Lo slogan “cambiare si può” ha convinto appena il 50,2% dei varesini aventi diritto al voto a recarsi una seconda volta alle urne per scegliere il nuovo sindaco della città.
L’esito elettorale premia Davide Galimberti con il 51,8% mostrando un minimo distacco da una coalizione che ha governato la città negli ultimi 23 anni e non ha convinto gli elettori a rinnovare quella fiducia delusa da progetti inevasi e soprattutto dalla mancanza di ascolto delle proposte presentate dai cittadini.
Sta forse nella promessa di un ascolto settimanale che il nuovo sindaco riserva ai cittadini, quella piccola percentuale di preferenze che vuole portare a un reale mutamento di gestione della macchina comunale da troppo tempo ferma in attesa di riparazioni.
La complessità degli interventi su questa macchina richiede la collaborazione di tutti e non sarà sufficiente il cambio del pilota per ritornare ad essere quella brillante città di cui oggi si celebrano con orgoglio momenti di splendore trascorsi.
Limitarsi ad appendere alla parete la foto con il trofeo appena conquistato, potrebbe limitare la conquista di altre mete, impossibili da ottenere senza cercare anche la collaborazione di coloro che appartengono ad una minoranza colpevolmente definita opposizione.
La giovane età del nuovo sindaco e la presenza in consiglio di nuovi eletti rappresentanti dei comitati civici, dovrebbe portare ad un vero cambiamento nella gestione della città voluto purtroppo da una esigua rappresentanza di votanti.
L’impresa dei mille che hanno partecipato alla cena solidale del 7 maggio scorso organizzata da ben 50 associazioni di volontariato, dimostra che si può fare di più in presenza di programmi di progetti condivisi e non ostacolati da veti o imposizioni provenienti da fuori città.
Congratulazioni Davide e buon lavoro!
Domenico De Maria
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