“La corruzione fa perdere il pudore che custodisce la verità, la bontà, la bellezza. Il corrotto spesso non si accorge del suo stato, proprio come chi ha l’alito pesante e non se ne rende conto” : sono parole di Papa Francesco da “Il nome di Dio è misericordia”
Quanti abbiamo l’alito morale pesante? Tanti, essendo questo difetto molto subdolo.
L’alito pesante, quello reale, effettivo, è un grosso ostacolo alla socializzazione. Ricordo un mio amico che aveva letto da qualche parte – o qualcuno gli aveva detto – che con l’aglio si può curare l’ipertensione. Allora doveroso fare la prova: preso un capo d’aglio tritato, messo in una chicchera da caffè con olio d’oliva, lasciato marinare per tutta la notte ed ingoiato al mattino, prima del caffè ovviamente, dopo misurazione della pressione, e poi di volata in ufficio. Ha rischiato il licenziamento … grave ostacolo alla attività lavorativa. Ufficio bloccato. Anche i sindacati gli erano contro!
Senza arrivare a questo punto, le difficoltà alle relazioni della vita quotidiana sono notevoli. Ricordo un professore delle medie superiori bollato con “quello che ha il fiato che spùza”. Non il prof d’italiano, ma “quello che spùza”. Un altro mio amico, valentissimo parrucchiere da donna, realizzatore di sublimi acconciature. Niente da fare: appena l’operatore ecologico gli sarebbe stato permesso, ma anche quello con qualche difficoltà.
Ricordo anche un informatore scientifico che aveva questa qualità. Tu cercavi di stare a distanza, ma lui sempre addosso e, con abilità appunto scientifica, ti incastrava all’angolo del locale e ti martellava di olezzanti concetti. I farmaci da lui presentati non li potevi dimenticare: notizie scientifiche supportate, sottolineate da intensi stimoli olfattivi.
Invece l’alito pesante morale è drammaticamente diffuso in tutti i rami delle attività umane. Il corrotto si presenta bene, aspetto di brava persona, gentile, sorridente, distinto, un simpaticone. Il suo agire da corrotto non si evidenzia particolarmente, non c’è un atteggiamento guardingo, circospetto, ma alla luce del sole nasconde piccole cifre, finge sconti nelle transazioni commerciali, viola costantemente le regole civili. Il perseverare a lungo gli permette di fare grandi danni, ma con grandi guadagni. Lui si sente a posto, si ritiene furbo. È così che si deve vivere.
In politica la corruzione è abituale. È una caratteristica del politico che vive in un ambiente dove “il fine giustifica i mezzi”. Da secoli pensatori l’hanno teorizzato. In politica tutto appare lecito, ma di certi risultati tutti facciamo le spese.
C’è rimedio? Per l’alito, diciamo fisico, gli stomatologi e odontoiatri rimediano bene. Per il cattivo alito morale è molto duro, molto difficile rimediare. È un problema di coscienza, stile di vita pulito, di cambiamento di una concezione incancrenita nei comportamenti. Saper recuperare il pudore per accorgerti del danno che crei al prossimo: difficile la conversione.
Immaginate che grande rivoluzione sarebbe, per esempio, se i cattolici, magari solo loro, agissero in politica calpestando la corruzione invece della verità. In passato abbiamo avuto grandi politici, coerenti e lineari. Ne abbiamo avuti anche di molto infidi e immorali. Ma i risultati tra le due categorie non sono paragonabili. I primi hanno salvato la nazione da molti disastri, specialmente negli anni post bellici o ai tempi della guerra fredda, gli altri hanno innescato le cause (apparentemente inamovibili) dell’attuale crisi a cui non è stato possibile sfuggire, o che siamo stati incapaci di evitare.
Cattolici sensibili avvertono il disagio, il problema. In una recente riunione di cattolici impegnati in politica, un noto politico, sottolineando il fatto che la democrazia si basa sul consenso che tu in qualche modo devi raggiungere, chiedeva aiuto su come raggiungere il risultato rispettando le regole morali. Dalle sue parole era evidente il dramma che i cattolici vivono nell’ambito della politica. Se non attuo il sopra detto principio, che cioè in politica tutto è lecito, se non vado contro certe regole morali, non raggiungo il successo del programmato. Come dobbiamo comportarci? Che cosa è lecito? Risposta non ci fu. Non capimmo se il conduttore non avesse compreso il problema o fosse incapace di dare una risposta.
Dal pensiero di papa Bergoglio risulta chiaro che non ci sono dubbi su quale dovrebbe essere il comportamento dei credenti in qualunque momento della vita. Lo si saprà fare?
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