(O) Niente cambiamento a Varese? Oppure il ballottaggio ci proporrà un ribaltone?
(C ) Le sorprese o almeno le stranezze non sono state poche. E sarebbe interessantissimo avere per Varese lo stesso tipo di analisi dell’elettorato esibita martedì sera a “Porta a porta”. Dispongo di un’altra ricerca, di SWG, che mostra per le cinque maggiori città e per sette categorie ‘chiave’ di elettorato, quale candidato sindaco abbia avuto la maggiore e la minore attrattività. Il risultato, meglio, la prima impressione è un incredibile guazzabuglio, tanto che avrei la tentazione di non crederci.
(S) Già. Abbiamo prestato fede ai sondaggi del PD, diffusi dal maggior quotidiano della nostra provincia, e siamo rimasti sorpresi dalla realtà. Ma abbiamo sbagliato ancora una volta come chi crede ai sondaggi e a qualunque altra cosa sulla parola di chi è interessato.
(C ) Io non credo alla malafede del sondaggista e di chi li ha diffusi. Effettivamente molti elettori hanno deciso all’ultimo, o hanno nascosto la loro intenzione fino al seggio. L’elettorato è veramente ‘liquido’, non lo scopro io. Se passiamo dal sondaggio sulle intenzioni di voto all’indagine socio-demografica abbiamo sicuramente risultati più attendibili. Prima fornisco qualche dato SWG, poi discutiamo.
GIOVANI, 18-34enni: Tendenza percentuale superiore alla media (in seguito TP+): candidati M5S, tranne a Napoli, dove prevale il CentroDestra (!), correlativamente la TP- (percentuale inferiore alla media) compete al CentroSinistra, tranne a Milano dove è del CD. Quasi parallela, a parti invertite, è la voce ANZIANI: TP+ per PD a Roma, Torino, Bologna; TP+ per De Magistris a Napoli e per CD a Milano. TP- per i M5S a Milano,Torino e Bologna, per Marchini (CD?) a Roma.
(O) Scusami, non ho capito.
(C ) Significa che nel complesso di voti del PD pesano percentualmente di più gli anziani dei giovani, mentre nei M5S pesano di più i giovani, mentre i candidati del CD si discostano meno dalla media. Passiamo ora alle categorie economiche:IMPRENDITORI e OPERAI, CETO MEDIO e POVERI. Contro le mie aspettative, quasi dovunque operai e poveri preferiscono M5S, con l’eccezione di Roma dove invece collocano M5S nel livello più basso, preferendo i poveri la Meloni e gli operai il PD. Il CentroDestra di solito si discosta poco dalla media, significa che è meno caratterizzato e che questa è la sua debolezza, soprattutto sul piano della comunicazione.
(O) Come dire che Roma funziona al contrario del resto d’Italia.
(C ) Esatto. Infatti a Roma Raggi comanda la classifica per la preferenza di imprenditori e ceto medio, mentre i suoi compagni di partito delle altre città sono in questa fattispecie tra gli ultimi. Ma a rovescio, un’altra significativa eccezione è Torino, dove Fassino, PD, sottolineamolo, è primo tra imprenditori e ceto medio e ultimo tra operai e poveri.
(O) Non ci credo!
(C ) Ricorda che parliamo sempre non in termini assoluti, ma in percentuale del proprio elettorato che ha effettivamente votato domenica. E ricordiamo che poco meno degli aventi diritto hanno votato. A questo proposito, un dato che ha stupito persino Vespa, pur abituato a vederne d’ogni colore, è che la presenza al voto è fortemente correlata con il livello di istruzione, tanto che, tranne Napoli, in tutte le altre città i votanti effettivi dei candidati dei maggiori partiti possiedono in grande maggioranza almeno un diploma di scuola media superiore, fino al 75 e all’80%. Fassina a Roma arriva fino al 90%. Significa che ciò che una volta chiamavamo ‘popolo’ non è interessato al voto e quando s’impegna lo fa in modo imprevisto.
