La sorpresa della nuova giunta Galimberti? L’assessore alla Cultura. Sapete che si chiama Roberto Cecchi, è un architetto di fama, vanta trascorsi di sovrintendente ai beni ambientali e architettonici (per esempio a Venezia, in Calabria e in Lombardia: con giurisdizione sul Varesotto); e, ancora, di sottosegretario ministeriale nel medesimo ramo, di operatore nell’ambito di restauri prestigiosi e ardui, vedi il Colosseo. Più dettagli (non proprio dettagli: roba importante) che sarebbe un’impresa elencare, tanto sono numerosi/rilevanti.
La sua nomina, pur godendo il prescelto d’indiscusso credito professionale, ha sollevato obiezioni di sorpresa. Varese, a dar retta ai pronostici circolanti, si aspettava l’incoronazione d’un varesino. Le aspirazioni erano legittime da parte d’alcuni reduci dalla consultazione elettorale, candidati in pectore al ruolo. E legittimi i titoli d’altri non interessati ad assolverlo: medaglie professionali conseguite, attenzione costante al bene comune, generosa disponibilità di tempo/opere prestata al bene civico. O addirittura tutto questo tenuto insieme, in qualche caso.
Ma Galimberti ha virato verso l’esterno, con comprensibile pesca nell’alto mare dell’autorevolezza, volendo ampliare (1) il raggio d’azione del settore/area/dipartimento; e di conseguenza avendo la necessità d’avvalersi (2) di una figura capace di dispiegare le sue competenze (non una sola competenza) su fronti diversi.
Discende da qui la scelta dell’uomo con passato da grand commis. E’ lui l’eccellenza “straniera” della squadra municipale che inizia la partita della legislatura, ed è convinta d’averne di sue, a cominciare da Zanzi e De Simone, alleati politici sulle cui qualità amministrative il sindaco punta molto. Il forestiero Cecchi, contrariamente alla narrazione popolare diffusa nei giorni scorsi, conosce già Varese, e dunque il modo in cui aiutarla a essere meno grossier dopo tanto decadentismo padano. Perciò merita fiducia di prospettiva invece che dubbi pregiudiziali: se vogliamo guardare lontano, bisogna evitare di cadere nel mugugno da ringhiera.
Sembra infine chiaro quanto segue: che l’aver affidato a un tecnico venuto da fuori la rifondazione culturale-turistica, e dunque economico-commerciale, della città non significa escludere, e invece includere, i meritevoli che alla città han dato in positivo e potranno/dovranno continuare a farlo. Non è la morte di nessuno se il regista del rinascimento, al quale il voto dei più ha incitato, denunzia natali lontani dal campanile del Bernascone. E’ invece un attestato di stima alla provincialità di rango, opposta al provincialismo deteriore: quel fenomeno virtuoso che chiama alla partecipazione corale e ha bisogno d’impulso, coordinamento, ispirazione tratti anche da passate e non esclusivamente locali esperienze.
Poi a giudicare saranno i fatti, e l’appena descritta opinione vale come auspicio. E’ il minimo dovuto a quanti s’annunciano protagonisti determinati d’un massimo cambiamento. Per ora, buon lavoro.
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A margine, qualcosa di dovuto (crediamo) su di noi. Su RMFonline. Sei firme che compaiono da lungo tempo in questo giornale sono presenti nel Consiglio comunale: Emilio Corbetta, Valerio Crugnola, Enzo Laforgia, Luisa Oprandi, Francesco Spatola, Daniele Zanzi. Di più: ce n’è anche una settima, Elena Baratelli, comparsa di recente. Zanzi lascerà la sua sedia per occupare (applauso) la poltrona di vicesindaco. Siamo orgogliosi del ruolo che persone di valore professionale, qualità politica, spessore culturale, carica umana avranno nel governo Galimberti.
Su RMFonline hanno scritto in favore del cambiamento di Varese con passione e competenza: doti persuasive degli elettori a promuoverli, e che emergeranno nell’attività pubblica. Resta la meraviglia dopo la mancata nomina di Luisa Oprandi ad assessore. La più votata dalla città ambiva giustamente ad esserne uno dei rappresentanti nella sua massima istituzione civica.
Siamo grati a questi nostri amici, cui si deve un importante lavoro di volontariato editoriale per la testata dei frati cappuccini. Lo svolgeranno ancora, senza tema di conflittualità con gl’incarichi ricevuti. L’amore per Varese va oltre gli scranni di Palazzo Estense.
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