Ora sta piovendo. È tempo di minestrone di primavera avanzata. Tra un’ora spengo il gas. In un tale frangente anche Lenin se lo sarebbe chiesto: che fare? Così con le mani in tasca ed il naso appiccicato al vetro della finestra, non avendo nulla da pensare, guardo il ruscelletto dell’acqua piovana che sgorga dal pluviale, che scorre via così, come la nostra vita. Penso al giorno che risorgeremo tutti insieme, ed il casino, grande in Italia, per il caos del traffico già impazzito adesso e che ormai neanche le prostitute possono più rallentare. Risorgeremo. Ci sarà posto per tutti? In business class o in turistica? E poi che corpo avremo? Riavrò la mia chioma smarrita? No. Lo so. Ce lo hanno detto. Così preso in un esicasmo mi immagino fatto di pura luce, un Gerva Superstar fiondato in una galassia di luce abbagliante, quella di un dio cristiano dove immagino finiremo quando l’universo metterà la marcia indietro, finirà di espandersi e torneremo all’attimo prima del Big bang. Son 14 miliardi di anni luce che l’universo si espande, dovrà pure rompersi i maroni, prima o poi, scientificamente parlando.
Facendo un conto dei miliardi di anni (in anni luce) che ci attendono prima del viaggio aereo di massa verso la luce finale e rapportandolo al costo del rinnovo delle concessioni ventennali (in anni solari) per i loculi al cimitero, già da tempo mi sono iscritto alla So.Crem, società varesina per la cremazione, fondata nel 1880 con migliaia di soci che però non credo abbiano fatto lo stesso ragionamento. Meglio farsi cremare subito per molte ragioni, non solo economiche, a meno che non si voglia fare dispetto ai parenti anche post mortem. È vero che Cristo è stato inumato ma è rimasto lì solamente tre giorni e la concessione semmai l’aveva pagata Giuseppe D’Arimatea, neanche parente.
E poi a Gerusalemme non c’erano cimiteri al tempo, e di conseguenza neppure le tariffe di concessione ventennale del Comune potevano essere applicate. Già qualche tempo prima Isaia l’aveva messo per iscritto: “Avete concepito fieno, partorirete paglia; il mio soffio vi divorerà come fuoco. I popoli saranno fornaci per calce, spini tagliati da bruciare nel fuoco”. E poi “Dio è un fuoco divorante”.
La chiesa cattolica non è stata contraria alla cremazione per sedici secoli. La Cei dopo il Vaticano II permette ai cattolici la cremazione.
Resta un quesito.
Si fanno bruciare solo i cattivi ed i peccatori impenitenti, i ladri e i mascalzoni?
Nei cimiteri monumentali si possono trascorrere intere giornate dilettandosi a leggere pomposi epitaffi dove le doti morali del defunto vengono esaltate. Si diceva una volta: “Bugiardo come un epitaffio”.
I mascalzoni dove li mettono? Li bruciano?
Ha smesso di piovere. Alla prossima.
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