L’uomo si è chiesto da millenni se i cieli, oltre che essere popolati dagli dei e accogliere gli spiriti dei trapassati, potessero accogliere vita reale, contemporanea a quella che si svolge sulla Terra. La scienza da Copernico, a Galileo, a Keplero a Newton ha cominciato a prevedere i moti dei corpi celesti come indipendenti dalla presenza di un pianeta abitato e, quindi a concepire l’universo come uno spazio autonomo dalla nostra osservazione. Anzi, dopo Einstein in particolare, scopriamo di vivere in una immensità finita ma in espansione, con una storia di oltre 14 miliardi di anni e in continua evoluzione, talché la vita appare dopo un tempo impensabile e a condizioni energetiche molto particolari. Lo sguardo sul futuro fino all’era dei computer, della trasmissione a velocità della luce di segnali digitali e alla loro elaborazione ultraveloce, era al più un sogno suffragato più dalle nostre intuizioni che da una base scientifica che disegnasse probabilità effettive. Oggi alla fantascienza si collega ormai l’indagine fisica, biologica, una metodologia di previsione sempre più affidabile.
A meno di 40 anni luce da noi (distanza inaccessibile per i viaggi umani, ma non per segnali radio che verrebbero elaborati nell’arco di tre o quattro generazioni) ci sono tre pianeti che stanno entusiasmando gli appassionati di astronomia poiché sembra che possano essere abitabili. I pianeti in questione, scoperti grazie al telescopio belga Trappist situato nel deserto del Cile, orbitano intorno alla stella nota come Trappist-1, di dimensioni paragonabili a quelle di Giove. Nonostante astri di questo genere siano molto comuni nella nostra Via Lattea, (rappresentano infatti circa il 15% delle stelle nelle vicinanze del Sole), questo è il primo caso in cui si osservano pianeti intorno ad esse.
Uno dei pianeti ha un periodo di rotazione pari a 1,51 giorni terrestri e riceve dalla sua stella circa quattro volte la radiazione solare che la Terra riceve dal Sole. Gli astronomi stimano che la temperatura sulla superficie sia tra gli 11 e i 127 gradi. Per questo pianeta gli scienziati ritengono che, se esistono zone abitabili, esse debbano trovarsi ai poli. Lo studio della composizione atmosferica inizierà al massimo entro un paio d’anni: nel 2018 saranno infatti in funzione telescopi giganti grazie ai quali si potrà, oltre che analizzare la composizione dell’atmosfera, indagare la presenza di acqua e scoprire eventuali tracce di attività biologica. Chissà mai se sarà ancora presente la biosfera sulla Terra, quando scopriremo un’altra vita al di fuori del nostro pianeta di cui stiamo colpevolmente trascurando la cura.
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