Ho partecipato al convegno ”Ronchi varesini: 10 anni di IGT“ organizzato nell’ambito della seconda rassegna dei vini varesini promossa dal proficuo assessorato alla Cultura del Comune di Induno Olona in collaborazione con Slow Food Varese, Pro Loco, Associazione vini varesini. Fine del convegno, tenutosi nella cornice settecentesca di Villa Porro Pirelli, era fare il punto sulla situazione vitivinicola del Varesotto a due lustri dall’importante riconoscimento ottenuto.
I relatori sono stati Andrea Tovaglieri e Micaela Stipa, moderati da Fabio Ponti di Slow Food Varese. I tre sono stati protagonisti di un dibattito ricco di proposte e di annotazioni storiche ed insieme scientifiche in merito a quelle che sono le caratteristiche e le potenzialità del territorio varesino; territorio che già in passato si era dimostrato capace di dare frutti, rivelando che il proprio potenziale supera di gran lunga il semplice ospitare schiere di villette e conglomerati cementizi. Dieci anni fa ebbi a partecipare ai festeggiamenti ad Angera per il riconoscimento della IGT varesina, ed oggi posso dire che mentre i produttori sono rimasti pressoché gli stessi di allora, la qualità del nostro vino risulta essere molto migliorata.
Sono convinto che le cose debbano ora cambiare in considerazione delle novità annunciate riguardo il territorio varesino dal Presidente della Regione Lombardia. Questi, infatti, ha detto che entro tre anni (dopo che gli svizzeri hanno ultimato sul loro territorio i lavori necessari, ed inaugurato il tutto in questi giorni) sarà completata la Ferrovia Arcisate-Stabio anche per la parte italiana. Varese potrà uscire dall’attuale “cul de sac” in cui si trova e collegarsi, così, alla maglia ferroviaria europea. Abbiamo già avuto sul nostro territorio turisti per i campionati del mondo di ciclismo ed anche per le competizioni iridate di canottaggio. Ora, certamente, potremo godere di un turismo internazionale con maggiore facilità rispetto al passato. Abbiamo un numero di alberghi e di ristoranti da offrire non certo deficitario come in passato. Varese, che a questo punto avrà solamente bisogno di un numero maggiore di Hotel a cinque stelle, dovrà anche dire basta all’incapacità e al pressappochismo dei propri politici nell’attrezzare sistemi di interazione tra beni culturali e paesaggistico ambientali e così tra questi ultimi e i sistemi di trasporto (ma anche con i prodotti tipici e con gli agricoltori professionisti). Considerando che i turisti stranieri sono particolarmente curiosi e quindi desiderosi di assaggiare i prodotti tipici di un territorio, occorre che questi ultimi siano presenti in un numero accattivante e con un prezzo abbordabile: è necessario quindi che venga predisposto un menu locale (comprensivo del vino) e che questo sia offerto da tutti i ristoranti del territorio.
Per ottenere un simile traguardo vedrò di darmi da fare attraverso l’Ecomuseo del Campo dei fiori di cui sono consigliere. Ecomuseo questo riconosciuto ufficialmente dalla Regione Lombardia.
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