Bene, Davide Galimberti (e tutta la coalizione) ce l’ha fatta: è diventato Sindaco nella città simbolo del movimento politico leghista e da questi governata ininterrottamente per 23 lunghi anni.
Ora pare semplice a tutti dire che la candidatura di Davide era quella più adatta e più in “sintonia” con la città, ma viceversa oltre un anno fa quando sommessamente è stata proposta al popolo del centrosinistra ed in particolare al partito democratico, non ha raccolto tutto quell’entusiasmo che oggi dai più viene manifestato.
Attenzione, questo non è un post per togliersi dei sassolini o rivendicare chissà che, queste sono invece riflessioni in libertà per testimoniare che oggi la realtà quotidiana vive una complessità ancora maggiore degli anni passati e che difficilmente si riuscirà a raccoglierne i solleciti, ma anche gli slanci, se si continua a voler ragionare secondo schemi costituiti o addirittura secondo ideologie del secolo breve.
Davide Galimberti, candidato del centrosinistra, vince in una città cambiata, ma ancora oggi a distinzione prevalentemente borghese e conservatrice, a volta addirittura anche reazionaria, perché rappresenta, grazie e soprattutto, ma non solo, alle sue indubbie capacità di attenzione e di competenza, il “prototipo” del candidato ideale di qualsivoglia coalizione di centrosinistra che si ponga l’obiettivo di governare, in questo inizio di XXI secolo.
Non sto qua certo a raccontare il cambiamento, a tratti epocale, assunto dalla società in questi ultimi 10-15 anni, ma certamente sono dell’idea che i candidati di centrosinistra del secolo scorso, e non solo per anagrafica, non riescono più ad interpretare quell’attenzione al cambiamento riformatore, all’equità e alla condivisione sociale che necessariamente si respira oggi in molti strati nella società.
Certo possono essere candidature dignitose, competenti e indiscutibilmente di valore, ma sappiamo che la rappresentanza e l’azione politica non è fatta solo da queste caratteristiche, ma che bisogna saper interpretare, raccogliere e poi concretizzare non istanze (che parola del secolo scorso), ma speranze, passioni, volontà e progetti dei cittadini “nuovi” che guardano al futuro si con ottimismo (io ce la faccio), ma farcito a tratti con un disincantato e spensierato qualunquismo. In poche parole si sta andando oltre le difficoltà della pur sempre presente crisi economica (ma non solo), e avendo compreso di non poter continuare a vivere semplicemente di recriminazioni e rimpianti, con sano senso di realtà, si stanno finalmente risvegliando i sentimenti di speranza e umanità.
Bene dunque Davide Galimberti, che grazie anche al suo modo di concepire la politica, prima nell’ascolto di tutti, ma proprio tutti, e poi avanzando idee e progetti concreti, riesce, e riuscirà ne sono convinto (dategli però 10 anni), anche grazie al suo stile non urlato del consenso, a portare una VARESE finalmente moderna nel XXI secolo. E poi sono anche sicuro che non si scorderà comunque della sagra dei Corni e Pecc.
Luca Ferrari, Direttivo PD Varese città
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