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Noterelle

CAVE SENIOREM MALIGNUM

EMILIO CORBETTA - 06/05/2016

giocattoliAd un certo momento succede che in casa non c’è più spazio e si deve fare una cosa necessaria: andare alla discarica, sito non molto ameno ma igienicamente importante e necessario per mantenere vivibili gli spazi limitati della vita quotidiana. Ci si va a buttare i più disparati oggetti, che verranno eliminati da esperti nel modo più intelligente possibile, ma non scompariranno i sentimenti e i ricordi legati a quelle cose che ci hanno accompagnato in vari tratti della vita.

Così l’altro ieri ho dovuto andare a portare i resti dei giocattoli dei miei figli, oramai adulti. Solo dei figli? No! Ci hanno giocato molti altri bimbi: gli amici dei figli, i nipoti, gli amici dei nipoti e tutti i bimbi che in un modo casuale o voluto sono stati ospiti nel locale dove erano custoditi, ironicamente chiamato “sala giochi”. Che bello è sempre stato vedere la loro gioia nel rovistare nelle ceste piene di tesori per loro, cianfrusaglie per noi adulti. E veniva trovato sempre un tesoretto da portarsi a casa propria.

Nella discarica, luogo sorvolato dai gabbiani più sfortunati della Lombardia (non penso che ci trovino molto cibo), sono finite le auto più veloci del mondo, le ruspe più laboriose del secolo scorso, i resti dell’esercito egiziano più eroico che io abbia conosciuto, che ha dovuto migliaia di volte attraversare i deserti dei pavimenti di casa per combattere con l’esercito dei fanti del primo ‘900, eroici protagonisti della prima guerra mondiale. Incongruenza storica? Nella fantasia dei bimbi non ci sono incongruenze. Tutto è possibile, tutto è bello. E quanti duelli ha fatto la spada di plastica non più rabberciabile ma che nei tempi della sua massima gloria emanava le luci ed i suoni più affascinanti del mondo!

Ma l’esistenza di quei giocattoli è stata segnata sempre dal sublime? Certo: l’eroe Spiderman era il più bravo ed affrontava il nemico più cattivo e crudele del momento. Come il malore del “Ciccio bello” che la piccola mamma doveva curare era il più grave. Allora c’era lui, il Ciccio bello, non la consumistica Barbie, il “Ciccio bello” portatore di giochi e sentimenti infantili più congrui alla psiche e all’età delle bimbe.

Concetto forse opinabile: infatti ricordo una frase di un’amica che aveva letto da qualche parte che la nostra società è crudele con le femminucce perché vengono “costrette” a giochi che le educano ad essere le future custodi della casa. Per mia esperienza non è vero. Senza forzarli con interventi esterni, limitandomi a osservarli semplicemente, vedevo il maschietto usare il bastoncino trovato per terra in giardino come un utensile da lavoro se non addirittura come arma, mentre la femminuccia vi vedeva un bimbo da accudire o vestire con eleganza. Già da piccola è madre. Logicamente ci sono le dovute eccezioni, ma con tutto il doveroso rispetto delle statistiche, il genere è già presente fin dai primi anni di vita. Ma se questa constatazione non è così facile da interpretare, fantastica è invece la capacità della fantasia dei bimbi, che fa loro facilmente trascendere la realtà.

Sì, fuori dalla realtà, ma sempre nella verità o sono invece dei piccoli bugiardi? No! Non sono bugiardi. Per i bimbi è una necessità del loro cervello, che non può restare concentrato a lungo su una esperienza, che deve continuamente mutare, ma tutto è sempre immensamente sincero.

Nella nostra società invece sono gli adulti i bugiardi e i disonesti. Ti carpiscono la fiducia e ti cambiano gli aspetti della realtà. Si proclamano tuoi protettori e fanno invece i loro interessi. Terribile! Ci sono professionisti dell’imbroglio che giocano sulle tue emotività, sulle tue paure, sulla tua necessità di sicurezza. In questa categoria spiccano i politici professionisti. Avete presente l’antica immagine del piccolo mosaico romano “cave canem”? Bisognerebbe coniarne una “cave politicum”, ma forse più giusta “cave seniorem malignum” (efficace latino maccheronico) perché gli adulti insinceri sono tanti, specialmente quando si sente profumo (o puzza?) di soldini, che da sempre si legano alla politica arrecando danno invece che bene alla comunità. Eterno inutile discorso.

 

 

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