Non verranno attuati i piani di recupero delle cave “ex Coppa” di Cantello e “La Rasa” tra Brinzio e Varese, in quanto definitivamente stralciati dal Piano cave della Regione Lombardia, per deliberazione in questo senso del Consiglio regionale. Non verranno più autorizzate, per spiegarmi, procedure urbanistiche dal bel nome (Piano di recupero per fini naturalistici), ma attraverso le quali, esaurito il loro progetto di coltivazione, sarebbe stata consentita la escavazione della Martica ovvero della Collina Tre scali fino al loro modellamento all’andamento del territorio circostante (appunto, la sua sistemazione con la scusante di evitare la formazione di scarpate ripide e di difficile ripristino): insomma, se fosse stato attuato il piano di recupero delle due cave citate si sarebbero raschiate le due colline di riferimento fino all’esalazione dell’ultima loro capacità di respiro.
Evitare tutto ciò è stato possibile definitivamente grazie alla Comunità europea, la quale ha fatto porre il Piano cave, approvato dalla Regione Lombardia, alla Valutazione ambientale strategica; ciò si sarebbe dovuto mettere in atto prima, ma la Regione, malgrado richieste esplicite, non aveva voluto fare nulla.
La battaglia per arrivare a questa decisione politica, è stata lunga e molto incerta. Partire per combatterla, è stata una decisione che ha provocato improperi e commenti come: “Gli ambientalisti vogliono solo lottare a tempo perso, impiegando energie inutilmente “. Non è però andata così.
Armato di costanza e pazienza mi sono intruppato con politici coscienziosi, politici pentiti e tecnici capaci, oltre che con uomini ardimentosi. Abbiamo saputo utilizzare il diritto ed è stato un procedimento che ha visto il nostro passaggio per commissioni, consigli ed anche tribunali.
Ricordiamo, in particolare, le iniziative di coloro che per primi si sono mossi nei confronti della Comunità europea (con un ruolo diverso ma efficace) cioè di Gianluca Albertini e Mauro Sabbadini, i quali hanno conseguito il fondamentale risultato di far porre il piano cave della Regione Lombardia sotto le norme della Valutazione ambientale, malgrado questo fosse già stato approvato. La valutazione ambientale è stata quindi attuata “ex post” e una provvidenziale legge della Regione Lombardia ha fatto sì che non si potesse iniziare a svellere prima dell’ultimazione del procedimento di valutazione ambientale strategica.
Si è così conservato il territorio malgrado fossero sussistenti le aspettative economiche contrarie. Dopo l’azione di questi c’è stata la lenta battaglia di cui si è detto. Questa è stata combattuta da un comitato, composto da tante associazioni e da diverse Istituzioni; tra le plurime persone che è giusto ricordare ci sono (mi scuso di eventuali dimenticanze): Luca Marsico, Giangiacomo Longoni, Roberto Anelli, Giuseppe Piero Villani, Alessandro Alfieri, Giosuè Frosio, Gunnar Vincenzi, Gabriele Sola, Giuliana Andreoli, Marco Viganò, Marco Dalla Fiore, Roberto Di Giandomenico, Giuseppe Cocquio, Massimo Rovera, Clementino Rivolta, Marco Pinti, Giulio Cavalli, Alessandro Uggeri, Adriano Chiaravalli e Mihaela Ciobanu, Sonia Rossato.
Non posso scordare le trasmissioni televisive nazionali che hanno supportato la nostra azione e tra queste ricordo, in particolare, Falò della Svizzera Italiana, con la puntata: “L’oro di Cantello”, Report di Rai 3, con la puntata: “La banda del buco” e Striscia la Notizia di Canale 5. Tra le televisioni locali ricordo certamente Rete 55 e Tele Sette Laghi e tra i giornali La Provincia e La Prealpina, dove si sono spesi con continuità Renata Manzoni e Riccardo Prando.
Vincere non è tutto, ma, come dice Henry Russell Sanders, è proprio vero che è l’unica cosa che conta; questa decisione regionale lo dimostra, come si dice, “senza se e senza ma“.
Ora, deve essere continuata la battaglia come iniziata, facendo in modo che venga meno la barbara usanza di cavare le bellissime colline e montagne che rendono maestoso e variegato il mirabile paesaggio italiano ed, in particolare, lombardo. Dovrà sorgere un mercato di materiale sostitutivo di quello cava e prodotto industrialmente. Dovrà esserci una completa conformazione delle leggi e dei regolamenti regionali lombardi alle disposizioni della comunità europea: ancora questa non c’è stata e ancora si aspetta l’azione di qualcuno che vada a domandare l’intervento della Comunità europea. Non lo si faccia! Si precorrano, ora, i tempi.
Bisogna che sia seguito l’iter di modellamento naturale della cava “La Rasa”, iter che vuole portare avanti il presidente del Parco Campo dei Fiori, e infine è necessario che siano promossi dolci interventi anche per la cava “ex Coppa” di Cantello.
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