Olimpiadi, Europei di calcio e quant’altro. Non posso non focalizzare attenzioni in quantità industriale. Qualche occhiata, però, anche in altre direzioni, non può guastare. Per esempio un giro dello sguardo verso il nostro lago dove le pur nostre società di canottieri hanno il piacevolissimo incombente di arricchire le loro già non povere bacheche di riconoscimenti tecnici e organizzativi di levatura eccellente.
Tempo addietro avevamo avuto modo di sottolineare la ritardata scoperta dell’idoneità delle acque del nostro lago quasi che in precedenza mancassero i requisiti meteorologici per le più importati prove. Sottolineammo la cosa precisando, con un pizzico di ironia, che le onde varesine erano le stesse mentre prima avevano avuto scarsa attenzione pur non mancando validissimi motivi.
Per un logico apprezzamento bastava ricordarsi, insomma, che erano le stesse acque sulle quali erano cresciuti e maturati nella gloria i quattro con, campioni d’Italia e l’otto con, campioni d’Europa.
Bastava ricordarsi ma a tratti la memoria va stuzzicata e la canottiere Varese (Gavirate era ancora in fasce) non sempre fu agli onori delle cronache o se si preferisce idoneamente guidata.
Oggi i tempi sono fortunatamente cambiati e anche l’organizzazione della società ha portato frutti dolci e gustosi. Gustosi al punto di essere ritenute le nostre acque non solo validissime come campi di gara ma anche scelte come allenamento di equipaggi stranieri e provenienti da nazioni lontane dove non certo la siccità imperversa così come si è verificato per la formazione britannica ospite della Schiranna.
E dalla Schiranna a Gavirate i colpi di remo sono pochi con una crescita ancora da parte dei gaviratesi in simbiosi con quelli della Schiranna.
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