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Storia

IL BEATO ALBERTO CONTRO L’USURA

BARBARA MAJORINO - 27/05/2016

L'urna con il corpo del Beato Alberto a Santa Caterina del Sasso

L’urna con il corpo del Beato Alberto a Santa Caterina del Sasso

La costruzione del complesso dell’Eremo di Santa Caterina trae le sue origini nel XII secolo, quando Alberto Besozzi da Arolo, mercante e usuraio del tempo, scampando a un naufragio durante una traversata del Lago Maggiore, avrebbe fatto voto alla santa Caterina d’Alessandria di ritirarsi per il resto della sua vita in preghiera, meditazione e solitudine in una grotta in quel tratto di costa. Lì costruì una cappella alla santa, ancora oggi individuabile sul fondo della chiesa. In seguito fu fatto beato e il suo corpo riposa all’interno della chiesa. Molti sono i visitatori e i pellegrini che sostano davanti alla sua urna di vetro, accendendo candele e  facendo offerte.

Le vicende di Alberto Besozzi ci sono state trasmesse dagli studiosi di storia locale e da antiche cronache che, nei secoli, hanno raccolto quanto, a partire dalla fine del XII secolo, oralmente si tramandava in tutta la zona del Verbano. L’avidità aveva portato Alberto a praticare l’usura e commerci poco leciti fino a quando, intorno al 1170, l’incidente del naufragio diede una svolta alla sua vita.

Alberto, superstite e autenticamente miracolato, dopo la terribile esperienza divenne sempre più riflessivo. Ne parlò con parenti e amici: voleva mantenere il voto e iniziò col porre rimedio alle sue malefatte. La moglie, anch’essa una nobile milanese molto pia, non solo l’assecondò, ma, di comune accordo, entrò in monastero.

Alberto decise di ritirarsi, povero e solo, dove le onde durante la tempesta l’avevano gettato. Imitando Giovanni Battista, si cibava di quanto la natura gli offriva e del pane che i naviganti ponevano nel cesto ch’egli calava dall’alto. A poco a poco crebbe la fama di santità dell’eremita dalla lunga barba e dai capelli bianchi. In molti si avventuravano fino alla sua grotta lacustre per riceverne consiglio.

Il beato Alberto Besozzi è un esempio di coerenza e di conversione di una vita che pareva votata all’usura e al traffico illecito di mercanzie. Oggigiorno siamo immersi nei traffici illeciti e anche nell’“usura”, che non è solo quella di uomini avidi ma, spesso purtroppo, un modo comportamentale elevato a sistema… La respiriamo, paghiamo. Storture e realtà che hanno provocato tanto dolore e anche suicidi. Alcuni scandali recenti che hanno travolto banche e loro manager sono sotto gli occhi di tutti.

Altri tempi, altra etica invece quella di grandi nobili figure legate alla chiesa: il beato Alberto, come s’è visto, Bernardino da Feltre, Bernardino da Siena, Antonio da Padova…Un grande guerriero anti-usura fu proprio Sant’Antonio di Padova, che i suoi nemici e detrattori tentarono pure di avvelenare per il suo rigoroso impegno contro gli strozzini, gli usurai e gli speculatori del suo tempo. Ecco cosa il santo ne pensava degli usurai: “Razza maledetta, sono cresciuti forti e innumerevoli sulla terra, e hanno denti di leone. L’usuraio non rispetta né il Signore, né gli uomini; ha i denti sempre in moto, intento a rapinare, maciullare e inghiottire i beni dei poveri”.

È il caso di dire che di questi tempi non sappiamo più a che santo votarci.

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