Più che fondata la richiesta fatta dall’associazione “Mercallo possibile” perché gli enti locali facciano verificare l’atmosfera di un territorio ampio, cosicché se ne possa accertare la assenza di sostanze tossiche e quindi la salubrità. Ho, quindi, scritto ai sindaci dei comuni di Ternate, di Comabbio, di Mercallo di Varano Borghi, di Vergiate, di Travedona Monate, e per conoscenza al presidente della commissione Ambiente della Regione Lombardia e al presidente della Provincia di Varese, per supportarne appunto la richiesta.
Spiego perché abbia voluto informare anche Provincia e Regione.
Non è mia intenzione avere una risposta tecnica, ma vorrei suscitare, piuttosto, una chiara presa di posizione politica.
Non ho alcun dubbio che il cementificio di Ternate abbia ogni autorizzazione necessaria per potere svolgere la sua attività.
Se, da una parte, sono consapevole del fatto che non occorra scatenare la caccia al demonio in mancanza di una prova evidente della sua presenza, penso, però, che occorra procedere con i piedi di piombo allorquando la letteratura internazionale imputa ai cementifici l’essere causa evidente, non solo di veri e propri disastri territoriali, ma anche probabile causa di malattie più o meno gravi del corpo sociale.
In passato ho giudicato non positivamente la sottoscrizione, da parte del sindaco del Comune di Ternate, di una nuova convenzione con il cementificio Holcim, attraverso cui vengono garantiti alcuni servizi pubblici a vantaggio del corpo sociale.
Non ho avuto difficoltà a sostenere che questa mercede è null’altro che un pugno di riso. Questo è un prezzo molto basso per svenderle il territorio.
Sarebbe ora opportuno che il presidente della Provincia appoggiasse la richiesta della associazione “Mercallo possibile” e insieme occorrerebbe che il presidente della commissione Tutela ambientale della Regione Lombardia chiamasse per una audizione non solo questa associazione, ma anche il Comitato Ambiente Verbano, di Cittiglio, che si occupa del cementificio Colacem.
C’è un obbligo di fare questo? Certamente no. C’è e ci sarebbe un’opportunità, e secondo me, andrebbe colta al volo: quella di fare sapere che il territorio varesino non è disponibile al saccheggio a maggior ragione se questo avviene a un prezzo scontato.
Nel mio piccolo, ho cercato di lanciare un segnale inviando dunque questa lettera; mi auguro che anche il presidente della Provincia possa fare lo stesso.
Mi sembra, comunque, evidente che, secondo me i Comuni attorno al cementificio di Ternate come quelli nei pressi del cementificio di Cittiglio, non possano essere lasciati soli nell’affrontare i problemi della convivenza con i cementifici, in quanto delicata e problematica. È giusto che un territorio tanto vasto abbia una investigazione particolareggiata della sua atmosfera.
Le istituzioni italiane non possono non tenere conto della ratio alla base delle convenzioni comunitarie, stando alle quali tutti i cittadini di un territorio (che venga gestito nel loro interesse e nella logica del risparmio) dovrebbero venire idoneamente interessati delle decisioni assunte dalla politica e quindi poter esprimere il proprio parere in proposito.
L’Ue ha sviluppato norme ambientali fra le più rigorose al mondo. La politica ambientale contribuisce a rendere più compatibile con l’ambiente l’economia, proteggendo la natura e salvaguardando la salute e la qualità della vita delle persone che vivono nell’Unione europea.
La tutela dell’ambiente e il mantenimento di una presenza competitiva dell’Ue sul mercato globale possono andare di pari passo: la politica ambientale può svolgere un ruolo fondamentale per creare posti di lavoro e promuovere gli investimenti. La “crescita verde” comporta lo sviluppo di politiche integrate volte a promuovere un quadro ambientale sostenibile; le innovazioni ambientali possono essere applicate ed esportate, rendendo l’Europa più competitiva e migliorando la qualità della vita dei cittadini.
L’equità è di fondamentale importanza in tutto ciò. La natura è il sistema che sorregge la vita, perciò dobbiamo prendercene cura. Condividiamo risorse come l’acqua, l’aria, gli habitat naturali e le specie che essi ospitano, e quindi, anche norme ambientali per la loro protezione.
L’Europa si sta adoperando per salvaguardare le risorse naturali e arrestare il declino delle specie e degli habitat minacciati. Natura 2000 è una rete di 26.000 aree naturali protette che coprono quasi il 20 % della massa continentale dell’UE, in cui le attività umane sostenibili possono coesistere con specie e habitat rari e vulnerabili.
L’acqua, l’inquinamento dell’aria e le sostanze chimiche sono fra le principali preoccupazioni ambientali dei cittadini. Per proteggere le persone dalle pressioni ambientali e dai rischi per la salute e il benessere, la politica dell’Ue mira a: 1) garantire acqua potabile sicura e acque di balneazione pulite; 2) migliorare la qualità dell’aria e ridurre l’inquinamento acustico; 3) attenuare o eliminare gli effetti delle sostanze chimiche nocive.
Poiché la popolazione mondiale continua a espandersi e gli abitanti delle città sono sempre più numerosi, le sfide ambientali di portata globale si fanno più pressanti. È necessario fare di più per garantire che l’aria, gli oceani e le altre risorse idriche siano puliti, che i terreni e gli ecosistemi siano utilizzati in modo sostenibile, che i cambiamenti climatici vengano contenuti entro limiti accettabili.
In quanto protagonista della scena mondiale, l’Ue svolge un ruolo fondamentale a livello internazionale per promuovere globalmente uno sviluppo sostenibile.
La politica dell’Ue da qui al 2020 si basa sul settimo programma d’azione per l’ambiente con un duplice livello di responsabilità che investe sia le istituzioni dell’Ue sia i governi nazionali.
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