per dirla con franchezza, eventuali fumi di verità vengono presi in divertita considerazione solo se il corvo si è avventurato lungo percorsi con vista su panorami boccacceschi.
Pennuti dalla soffiata più che assassina incredibilmente invece prosperano ben tollerati negli ambienti politici. Sarà perché diffondono voci di inconsistenza penale, sarà perché la politica è espressione di un volontariato, sta di fatto che al telefono, di persona o via mail ci sono tanti usignoli che amano intrattenere una delle loro categorie più amate, quella dei giornalisti. Che stanno al gioco perché quasi sempre dietro il fumo possono apparire impensabili ghiotti arrosti.
È per questo motivo che ho dovuto ascoltare fantasiosi ma pur sempre allettanti cinguettii che mi hanno raggiunto lontano da Varese. Si tratta di voci che potrebbero avere più risvolti e riscontri e danno un’idea dell’onda lunga di un terremoto iniziatosi anche con il nuovo ferreo presidio, allestito nel ristretto ambito dei cristiani in politica, proprio alla Fondazione Molina. Mossa collegabile alla defenestrazione ciellina dalla storica maggioranza del nostro apparato locale di governo e che ha portato come è noto a mutamenti di composizione istituzionali nel centrodestra, Palazzo Estense compreso. Mutamenti ai quali ha aderito con passo da antica mucca una Lega che era alla vigilia, dopo 23 anni, di un prevedibile sereno ricovero in un “Molina” della politica bosina.
Raffaele Cattaneo, padre nobile degli ex avanguardisti cattolici in politica, i ciellini, con la segnalazione della Fondazione Molina come ente finanziario per amici, indubbiamente ha creato disagi agli antichi casinisti, cioè coloro che si riferiscono anche al felsineo, immortale papa Casini. Eccoci all’ipotesi di una ritorsione: concerto di cinguettii dopo la presunta sparizione di un documento dalla pratica che ha accompagnato il progetto del Ponte del Sorriso ovvero Il nuovo grande polo pediatrico, che stava molto a cuore a Cattaneo allora assessore. Il documento segnalava che non c’erano i numeri che giustificassero gli onerosi investimenti previsti dal nuovo grande polo materno infantile di Varese. Una bocciatura autentica che è stata ignorata. E che oggi si è rivelata una beffa per la città, in particolare per i varesini che si sono impegnati personalmente nel progetto anche con consistenti donazioni, per tutto un settore medico e assistenziale già portatore di una eccezionale storia scientifica e che credeva in possibili nuovi traguardi.
Il fallimento del progetto del megaospedale pediatrico è anche la conferma delle difficoltà che il nostro sistema sanitario incontra nell’attuazione di una riforma portata avanti senza adeguata programmazione e senza informazione alle comunità, alle quali si nega un reale loro coinvolgimento. Si ha la netta impressione che la nostra gente venga trattata non come soggetto partecipe ma come oggetto di norme della cui efficacia non si ha prova certa.
Le previsioni di un polo pediatrico elefantiaco in rapporto alla sua zona di espansione avevano valore indicativo, non erano un obbligo da rispettare, chi ha deciso, certamente non Cattaneo, di andare avanti, probabilmente contava sulla storia, fatta di qualità, di successi continui nel tempo,della pediatria sviluppatasi al Del Ponte. Rinfacciare comunque oggi le toppate dei Forza Formigoni, in passato in maglia azzurra, può essere una buona mossa.
Verrebbe anzi da ridere se sin dai tempi felici, quando il Centrodestra di Lombardia e di Varese si presentava come il meglio della politica locale, in pratica ai proclami mai da noi abbia fatto seguire azioni concrete, realizzando così una collezione incredibile di bluff che hanno consegnato al terzo millennio una Varese appassita, spenta,delusa, alla quale è stata tolta una sanità efficiente ed è stata negata una crescita culturale,fatta in particolare di una urbanistica di grande profilo.
Solo con il lavoro siamo rimasti a galla e nonostante la chiusura di molte attività. Il fallimento del grande progetto pediatrico è chiaramente collegato al ridimensionamento di tutto il sistema sanitario che certamente andrà rivisto e riformato alla luce di nuove realtà come il progressivo aumento degli anziani. Si vive di più oggi e in un futuro non lontano il secolo non sarà un traguardo di vita per pochi.
Ecco perché non ci si deve aspettare polemiche dalla gestione di istituzioni come il Molina o predichette come quelle impartite ai cittadini di Luino che temono di perdere il loro ospedale.
A proposito della sanità del Verbano: anni fa evento miracoloso fu l’annuncio regionale di un nuovo ospedale tra Cittiglio e Luino. Il progetto non andò in porto per il prevalere di un forte localismo. Una reazione tutto sommato normale proprio per il deficit culturale di una politica sempre palla al piede di una grande provincia del lavoro e di un capoluogo ai vertici delle classifiche nazionali economiche, della qualità della vita e, particolare non insignificante, pure dello sport.
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