Cameron passerà alla storia come l’artefice del grande pasticcio. Per maldestro abuso di furbizia ha quasi eguagliato il collega Tsipras, ma mentre quest’ultimo si è esibito in un plateale dietrofront, per Cameron, che aveva indetto il referendum per regolare faide interne al suo partito, ci sono le dimissioni e l’onta di non aver onorato la parola data agli alleati europei: in caso di sconfitta aveva promesso che avrebbe subito invocato l’articolo 50 del Trattato di Lisbona per la risoluzione dell’appartenenza all’EU.
Grazie a lui, per un pugno di voti, circa seicentocinquantamila, in un referendum consultivo e sottolineo consultivo, cinquecento milioni di cittadini europei sono rimasti ostaggio della speculazione che ha bruciato in un giorno 637 miliardi di euro, circa il 4% del Pil globale. Tutto questo ignorando la recessione, che s’innescherà in nome del ridicolo concetto di “sovranità” in salsa populista, e il rischio dell’evaporazione della Gran Bretagna con l’abbandono di Scozia e Irlanda del Nord interessate a rimanere in Europa. I sostenitori del Leave hanno fantasticato di avere indietro il loro Paese, senza sapere che l’indietro non esiste e che l’unica possibilità è l’avanti, ed essere efficienti nella competizione globale.
Ma per Varese, tanto lontana da Londra, ci potrebbe essere un’opportunità?
Giuseppe Sala neo Sindaco di Milano è già partito all’attacco mettendo in agenda una serie di appuntamenti a Londra per incontrare il presidente dell’Autorità bancaria europea (Eba) e il presidente dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema). L’obiettivo è proporre come sede per le due istituzioni, in luogo della capitale londinese, il futuro parco tecnologico del dopo Expo. Ovviamente non vogliamo affermare che Varese possa avere voce in trattative a seguito del Brexit, o avere come Milano consulenti del calibro di Emma Bonino, ma potrebbe lavorare di fino e di rimessa con la capitale lombarda e col tessuto industriale varesino per inserirsi nella strategia del dopo Expo.
Punto focale di questa strategia sono i collegamenti: svincolo autostradale, riduzione drastica del tempo di percorrenza collegamenti ferroviari sulla linea Parco Tecnologico – Milano, Fibra e reti internet di ultima generazione. Tutto ciò diventerà ancora più importante e determinante per lo sviluppo della nostra città se nell’area dell’Human Technopol di Rho si creerà, con partner del calibro di Ibm e Nokia, il Watson Healt Center che si occuperà di sanità e se nella stessa sarà istituito, come sembra voglia ottenere il governo in Europa, una Zona economica speciale (Zes). Cioè un’area dove le aziende, specialmente straniere, possano insediarsi fruendo di vantaggi doganali/fiscali e semplificazioni normative. Dunque l’ordine del giorno dovrebbe essere liberarsi dall’isolamento e dal pressappochismo generati dalla cultura leghista, mettere ordine negli investimenti, tra cui Piazza Repubblica con l’inutile trasferimento della biblioteca, avendo in mente un disegno di sviluppo e non delle scelte episodiche e frammentarie, alla luce della semplice constatazione che il mondo è cambiato e non è più il tempo di rimanere prigionieri di slogan.
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