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Attualità

CHE TUNNEL

CESARE CHIERICATI - 27/05/2016

alptransitCi saranno tutti ma proprio tutti – martedì prossimo primo giugno – i principali leader europei coinvolti per ragioni geopolitiche ed economiche nella cerimonia di inaugurazione dell’AlpTransit, il tunnel ferroviario di base che supera sotto terra il massiccio del Gottardo e sbuca, dopo diciassette anni di lavori, vicino a Lugano accorciando in maniera decisiva le distanze tra l’Italia e il centro dell’Europa.

Angela Merkel, Francois Hollande, Matteo Renzi si divideranno la scena con i colleghi svizzeri Johann Schneider-Ammann, presidente di turno della Confederazione e la ministra dei trasporti elvetica Doris Leuthard. Con loro, a cascata, una pletora di ministri dei trasporti, sottosegretari, governatori e sindaci vari, ognuno alla ricerca di un pezzetto di visibilità e di qualche scampolo di paternità – più o meno surrogata- nella storica giornata inaugurale. Saranno cinque giorni di festeggiamenti a geometria variabile con i primi mille viaggiatori, tutti rigorosamente svizzeri, a percorrere per primi il “tunnel del secolo” lungo la bellezza di 57 chilometri. Tutte le informazioni in merito sono comunque reperibili sul sito www.gottardo2016.ch.

Alla vigilia del via libera a questa straordinaria infrastruttura ferroviaria si avverte ancora scarsa consapevolezza alle italiche latitudini della sua importanza strategica. Invece sarà proprio l’Italia ad avere benefici molto significativi a medio e lungo termine perché il tunnel avvicinerà i porti liguri (Savona, Genova, La Spezia) alla Svizzera e alla Germania rispetto a quelli molto efficienti del Nord Europa ma lontani. In definitiva quella che tecnicamente viene definita come la “piattaforma logistica del Mediterraneo” dovrebbe accrescere di molto la propria competitività favorendo la crescita economica complessiva. Del resto il nesso tra infrastrutture di trasporto realmente utili – dunque non quelle suggerite da facili e costosi populismi – e crescita è ampiamente dimostrato dalla storia. Prova ne sia che il ponte di recente costruzione tra Malmoe e Copenaghen ha fatto schizzare verso l’alto ( + 200%) il traffico ferroviario tra Danimarca e Svezia.

Anche sul piano della mobilità passeggeri, sia locale sia a più lungo raggio, i vantaggi

saranno notevoli visto che i tempi di percorrenza tra Zurigo e Milano si accorceranno di un’ora almeno e si andrà da Lugano a Lucerna in un’ora e mezza, due ore da Varese e Como una volta ultimata la tribolatissima, sul versante italiano, Mendrisio – Varese – Gallarate – Malpensa, riduttivamente nota come Arcisate –Stabio. Tutto questo avrà riflessi molto positivi anche sul turismo di giornata e di fine settimana dando una straordinaria simmetrica centralità al cosiddetto bacino dei tre laghi a sud del Gottardo (Ceresio, Maggiore e Como) e a Nord quello del Lago dei Quattro Cantoni. La mobilità e l’accessibilità sono oggi elementi chiave e irrinunciabili di tutta l’industria turistica europea. Le città toccate dall’effetto AlpTransit dovranno tenerne conto nel programmare il loro futuro uscendo dal localismo di bandiera, ancor oggi duro a morire, per interagire insieme.

Infine AlpTransit è un passo avanti decisivo in vista di una sostanziale riduzione del traffico merci su gomma. Fu questa una delle motivazioni principali che spinse il popolo svizzero a dire si venticinque anni fa al faraonico progetto per alleggerire l’ autostrada N2 dal traffico pesante sempre più invasivo e inquinante. Quella di una sempre più accentuata intermodalità del trasporto merci è ormai una strada obbligata per l’intera Unione Europea che dal 2014 sta effettuando significativi investimenti in tale direzione.

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