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Editoriale

VOTO BIS

GIAMPAOLO COTTINI - 09/06/2016

votoConfermate le previsioni secondo cui nella tornata elettorale di domenica 5 giugno quasi nessun comune di medie/grandi dimensioni sarebbe riuscito ad eleggere il nuovo sindaco, si entra nella logica del ballottaggio, che introduce fattori diversi di confronto politico obbligando gli elettori a ripensare alla propria responsabilità. Non si tratta, infatti, di un supplemento di voto, ma della presa d’atto che se ne deve esprimere uno nuovo o confermando il precedente o scegliendo il candidato che più si avvicina alla scelta fatta in prima battuta.

Serve perciò fare una nuova valutazione politica che non tradisca gli orientamenti del primo turno elettorale ma che prenda atto che bisogna decidere tra due alternative. Ogni elettore è dunque chiamato a giocare nuovamente la sua responsabilità, cercando di non cadere nella tentazione rinunciataria del non voto, ed evitando anche di privilegiare una visione tattica nella realizzazione di equilibri definitivi.

La scelta deve invece essere di valore, orientata a valutare chi possegga maggiore probità e serietà umana e possa mettere in campo migliori competenze e capacità tecnico/operative per realizzare, come sindaco, la guida di una buona amministrazione della città. Non si può ragionare solo in termini strategici, ma occorre rimettere in gioco i grandi temi del vivere nella comunità, sapendo anche mediare tra posizioni non sempre perfettamente coincidenti. Per questo la figura del sindaco va individuata evitando di rimanere bloccati dentro la gabbia di egoismi o interessi di partito, per cercare piuttosto il bene comune. E ciò non è sempre facile.

A Varese i risultati del primo turno indicano il prevalere di un candidato che distanzia un secondo di pochi punti percentuali. La partita è dunque aperta, il suo contenuto dovrebbe insistere sui temi offerti dagli sfidanti rimasti in gara, ponendo a confronto l’immagine di città che essi intendono realizzare, e tenendo vive le ragioni delle differenze prima ancora che cercare immediatamente gli accordi di spartizione di potere o le alleanze strumentali. È  ciò che l’elettore si aspetta con questo suo secondo voto, ancora più importante del primo perché definitivo e senza ulteriore appello o verifica a priori.

La scelta è impegnativa ed apre all’augurio non retorico che vinca il migliore: il resto sarà il pezzo di storia che l’intera società saprà scrivere anche grazie al sindaco che andiamo a scegliere con questo ballottaggio.

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