Una consigliera comunale di Varese con il marito si era recata dal sindaco del comune di Sulzano presso il lago di Iseo dove l’artista di origini bulgare Christo ha realizzato un’opera di «land art» dal titolo The floating piers.
L’opera è la più estesa delle sue trasformazioni di ambienti naturali o cittadini, da lui ricoperti finora solo con enormi fogli di plastica (lo ha fatto in tutti i continenti, impacchettando così intere scogliere, colline, edifici e monumenti). A Milano, nel 1971, avvolse la statua di Leonardo da Vinci, in piazza della Scala, nel corso del festival dedicato al movimento di avanguardia Nouveau Realisme, in cui ha militato. Ora viene realizzata una importante novità.
Il pubblico del ponte galleggiante sul lago lombardo, infatti, non si limita più a guardare l’opera – che di recente ha “compiuto” la sua funzione –, ma la usa direttamente, divenendone parte viva. Con moduli di polietilene, uniti fra di loro con il metodo dei tasselli «lego» del gioco per bambini, è stata creata la larga passerella galleggiante, che parte da Sulzano, sulla sponda bresciana dell’Iseo, per passare intorno all’isoletta di San Paolo e toccare infine Monte Isola, che troneggia in mezzo al lago ed è la più grande isola lacustre italiana.
Sono stati usati complessivamente 200mila metri cubi di plastica, ricoperti infine con un tessuto giallo per evitare di sdrucciolare.
Coloro che hanno voluto cimentarsi su questo percorso a pelo d’acqua hanno potuto accedervi gratuitamente 24 ore su 24. Erano solo pregati di camminarvi senza scarpe per non danneggiare il tessuto.
Il costo complessivo dell’opera è stato di 15 milioni di euro, coperti personalmente da Christo. L’artista è solito fare così: le spese le recupera poi abbondantemente, vendendo i modellini delle sue realizzazioni in tutto il mondo a prezzi intorno ai 100mila euro.
Per usare, o anche solo vedere, questa eccezionale opera, di Christo è stata prevista (e ampiamente realizzata) un’affluenza complessiva di oltre un milione di persone. Gli alberghi della zona hanno ricevuto molte prenotazioni anche dall’estero. Il 30 per cento solo dalla Germania.
Essendo stati informati gli organi di stampa locali di questa visita del nuovo consigliere comunale (che era quindi iniziativa di pubblico dominio e non solo privata come avrebbe dovuto essere), ho scritto al nuovo sindaco del comune di Varese, al presidente della Provincia di Varese e al presidente dell’ Associazione Comuni rivieraschi del Lago di Varese.
Il consigliere comunale aveva la volontà di portare una analoga iniziativa anche presso il Lago di Varese tanto che e subito un giornale non aveva perso tempo a ipotizzare la possibile realizzazione di una passerella per l’Isolino Virginia.
Avendo, quindi, timore che il nuovo sindaco si facesse prendere da un’entusiastica voglia di fare senza aver prima riflettuto sulle conseguenze e soprattutto sulle modalità della sua proposta, gli ho scritto – e oltre che a lui al presidente della Provincia di Varese e al presidente della Associazione dei Comuni del Lago di Varese – invitandolo a meditare prima di agire.
L’iniziativa di Sulzano trovo che sia molto suggestiva e considero certamente importante che i varesini possano imparare a vivere le numerose presenze artistiche storiche e ambientali del territorio. Sono convinto che una maggiore frequentazione possa accrescere il senso di appartenenza di tutto il corpo sociale e portare più turisti sul lago. Considero giuste quindi le pubbliche azioni rivolte ad accrescere il senso di appartenenza che a norma della Costituzione italiana tutti i cittadini devono avere per i beni pubblici (che vanno fruiti, però, con tutte le prescrizioni perché questi non possano essere consumati).
Ho partecipato alla conferenza al Palazzo Estense di Varese quando è stato presentato il progetto del Politecnico di Milano volto a collegare alla terraferma l’Isolino Virginia. In quella sede avevo toccato tre argomenti: 1) fare attenzione ai pesi sulle preesistenze archeologiche. Questo in considerazione della loro delicatezza; 2) usare cautela, perizia e destrezza nel posizionare ancoraggi nel fondo del lago per evitare danni irreversibili; 3) guardare sempre al sistema dei siti archeologici sul lago nel loro complesso e non solo alle proprietà di ciascuno.
Sui primi due punti avevo trovato interesse e volontà a considerare quanto esposto. Sul terzo aspetto da me fatto presente, avevo riscontrato come questo non fosse stato sufficientemente considerato.
Per me è invece una questione essenziale. Il collegamento non deve essere fatto solo per l’Isolino Virginia ma ci deve essere un congiungimento tra questo e le palafitte presenti sul lago e in ogni modo anche con gli scavi preistorici presenti sulle sponde del lago di Varese. In questo senso, avrei apprezzato che l’incontro reso pubblico tra il consigliere Comunale di Varese e il sindaco di Sulzano fosse fatto in tre momenti diversi: il primo, con il presidente della Associazione dei comuni del Lago di Varese, il secondo con il presidente della Provincia di Varese, e che fossero informate – se non altro a norma del Testo unico sull’Ambiente – le associazioni interessate iscritte nel registro provinciale delle associazioni di volontariato.
Confido che la mancanza di questo primo passaggio locale sia dovuto solo all’entusiasmo frenetico del nuovo consigliere comunale e non ad altre ragioni (giacchette politiche e volontà solo di agire a livello comunale) che mi rifiuto vengano solo prese in considerazione. Confido che in futuro il nuovo quadro dirigente del nuovo comune di Varese tenga conto anche di questi aspetti.
Ho chiesto che venga prontamente convocata una riunione tra me, quale rappresentante di Amici della Terra Varese, il presidente della Provincia di Varese, il presidente Associazione Comuni del Lago perché possa essere presentato un progetto con un bando Cariplo per la valorizzazione delle presenze ambientali, storiche sul Lago.
Ho più volte fatto questa proposta e dopo un dibattito pubblico in un ristorante della Schiranna sono già andato con altri alla Fondazione bancaria Cariplo. Nessuno però ha voluto portare in avanti (perché troppo faticosa) questa iniziativa. Ho chiesto al sindaco di Varese che non vengano fatte operazioni di facciata, e che si realizzino ora, appunto, nuovi progetti capaci di poter dare una visione sistemica di quelle che sono le numerose, accattivanti e diverse presenze nel nostro Lago come in quelli limitrofi. Magari ora può individuarsi un soggetto che possa e voglia portare in avanti una iniziativa unitaria.
Tengo, comunque, a precisare come sia mancata sino ad ora una volontà sindacale di fare propri i risultati della gita a Sulzano. Ho buoni motivi ora di poter contare su iniziative capaci sia di salvaguardare il lago e di garantire un buon rapporto tra Comune e società civile.
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