Merito, competenza e programmi sono le prime credenziali da valutare dei candidati sindaco Galimberti – per il centro-sinistra con il Movimento civico trasversale di Varese 2.0 – e Orrigoni – per il centro-destra, sostenuto da Lega, Forza Italia e Ncd – che si confronteranno al ballottaggio per dare un governo alla città di Varese per i prossimi cinque anni. Anche la disponibilità di tempo da dedicare alla carica (totale per Galimberti, parziale per Orrigoni) è fondamentale, considerate le proposte a raffica di questi giorni sparate nell’agone elettorale da entrambi i candidati.
Premetto che il voto è un diritto, oltre che un dovere, una responsabilità, una conquista dei nostri padri che va onorata. I varesini, che il 5 giugno hanno disertato le urne sono 28.900 circa, pari al 44,11% del totale degli elettori. Spero tanto che questi ultimi recuperino quella consapevolezza di incidere sul destino della città e decidano di andare a votare. Ante ballottaggio i voti di divario fra Orrigoni (16.734) e Galimberti (14.906) sono 1828, di gran lunga inferiori alla forbice di 7.792 voti riscontrata fra Fontana e Oprandi alle amministrative del 2011, poi ridottasi a 2.805 voti al ballottaggio. La competizione si presenta quindi molto aperta, essendo colmabile il divario di voti. Lasciando da parte i discorsi complicati, mi son presa la briga di fare una minima analisi della composizione del consiglio comunale in caso di vittoria dell’una o dell’altra coalizione, non senza aver prima sottolineato che stiamo parlando delle elezioni amministrative del Comune di Varese, istituzione autonoma rispetto al governo centrale romano.
Alternando l’ordine alfabetico, comincio per “par condicio” da Orrigoni. In caso di sua vittoria, i consiglieri di maggioranza saranno 20, oltre a lui, di cui 10 uscenti e 9 volti nuovi (2 per la verità semi-nuovi). A loro si aggiunge il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni, da inquadrare secondo i gusti del lettore. Le donne saranno 5 sul totale e gli uomini 15, oltre a Orrigoni. 12 saranno i consiglieri di minoranza, incluso Galimberti.
In caso di vittoria di Galimberti, dei 20 seggi conquistati, 7 saranno relativi a consiglieri uscenti, 13 i volti nuovi (1 semi-nuovo). Anche in questo caso le donne saranno 5 e 15 gli uomini, oltre a Galimberti. 12 saranno i consiglieri di minoranza, incluso Orrigoni. In entrambi i casi subentreranno altri consiglieri, in graduatoria fra i non eletti, poiché alcuni nominativi potrebbero essere chiamati a far parte della giunta comunale.
Un occhio di simpatia lo rivolgo ai consiglieri che rappresentano il rinnovamento: 9 facenti parte della maggioranza Orrigoni, che ha governato sino ad oggi, 13 nella lista contrapposta di Galimberti. Occorre però sottolineare che c’é rinnovamento e rinnovamento. Il vero rinnovamento è l’alternanza, che è un valore in sé, poiché la democrazia si rivitalizza nell’alternanza al potere.
L’attuale coalizione guidata da Orrigoni rinnova parzialmente, ma non consente l’ alternanza, perpetuando la maggioranza di governo che domina la città di Varese da 23 anni a questa parte, pur con la legittimità del consenso popolare. Per intenderci l’alternanza farebbe sì che la maggioranza del consiglio comunale, e quindi del governo della città, dopo 23 anni, andasse all’opposizione e la minoranza divenisse la maggioranza, e quindi governasse. Rammento che, quando la sottoscritta fece parte del consiglio comunale nel 1994, 2 dei 20 consiglieri che risulteranno eletti, in caso di vittoria dell’attuale maggioranza uscente, già si trovavano nell’assemblea civica nel 1990 e in maniera continuativa lo sono stati sino ad oggi. Ora, se si vuole dare un valore all’alternanza, dopo così lungo tempo, e concedere ad altri la possibilità di subentrare, valutandone capacità e risultati, e avendo a cuore un rilancio della città, risulta chiaro il da farsi: votare il candidato sindaco Galimberti.
Se invece si ritiene che l’alternanza non sia un valore e contemporaneamente ci si sente soddisfatti di quanto è stato attuato in questi quasi cinque lustri dal governo cittadino in ordine al mantenimento degli impegni presi con gli elettori, non solo per il centro città ma anche per le castellanze, (quali, ad esempio: la cura dell’ambiente, il decoro in generale, lo stato delle strade, i parcheggi, le condizioni delle stazioni, la sicurezza, l’ utilità – in termini di costi-benefici – degli investimenti a lungo termine attuati o semplicemente programmati, eccetera) allora risulta altrettanto chiaro che si debba votare il candidato sindaco Orrigoni. In quest’ultimo caso, tuttavia, mi sembrerebbe più adeguato parlare di “rinnovamento di facciata”. L’alternanza, come valore in sé, significa ben altro. Ai varesini l’ultima parola, decisiva per i nostri orizzonti futuri.
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