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Opinioni

TRASCENDERE IL LOCALISMO

LIVIO GHIRINGHELLI - 29/04/2016

Il piccolo Comune di Duno, nel Varesotto

Il piccolo Comune di Duno, nel Varesotto

Su 8000 complessivi 5600 risultano in Italia i Comuni con una popolazione inferiore ai 5000 abitanti (2000 ne registrano meno di 1000, di cui 900 appartengono al Piemonte e alla Lombardia). Nei piccoli Comuni risiedono poco più di 10 milioni di abitanti con il 16,6% della popolazione complessiva). Qui il tasso di natalità delle imprese in questi tempi di grave crisi economica è decisamente più basso rispetto alla media nazionale. 2000 Comuni sono privi di sportello bancario. Gli enti più piccoli scontano rilevanti diseconomie di scala; servizi e adempimenti generali assorbono una quota proporzionalmente più alta di risorse rispetto ai Comuni medi e grandi. E vasta è la frammentazione territoriale. Per cui dovrebbero avere la lungimiranza di non competere tra loro.

Il Decreto legge 138 del 2011 contemplava una disciplina rivista e abrogata nell’aprile del 2014 dalla Legge Del Rio. Le oltre 5600 organizzazioni dei piccoli Comuni avrebbero potuto ridursi ad un terzo o ad un quarto con un guadagno in efficienza e in professionalità. Ma ci sono state resistenze delle amministrazioni timorose di perdere margini di autonomia, perplessità del personale dei singoli enti, sono intervenute difficoltà tecniche e giuridiche per rendere omogenee procedure e prassi, si è constatata l’inerzia di quasi tutte le Regioni nell’individuare ambiti ottimali, lunga è stata la sequenza delle proroghe.

La Legge Del Rio supera il regime della doppia, inutile tipologia di unioni e rafforza il ruolo degli statuti, semplifica le procedure. Scopo è la fusione dei piccolissimi Comuni abbandonati. Ma l’ideologia localista denuncia perdite di potere locale con la conseguente perdita di identità. I Comuni più piccoli non riescono a fornire i servizi disponibili invece nei centri di dimensioni più ampie.

Tre sono gli strumenti a disposizione: fusione, unione, convenzione per la gestione associata dei servizi, la prima è lo strumento più efficace, la seconda quello più adeguato. Le unioni presentano il problema di aggiungere ulteriori adempimenti amministrativi e contabili. C’è la necessità che si elabori un progetto politico e istituzionale di ampio respiro e di medio periodo e l’intervento delle Regioni deve essere finalizzato a una sistematica aggregazione in enti di maggiore dimensione demografica. Fa d’uopo una più moderna cultura istituzionale, che trascenda il localismo, che i soggetti istituzionali a partire dalle Regioni assumano la piena responsabilità del processo (in tempi ragionevoli, ma certi, senza continue proroghe). E va migliorata la strumentazione ordinamentale. Con la possibilità di elezione diretta degli organi o per lo meno del Consiglio dell’unione, rivalutata al fine di garantire una migliore qualità della rappresentanza.

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