Giovedì 14 luglio il sindaco Galimberti sarà ospite del Rotary Club di Varese. L’incontro avverrà al Golf di Luvinate da lungo tempo sede di una delle nostre più longeve istituzioni private oggi in attività. Il Rotary infatti venne fondato nel 1928, quando da poco Varese era diventata capoluogo di provincia.
Il primo Rotary italiano sorse a Milano nel 1923, tutti i club vennero aboliti nel 1938 dal regime fascista che non gradiva il loro carattere internazionale, la frequentazione, la conoscenza di ideali di democrazia, di solidarietà.
L’invito, davvero a tamburo battente, rivolto al nuovo primo cittadino può sorprendere coloro che non conoscono bene la storia della città e tanto meno quella di un club che con l’azione di numerosi suoi soci ha fortemente contribuito allo sviluppo della comunità e del territorio. Si può parlare di presenze rotariane nella conquista dei tanti primati sociali,industriali e sportivi della nostra cara Varese.
Con una simile storia alle spalle era inevitabile che il Rotary desiderasse conoscere l’avvocato Galimberti.
Per tradizione, sempre rispettata,nel Rotary la porta è sbarrata alla politica, non è nemmeno argomento di relazioni se non addirittura di normali conversazioni, ciò non toglie che venga valutata anche attraverso la diretta conoscenza dei protagonisti e delle loro iniziative.
Del Rotary Varese è sempre stata apprezzata la concreta attività in campo sociale e assistenziale che è venuta a galla dopo le grandi donazioni che permisero di realizzare un sistema sanitario d’avanguardia. Un sistema oggi spolpato e senza futuro se lo scorso anno, proprio ai consiglieri comunali d’opposizione, la Regione per bocca dei suoi ragionieri ha raccontato favole propinando delle non verità come una disponibilità iniziale di ben 828 (!!!!) posti letto sommando quelli del Del Ponte e del Circolo, due realtà che nulla hanno in comune.
A Galimberti politico che si è fatto conoscere anche per l’attenzione particolare ai meno ascoltati, piacerà trovarsi tra gente che ha condotto con slancio la campagna rotariana di vaccinazione contro la poliomielite in alcune zone del mondo, che a casa nostra ha fondato e gestisce Varese con Te per l’assistenza domiciliare gratuita agli ammalati oncologici. Il Rotary, ancora oggi vicino all’ospedale grazie a “Il Circolo della bontà”, è stato inoltre al fianco di Salvatore Furia nelle sue battaglie ecologiche e nelle sue file ha avuto e ha le migliori espressioni della scienza medica, della cultura e dell’insegnamento della nostra collettività.
Parlo con entusiasmo del Rotary anche per la sua discrezione, per il servire in silenzio, per il rispetto per tutti che è sua regola fondamentale, per la presenza e la tolleranza di sensibilità diverse tutte tese al bene della città.
Avendo avuto anni or sono l’occasione di riordinare una serie di eventi dei primi 60 anni della storia rotariana varesina, mi colpì la disciplina nell’osservanza e l’accettazione totale delle non numerose ma ferree regole di comportamento da parte di uomini potentissimi, inoltre l’apertura del club alle donne, al clero, ma soprattutto ai protagonisti delle vicende economiche, sindacalisti compresi. Le regole di vita del Rotary ne fanno una istituzione che le permettono di rimanere moderna nel tempo.
Sono stato invitato all’incontro di giovedì con il sindaco, non potrò esserci perché lontano da Varese: sarebbe stata una felicissima, intrigante occasione per conoscere l’avvocato Galimberti, per ascoltare voci rotariane che ricordo con grande simpatia e che molto mi hanno insegnato per la difesa della “laicità” di scelte e comportamenti che sono fondamentali per chi esercita la professione di giornalista.
Di tutte le conoscenze rotariane che ho fatto, una mi ha veramente divertito, quella di Piero Chiara. Aveva Chiara un suo modo particolare di essere spesso “contro” con ironia in molte delle situazioni che la vita e il successo come scrittore gli offrivano. Al Rotary evitava analisi letterarie per dedicarsi ad altro. Per esempio all’arte. Una volta inchiodò tutti per circa un’ora parlando della sepoltura del conte di Orgaz, grande dipinto a olio che El Greco aveva realizzato in san Tomé a Toledo. Una relazione strepitosa, che avrebbe suscitato invidia nei migliori critici.
Se Chiara non aveva in programma una relazione, cioè spesso, prima di lasciare la sede del Golf, si sedeva nel salotto dell’ingresso e teneva una sorta di banco dell’allegria. Da incorniciare come e perché padre Agugguari ebbe la possibilità di pensare alla via Sacra per andare e pregare a Santa Maria del Monte. Gli fu possibile perché allora non c’era Italia Nostra. Della quale a Varese facevano parte illustri rotariani.
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