Varese e la sua area varesina, che va ben oltre i confini amministrativi, non riesce a impegnarsi, finalmente, per un ragionevole ‘piano della mobilità’. Che non riguarda solo i veicoli, ma anche il sistema ferroviario avviato un secolo e mezzo fa, la rete intricata del servizio pubblico offerto dagli autobus, i percorsi pedonali protetti e le ipotesi di percorsi ciclabili altrettanto protetti.
Questa città che la storia ci ha affidato con la sua bellezza, frequentemente offesa nell’ultimo dopoguerra, non riesce ancora a trovare, con la ormai necessaria urgenza, risposte organizzative adeguate.
La sua più grande attrattiva, Santa Maria del Monte, presenta problemi di accessibilità molto noti che sono stati affrontati compiendo scelte che non sono state condivise o che suscitano ancora notevole perplessità, oggi.
Le voglio ricordare.
1953: la soppressione frettolosa dal 1° settembre del sistema tramviario urbano (la SVIT chiedeva un contributo finanziario al Comune), con la convinzione che il sistema su rotaia potesse ritenersi ormai superato. Veniva soppressa anche la tramvia e il sistema funicolare per S. Maria e per il Campo dei Fiori. L’accesso a S. Maria veniva affidato agli autobus.
1992-1997: ripristino della funicolare per S. Maria. Accesso alla stazione di base del Vellone a partire dal piazzale Montanari con l’autobus. Ampliamento della galleria tramviaria esistente e nuovo percorso stradale sul precedente percorso del tram.
1997 e seguenti: limitazione stagionale e giornaliera dell’attività della funicolare. Durante l’attività della funicolare è anche possibile la salita a S. Maria direttamente con l’autobus, che ne diventa concorrente.
Oggi. Continua la libertà di accesso veicolare fino al parcheggio di S. Maria che si articola da piazzale Pogliaghi.
È stato più volte sollecitato il Comune per una ragionevole limitazione dell’accesso veicolare che eviti la congestione caotica dei giorni festivi durante la bella stagione, mettendo in funzione opportune segnalazioni con pannelli elettronici collocati in posizioni adatte a consentire scelte di parcheggio alternativo che evitino la salita.
Un timido avvio in questa direzione è stata la posa in opera di due piccole frecce elettroniche che dovrebbero informare circa la disponibilità di spazi a parcheggio in piazzale Pogliaghi e in adiacenza. Pare che questa informazione non sia ancora a regime.
Ma occorre ormai procedere con decisione diversa e adeguata. È evidente che in assenza di un piano organico della mobilità per l’Area varesina, urgente e non rinviabile per una città diversa, per qualità della vita e delle relazioni umane, occorre almeno affrontare quanto può essere anche parzialmente considerato. Come il problema dell’accesso a S. Maria.
Occorre allora riprendere in considerazione le seguenti proposte.
È ormai tempo di agire, non ci sono ragioni per ulteriori inerzie. L’estate è vicina. S. Maria del Monte e la sua storia millenaria attendono le nostre decisioni: rispettose, delicate.
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