(S) Però almeno a Roma, Giachetti (PD) è primo tra gli operai.
(C ) Ma tra i poveri è prima la Meloni, il suo opposto. E pensa: chi sono gli operai a Roma? Mica i metalmeccanici, ma gli statali, gli autisti dell’ATAC e della COTRAL, gli addetti alle imprese di pulizia dei ministeri, i ferrovieri, eccetera. Un chiarimento ulteriore viene dai dati di Vespa: la categoria non considerata da SWG, che abbassa le percentuali di tutte le altre è quella dei pensionati, molto più presente nel PD che in tutti gli altri raggruppamenti.
(S) Dopo tutti questi dati sono ancora più confuso di prima. Torniamo a Varese. Qui le sorprese vengono dalle liste civiche e dalle preferenze. Le liste civiche sembrano aver dato qualcosa di più come appoggio ai due candidati principali che non aver creato reali alternative. Immagino che la Lega civica di Malerba sognasse di essere perlomeno l’arbitro della contesa, risultato raggiunto in modo solo molto parziale. Quanto alle preferenze, il Presidente della Regione Lombardia si ferma al decimo posto di questa ‘classifica cannonieri’, mentre Luisa Oprandi scavalca i suoi capilista e raggiunge la vetta della classifica generale: onore al merito e all’impegno di cinque anni in Consiglio e alla convergenza di una parte del ‘mondo cattolico’. Arretrano anche i capilista di Lega e di Forza Italia, dove il lavoro in pizzeria sembra essere stato apprezzato dagli elettori più di quello di altri in Consiglio. Peccato non avere anche per Varese un’analisi come quelle che hai descritto: avremmo avuto delle sorprese.
(C) Lo scollamento trai partiti tradizionali e il loro retroterra sociale, almeno presupposto, è del tutto evidente. Prendiamo atto che al ballottaggio si confronteranno due candidati molto simili per collocazione sociale, riferimenti ideali, età ed esperienza. Questo rende il ballottaggio oggettivamente incerto, nonostante il vantaggio consistente, ma non rassicurante di Orrigoni. Ciascuno dovrà soprattutto ‘trattenere’ i propri elettori dal desiderio di una puntatina al mare o in montagna. L’eventuale schieramento (al momento in cui scrivo, non annunciato) della lista di Malerba a favore di un candidato sarebbe probabilmente decisivo per chi è già in vantaggio e metterebbe solo in bilico il risultato se fosse a favore dello sfidante. Mi spiacerebbe solo se la spinta decisiva arrivasse dall’esterno, da qualche evento scioccante, che fornisse una motivazione emozionale agli elettori dell’uno o dell’altro. Abbiamo bisogno di tranquillità per essere razionali, sia gli elettori, sia i candidati, per aprire una stagione di collaborazione piuttosto che di pregiudizi e di scontri, che nel recente passato, mi pare chiaro, non ha giovato a nessuno, non ai partiti che hanno dovuto cercare il soccorso di candidati esterni e di liste civiche, tanto meno alla città.
(O) Allora proprio niente cambiamento, secondo te, nemmeno in caso di ribaltone? Eppure il desiderio di novità, di una certa discontinuità si sentiva nell’aria e forse non si è espresso pienamente per la mancanza a Varese della lista M5S.
(C) Scusa, neh. Ma il cambiamento più utile è proprio quello di cui ho parlato, passare dalla contrapposizione al confronto, che non sarà mai collaborazione come fra alleati, ci mancherebbe, ma ricerca della soluzione migliore, nel rispetto reciproco. Posso aggiungere che analogo suggerimento andrebbe rivolto al Presidente del consiglio Renzi e, ovviamente, anche ai suoi oppositori? Altrimenti la democrazia si svuoterebbe di contenuti e si ridurrebbe ad un gioco formale cui la gente parteciperebbe sempre meno volentieri e chi verrebbe tagliato fuori sarebbe proprio la gente comune, proprio il popolo che tutti dichiarano di voler servire.
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