Da venti e più anni vivo e lavoro a Varese. Sono nato dall’altra parte del Lago Maggiore e dopo aver girato un po’ sono arrivato in quello che da ragazzino aveva i contorni del luogo ideale.
Varese, nell’immaginario collettivo di chi come me la vedeva da fuori, pur essendovi per radici materne correlato, era l’esempio della città a misura d’uomo, piccola ma vincente, operosa, brillante, ricca… in una parola: viva! Il piccolo Davide che travolgeva i Golia russi o madrileni vincendo filotti di coppe dei campioni con personaggi mitici: Dino, Morse, Yelverton, Raga. Ricordo ancora quando, bambino, mio zio mi portò al PalaIgnis: che emozione! E poi prodotti celeberrimi e nomi a tutti familiari: Bticino, Aermacchi, Ignis, Cagiva (il sogno di ogni adolescente), DiVarese, così forte da essere di per se marchio vincente.
Un passato enorme.
Vivendoci ho incontrato una realtà differente, ancora luminosa ma di cui si percepiva con chiarezza l’imbocco del viale del tramonto. Vent’anni e oltre di amministrazione autoreferenziata, involuta e chiusa della città e, a salire, dei livelli superiori, hanno portato alla stasi attuale. Imbarazzante.
Varese non era e non è più la città dei sogni, e questo non è accettabile! deve tornare ad avere un futuro luminoso! è per questa idea, è per questo sogno, realizzabile, che ho deciso di dare il mio piccolo contributo aderendo alla lista Varese Futura.
Che città vogliamo dare a noi ed alle nuove generazioni? Una città svuotata, impaurita, invecchiata, impoverita oppure una comunità stimolante, coesa, attiva, coinvolgente, aperta ed attrattiva?
La domanda ha una sola risposta, da qui l’impegno perché questo sia progettato e realizzato recuperando la visione di “futuro” che era negli occhi e nelle azioni di chi ha creato e reso noto a tutti il nome di Varese.
Come?
Realizzando i sogni, aggregando tutti, sviluppando le capacità di ognuno e quelle del territorio senza preconcetti e pregiudizi. Raga era messicano, Charlie afroamericano, Aza Nikolić serbo bosniaco: mai nessuno lesse questo come un limite! È un modello aggregativo che va riproposto e che vogliamo ripetere dando pari opportunità, dignità, fatica e doveri a tutti, al di là di etnia, religione, abilità fisiche, censo, orientamento sessuale o status sociale. Non è buonismo, non è utopia, è il modo in cui una piccola città ha saputo imporre il suo nome nel mondo: è il modello vincente.
Per questo, con tutta la mia squadra, e con tutti quelli che vorranno partecipare o collaborare, metto al servizio della città le mie competenze professionali e la mia esperienza nella macchina pubblica per realizzare un sogno; ed i sogni si realizzano se noi tutti ci crediamo e noi tutti ci mettiamo impegno e volontà.
Vogliamo porre fine alla decadenza, al degrado urbano e al traffico caotico con nuovi modelli di sviluppo e politiche attive di contenimento energetico, limitando le nuove costruzioni ed incentivando recupero e riutilizzo, promuovendo il piccolo commercio, l’artigianato e la cultura, proponendo una adeguata politica di housing per rispondere alla domanda abitativa ed al problema degli innumerevoli alloggi sfitti;
Vogliamo rispondere alla povertà, alle difficoltà di trovare lavoro con una più forte presenza sociale del Comune e con una politica di diversificazione della spesa;
Vogliamo essere competitivi a livello italiano ed europeo, integrando le conoscenze del territorio, le associazioni, la macchina comunale e l’università in un vera e partecipata officina di idee;
Vogliamo che le donne possano continuare a lavorare con adeguate strutture di supporto incentivando la ricettività delle stesse e studiando o importando modelli altrove funzionanti;
Vogliamo che il Comune risponda ai problemi dei cittadini e che i criteri di spesa coinvolgano chi abita questa città proponendo un modello partecipativo diretto, valutando quali siano le reali ricadute sul territorio degli investimenti, limitando quelli faraonici e da “taglio del nastro” e promuovendo quelli che danno occupazione sul territorio e benefici alla vita comune;
Vogliamo che non ci siano più barriere, fisiche o mentali, che sbarrino la strada a chi ha volontà di crescere;
Vogliamo imparare dal glorioso passato, superare il mediocre presente e dare un brillante futuro alla Città e vogliamo che tutti quelli che partecipano allo sforzo ne godano i benefici.
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