La mia lunga esperienza nell’Amministrazione comunale di questa città, Varese, mi ricorda in particolare alcuni passaggi che potevano essere determinanti di un nuovo percorso. Vent’anni fa, per fortunate decisioni, veniva incaricata la società Oikos di Bologna per la redazione del nuovo Piano regolatore. Coordinavo la Commissione urbanistica e condividevo la visione di Oikos per una sostanziale riconsiderazione della città. A partire da una visione sostanzialmente diversa da quella ristretta che fino ad allora era stata considerata: Varese doveva ormai capire di essere in realtà una città che superava largamente la dimensione demografica strettamente comunale. In realtà superava ormai i 150mila abitanti e la sua pianificazione doveva fondarsi da subito su una collaborazione intercomunale con i Comuni vicini delle valli e del lago.
Ma l’Amministrazione comunale del tempo non condivideva. Avviai un duro confronto senza esito concreto. Il Prg rimase limitato ai confini amministrativi varesini e ciascun Comune dell’intorno realizzò, come in seguito anche Varese, la propria versione dei Piani, che secondo le nuove disposizioni di legge vennero denominati Piani di governo del territorio (Pgt).
Siamo oggi certamente in una fase di riflessione sugli ambiti del coordinamento territoriale e quindi della pianificazione. Si discute di aree metropolitane, gli ambiti provinciali pare non avranno ancora lunga vita. Preoccupa la leggerezza con cui vengono affrontati questi problemi riorganizzativi del territorio e delle comunità, quale idea si abbia oggi della città come luogo di vita, di relazioni sociali oggi.
Non possiamo consentire che decisioni di grande incidenza sul nostro futuro possano essere assunte in mancanza di analisi serie, scientificamente fondate, solo a livello amministrativo. Le comunità locali devono darsi da fare per un confronto serio che si fondi sulla loro storia, su processi di relazione in atto, sulla collaborazione intercomunale opportuna e necessaria. Precedendo consapevolmente eventuali improvvisate decisioni del livello diverso.
Altri problemi incidono sulla nostra vita di ogni giorno e vanno con urgenza affrontati. Il primo e più urgente riguarda la mobilità urbana del tutto soggetta, oggi, all’imperio dell’automobile. Riaffermare e riorganizzare di conseguenza la città sul diritto primario della pedonalità protetta e della ciclabilità difesa è obbligo immediato della nuova Amministrazione. Che richiede una riflessione sui luoghi e i caratteri dei percorsi e della sosta veicolare, coordinata con un riconsiderato sistema di trasporto urbano. E dal nuovo ruolo urbano delle ferrovie che finalmente, anche, siano coordinate in un’unica stazione principale nella prospettiva del collegamento con Stabio. L’autosilo di piazza Repubblica era stato decisamente criticato dalla Oikos. Perché portava in centro il traffico veicolare. Ragioniamo oggi sull’autosilo di via Sempione, sulla sua funzione, sul suo ingombro, sui suoi caratteri.
Torniamo a ragionare, con la delicatezza necessaria, sull’accesso a Santa Maria del Monte. Sulle ipotesi di parcheggio previste. Con l’annullamento dell’autosilo alla Prima Cappella possiamo tirare finalmente un sospiro di sollievo.
Ma parliamo ancora di attualità delle funicolari per mantenere una ‘salita lenta’ rispettosa verso i nostri ‘gioielli’. Restauriamo la stazione di arrivo della funicolare per il Campo dei Fiori, vera opera d’arte che stiamo perdendo e il magnifico ristorante abbandonato.
Affrontiamo finalmente la desolante condizione dei grandi lasciti di un turismo perduto, non definitivamente, che ci guardano ogni giorno dal Campo dei Fiori e dal suo Hotel.
Non portiamo le automobili fino alla stazione di partenza delle funicolari, perché inquineremmo e offenderemmo la delicata valle del Vellone e S. Maria che la sovrasta. Riprendiamo invece l’idea scartata dal caro Ogliari negli anni ’90, di una navetta elettrica da piazzale Montanari alla stazione di partenza. Favoriamo il parcheggio nei pressi dello Stadio e l’uso di un aggiornato trasporto pubblico verso la Prima Cappella.
Mentre si deve avviare la collaborazione intercomunale per salvare e valorizzare le nostre bellezze, ricordo nuovamente altre importanti ragioni che impongono la necessità di rivedere l’attuale Pgt (che va interamente ripensato).
Può essere infatti ancora accettato che gli anziani che non guidano un’automobile e non possono raggiungere un supermercato siano ogni giorno in difficoltà per fare la spesa quotidiana? Che i cittadini e i bambini abbiano pochi spazi verdi per le relazioni sociali e per i giochi, raggiungibili con percorsi protetti dai pericoli della mobilità veicolare?
Occorre avviare (anche Milano si sta ponendo il problema) un organico ripensamento della città da riorganizzare in corrispondenza dei luoghi delle relazioni sociali, delle sedi culturali, religiose ed educative. Dando a questi luoghi l’evidenza e le dotazioni complementari e di immagine necessarie. Rafforzando la polizia urbana e la sua presenza effettiva, diffusa, mobile e continua, intransigente ed educativa in tutta città. Perché nuovi comportamenti virtuosi si affermino finalmente. Per una Città esemplare che rispetta la persona e la vita.
La diffusione e l’affermazione dei grandi supermercati deve essere integrata dall’impianto di piccoli esercizi di offerta di prodotti che assicurino la spesa quotidiana degli anziani e dei meno abili sempre più numerosi come le statistiche e la nostra osservazione quotidiana verifica. I luoghi centrali della nuova articolazione urbana sono i luoghi opportuni dove avviare queste attività. Che non possono essere affidate solo alla loro autosufficienza commerciale ma che debbono essere sostenuti anche dal supporto economico pubblico.
Questa generale e articolata attenzione coinvolgerà estese disponibilità, anche volontaristiche. Da parte di anziani pensionati ancora attivissimi, da parte di giovani ancora senza occupazione stabile in cerca di esperienze gratificanti. Anche queste disponibilità costruiranno una Città diversa. Riprendendo con una nuova considerazione il nostro rapporto con il Canton Ticino interrotto dalle vicende militari e politiche di 500 anni fa. Per la sua rilevanza economica,culturale, sociale.
Sarà solo la rilevanza della Città reale che consentirà di affrontare questa fraternità storica, in una prospettiva di convenienza reciproca.
Caro sindaco, dovrai darti da fare. Se vorrai, come spero.
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