Le elezioni amministrative di “metà termine” che quest’anno andranno in scena il 5 giugno, in Italia diventano sempre più importanti perché è statisticamente provato ormai da un ventennio che regolarmente squinternano chi è in quel momento al comando.
Vedremo se accadrà anche per Renzi (che sulle amministrative tiene un profilo basso) perché questa volta le elezioni a Roma, Milano, Torino, Napoli, Bologna e molte altre città – tra cui anche Varese – si annunciano particolarmente interessanti sia in vista del referendum costituzionale di ottobre sia – in caso di sconfitta del Pd – per un eventuale anticipo delle “politiche” del 2018.
Poiché a quel punto si voterebbe con un nuovo sistema elettorale (con un bel caos ove vincessero i No al referendum, ma la legge elettorale è comunque stata sganciata da quella costituzionale) l’esito del voto politico diventerebbe imprevedibile, ma certo sarà condizionato da quello amministrativo del mese prossimo.
La cosa più interessante – in un generale declino nella qualità delle liste, un dato che non si sottolinea abbastanza, ma è quasi ovunque la sconsolante realtà – e che in tutte le principali città non c’è (soprattutto a destra) una omogeneità di presenza, mentre a sinistra Matteo Renzi gioca tutto il suo charme e i suoi oppositori interni al Pd sembrano giocare in difesa.
Sullo sfondo, però, questa volta c’è davvero novità ovvero la “terza forza” del Movimento 5 Stelle che punta ad andare al ballottaggio quando i due schieramenti principali non si presentano coesi e quindi uno dei due può essere escluso dal secondo turno e sarà allora politicamente molto interessante vedere come a quel punto si schiererà l’elettorato rimasto senza il proprio candidato preferito.
A Roma si va intanto a votare nel caos più generale dopo il fine-corsa anticipato di Marino. La candidata del M5S sembra avanti a tutti, con il centro-destra avviluppato in una lite senza precedenti e la sinistra che rischia di non andare al ballottaggio, anche se l’ ”aiutino” dello stop imposto a Fassina può dare a Giachetti qualche chance in più. Marchini (che è di destra o di sinistra? I Marchini a Roma da sempre stanno prudentemente con il potere…) sale nei sondaggi ma “a pelle” non è certo di destra pur giocando l’aggregazione dei moderati. Si arriverà ad un inedito duello tutto in femminile? Con quattro candidati più o meno sulla stessa linea di partenza tutto può succedere.
Diverso e più delineato lo scenario milanese che se vogliamo è un po’ quello dello schema “classico” ovvero con i due schieramenti coesi, due candidati che sembrano fotocopia l’uno dell’altro, i 5 Stelle fuori gioco per vincere. In teoria il parterre milanese, con un quasi certo spareggio destra/sinistra al secondo turno, è quello che si potrebbe poi riproporre anche alle politiche se le coalizioni si riaggregassero secondo schemi antichi, ma – il voto lo dirà – forse ormai superati dai tempi.
Il problema è che se Renzi è l’indiscusso leader del centro-sinistra tra Salvini, la Meloni e Berlusconi è in corso un “triello” all’ultimo sangue anche se a Milano Matteo Salvini gioca in casa visto che le truppe del Cavaliere soprattutto in Lombardia non sono più quelle di una volta.
Partite interessanti, insomma, con i contorni di una gara che a Napoli vede un sindaco uscente candidato sui generis e quindi trasversale, a Bologna dove la Lega tenta con una giovane fuori dagli schemi in una ex città “rossa” e a Torino dove credo che Fassino sarà rieletto, salvo pugnalate, liti e scissioni interne.
Poi tutti al ballottaggio e sarà un’ altra roulette, ma vedremo prima quali saranno gli attori in campo.
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