Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Il Viaggio

TERRA DI SABBIA E DI LUCE

GIOIA GENTILE - 16/06/2016

 

Pensate un castello di sabbia, uno di quelli ben fatti, con tanto di mura merlate e di torri, che si costruiscono sulla spiaggia nelle competizioni estive. Pensatelo di sabbia rossa e poi ingranditelo mentalmente fino a farlo diventare imponente come una fortezza medioevale. Ecco: avete visualizzato una kasbah del Marocco del sud. E adesso immaginatela nel suo ambiente naturale, ai piedi dell’Alto Atlante, in una luminosa giornata di febbraio: le cime innevate si stagliano nell’azzurro intenso del cielo; più in basso, sui pendii di terra rossa, risalta il verde dei fichi d’india; a valle, in prossimità dei corsi d’acqua, palme, ulivi e mandorli in fiore. Potreste essere nella kasbah di Tamnougalt, che si erge maestosa in mezzo a orti e giardini fioriti, percorrendo i quali vi trovereste all’improvviso dentro un tunnel di alberi dai fiori bianchi. Oppure potreste essere ad Ait Benhaddou, che quasi si confonde con il colore della collina su cui sorge, sulla riva destra del Wadi Mellah, fiume dalle acque azzurrissime: vi sentireste dentro un film, Lawrence d’Arabia o Il the nel deserto, che qui sono stati girati. O, ancora, potreste trovarvi nella kasbah di Telouet, da dove prende le mosse La straniera, il bel film di Marco Turco: tanto severa e grandiosa all’esterno quanto gradevole negli interni, decorati di maioliche multicolori e ingentiliti da finestre a grate che proiettano sul pavimento e sulle pareti arabeschi di luce e d’ombra.

Se non si pensa che queste grate hanno delimitato la vita di generazioni di donne, si ha la sensazione di essere in un luogo fiabesco. Chi ha sempre dato al termine kasbah il significato negativo di quartiere degradato resta stupito di fronte a quello che appare come un miracolo architettonico: una fortezza, spesso inglobata in una cittadella fortificata – uno ksar – sulle cui viuzze si affacciano abitazioni private che si sviluppano attorno a cortili; un complesso intrico di scale conduce quasi sempre ad una terrazza che funge da tetto e che è protetta da merlature dove le cicogne fanno il loro nido. Ovviamente queste costruzioni non sono di sabbia, anche se sembra che si sgretolino proprio come castelli sulla spiaggia; sono di arenaria o di un miscuglio di paglia, pietrisco e fango. Fortunatamente, negli ultimi anni alcune sono state restaurate e ne è stato incentivato il ripopolamento, in modo da garantirne la sopravvivenza. Risalgono al XVII / XIX secolo, ma anche i villaggi più recenti utilizzano gli stessi materiali, sicché a volte si fatica a distinguerli, quando appaiono all’improvviso dietro una curva, rossi come la montagna su cui si appoggiano.

Il sud del Marocco è davvero un luogo di fiaba, che ti fa intravedere distanze misteriose nel tempo e nello spazio. Ci sono ancora cartelli che indicano la direzione per Timbuctu – 52 giorni a dorso di cammello – e ti indirizzano verso una distesa di dune dove lo sguardo si perde e nel cuore ti nasce un’ emozione tra l’eccitazione e lo sgomento.

Il rosso del deserto cede poi il posto al bianco e all’azzurro quando si lascia l’oriente per affacciarsi, ad ovest, sull’oceano, a Essaouira. Lungo la strada, dritta e pressoché deserta, si possono trovare alberi di argan su cui le capre si arrampicano per brucarne le foglie; infine, dall’alto, appare la cittadina turistica adagiata sulla costa, luminosa come un villaggio greco, con le case bianche immerse nel verde. Di sabbia chiara la spiaggia, lambita da onde lunghe. Ripensare a quei luoghi, all’Est come all’Ovest, allarga il respiro.

Ma quando si arriva in città, a Marrakech, si è catapultati in un caleidoscopio di colori, di odori, di voci, di gente, di merci che disorienta, diverte, incuriosisce, attrae e respinge. Un altro mondo, di cui adesso non voglio parlare. Non voglio cancellare la sensazione dei paesi di sabbia e di luce che ancora per un momento mi ha rasserenato l’anima.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login